Il tribunale di Napoli, su richiesta della procura della città, della procura nazionale antimafia e del questore di Napoli ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la società sportiva Juve Stabia, che milita nel campionato maschile di Serie B di calcio. Il provvedimento è esteso anche alle società dell’indotto della squadra, che ne gestiscono i servizi accessori.
Secondo la procura, gli spostamenti della squadra di calcio, la sicurezza, il beveraggio e la gestione della vendita dei biglietti erano interamente sotto il controllo dei clan D’Alessandro e Imparato, due importanti famiglie della camorra campana. Rimuovere le infiltrazioni mafiose dalla società richiederà tempo e alcune partite potrebbero essere rimandate.
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Juve Stabia in amministrazione giudiziaria
Secondo il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, era l’intera rete di servizi della società di calcio a essere sotto pressione della camorra di Castellammare di Stabia. Tra questi:
- la sicurezza all’interno e all’esterno dello stadio;
- la vendita dei biglietti ai tifosi;
- la vendita delle bibite all’interno dello stadio;
- la pulizia e i servizi sanitari dello stadio e degli spogliatoi;
- il trasporto della prima squadra fino al 2024.
Parte delle responsabilità della situazione, secondo la procura, ricadrebbe anche sulla stessa società. Nell’ordinanza di amministrazione giudiziaria si legge infatti:
La compagine calcistica, nel suo attuale assetto societario e proprietario, è subentrata in relazioni economiche di antica data, che sin dall’origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento di presenze e interessi mafiosi e rispetto alle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione.
La camorra era coinvolta anche nella gestione del settore giovanile. Non essendo remunerative dal punto di vista economico, secondo gli investigatori, le squadre del vivaio venivano utilizzate dai clan per acquisire consenso tra i giovani e trovare nuove potenziali reclute.
Possibile il rinvio di alcune partite
Secondo il prefetto di Napoli, Michele di Bari, l’amministrazione giudiziaria potrebbe essere un momento decisivo nella storia del club. In conferenza stampa, di Bari ha dichiarato:
I magistrati hanno individuato una serie di defaillance e adesso bisogna accompagnare questa società in un percorso di legalità. Un gruppo interforze è già al lavoro per eventuali provvedimenti, con l’obiettivo di bonificare la società.
Di Bari non ha escluso che, nei prossimi giorni, la procura possa chiedere alla Federcalcio di rinviare alcune delle partite della Juve Stabia in programma, per avere la possibilità di riorganizzare i servizi che sono risultati infiltrati dai clan. La squadra dovrebbe giocare domenica 26 ottobre in trasferta contro il Padova e mercoledì 29 ottobre in un turno infrasettimanale in casa, contro il Bari.
I casi di Foggia e Crotone
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, in conferenza stampa, ha spiegato che quello della Juve Stabia è un “caso scuola” e che si tratta della terza amministrazione giudiziaria di una squadra di calcio in pochi mesi.
A maggio, infatti, era toccato al Foggia finire commissariato per le infiltrazioni della Società foggiata, un clan mafioso locale legato agli ambienti del tifo organizzato. Poco più di un mese prima della Juve Stabia, a settembre, era stato invece il Crotone a essere messo in amministrazione giudiziaria per i rapporti della società con alcune famiglie di ‘ndrangheta.