Niente da fare per la ristrutturazione dello stadio di San Siro. Inter e Milan hanno bocciato il progetto di WeBuild per i costi ritenuti troppo alti e sarebbero tornati all’ipotesi di costruire un nuovo impianto a fianco del Meazza. I vertici delle due società, l’ad rossonero Giorgio Forlani e, per i nerazzurri, l’omologo Alessandro Antonelli con i manager del fondo Okatree Katherine Ralph e Carlo Ligori, lo hanno fatto presente nell’ennesimo incontro con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, andato in scena nella mattinata di venerdì 13 settembre.
L’incontro con Giuseppe Sala
Secondo le dirigenze di Inter e Milan le stime di 350-400 milioni di euro calcolati da WeBuild per effettuare i lavori non sarebbero realistiche e temono che le spese di ristrutturazione, previste tra il 2025 e il 2027, possano crescere fino ad arrivare a raddoppiare.
È stato proprio il primo cittadino a rendere note le conclusioni dei due club al termine del vertice di Palazzo Marino: “L’accordo e l’unità di intenti delle due squadre sono molto forti ed è una cosa positiva in sé – ha premesso Sala – Le due squadre hanno fatto lunghe analisi di fattibilità tecnico ed economica rispetto all’ipotesi di ristrutturare San Siro, partendo dal progetto di WeBuild ma cercando di verificare le ipotesi realistica di ristrutturazione. Dopo lunghe analisi sono arrivate alla conclusione che non è ristrutturabile, o perlomeno a costi accessibili, e che quindi non considerano l’ipotesi San Siro come si era pensato negli ultimi mesi, fattibile”.
“La loro proposta è a questo punto di tornare sull’idea di un nuovo stadio nell’area di San Siro” ha dunque rivelato il sindaco meneghino, spiegando che i dirigenti delle due società hanno avanzato tre richieste: “Le squadre chiedono esattamente qual è il valore di San Siro e delle aree, essendo loro chiaro che questa valutazione è stata affidata con un incarico formale ad inizio agosto all’Agenzia delle Entrate – ha spiegato Sala -. Ci aspettiamo in questi giorni una prima valutazione, che rientra nell’ottica di una vendita dello stadio e delle aree alle società. È evidente che quel valore indicato è da un lato un vincolo perché non possiamo cedere per un fatto di responsabilità amministrativa a un valore inferiore, ma non abbiamo nemmeno intenzione di specularci”.
“Seconda questione – ha continuato Sala – è capire più in dettaglio, qualora lo stadio diventasse di proprietà delle squadre, quanto e come incide il vincolo della Soprintendenza. A questo proposito abbiamo già fissato un incontro la prossima settimana. La terza richiesta sono i tempi per l’operazione del cambio della proprietà”.
Le ipotesi
Alla luce delle parole del sindaco di Milano, dunque, l’unica opzione rimasta sul tavolo è quella dell’acquisto e della riqualificazione dell’area di San Siro, senza la demolizione del Meazza, che verrebbe destinato a un altro uso ancora da stabilire.
Sarebbero dunque da escludere i progetti paralleli che Milan e Inter stanno portando avanti da tempo per degli stadi di proprietà, rispettivamente nei comuni limitrofi di San Donato e Rozzano.
Condizione che il primo cittadino del capoluogo ha chiesto alle società per poter proseguire: “Noi lavoreremo per dare contezza dei tre punti avanzati dai club – ha chiarito Sala – ma poi per avviare operativamente le procedure in termini definitivi io ho bisogno della conferma che quella sarà l’unica ipotesi per loro che rimarrà in campo e mi pare una richiesta legittima”.
“Oggi non posso chiedere garanzie, quando fornirò i dati a loro necessari sarò costretto” ha detto ancora il sindaco precisando che chiedere un passo indietro formale da parte dei due club “oggi non è un tema, lo porrò più avanti. Non voglio dire una parola in un più da qui a quando si deciderà rispetto ai due possibili impianti, su cui in passato mi sono espresso in modo critico”.