Ha ripreso ancora una volta a correre il Covid in Italia. Il rischio continua ad essere nettamente maggiore per chi non è vaccinato, per gli anziani, per i pazienti fragili, per le donne e i bambini, ma il virus è tornato a colpire tutti. Aumenta il numero di contagi, infatti, anche tra i vaccinati.
Quanto è contagiosa Omicron 5
“Eravamo già in pre-allerta per un rialzo dei contagi in autunno, ma la presenza di questa nuova variante Omicron 5 ci ha sorpreso” spiega il prof. Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata all’Università degli Studi di Milano.
Questo virus presenta una contagiosità estrema, superiore addirittura a quella del morbillo e della varicella, con un R0 che oscilla tra i 15 e i 17: basti pensare che la variante Wuhan aveva un R0 di 2.5, mentre la Delta di 7. “Questi valori rappresentano il numero medio di casi secondari rispetto a un caso indice, quindi valori che la rendono molto più temibile”: significa che una persona può contagiarne altre 15 o 17.
L’insorgenza di questa variante, un po’ più benevola ma non troppo – “errore considerarla come una semplice influenza” – è un virus adattato che si replica nelle prime vie aeree, sviluppandosi poi in raffreddore, cefalea e anche qualche caso di dissenteria, con esiti di malattia però inferiori.
Questo perché la maggior parte della popolazione si è vaccinata oppure si è ammalata o ancora si è vaccinata e ammalata e guarita. “Quindi un background di risposte immunitarie che, spesso e volentieri, non hanno impedito l’infezione, bensì hanno garantito un decorso più banale”.
Perché i contagi aumentano anche tra i vaccinati
Oggi nel nostro Paese il 90% degli over 12 ha completato il ciclo vaccinale e un altro 5% è guarito da meno di 6 mesi dal Covid, ciò significa che il livello di immunità resta elevato, ma nonostante questo i casi continuano ad aumentare, anche tra chi è protetto. Perché?
Prima di tutto si tratta di una questione matematica: se cresce il numero di contagi, è più probabile statisticamente che emergano casi sintomatici.
Ma ciò che è bene sottolineare, come evidenziano gli esperti, è che grazie ai vaccini e alle sue diverse mutazioni il Covid ha perso di intensità. Omicron 5 è stato definito il virus più contagioso al mondo, ma è meno aggressivo di varianti precedenti. Anche il Long Covid è presente, ma in percentuali minori rispetto ad altri ceppi (ciò che si registra per tutte le varianti però è un aumentato rischio di infarto).
La patogenicità di Omicron 5 oggi “non è minimamente paragonabile a quella delle prime ondate, quando in Italia abbiamo toccato i mille morti al giorno” ha chiarito in un’intervista al Corriere della Sera il prof. Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano. Non possiamo escludere che dopo BA.5 (Omicron 5) arrivino altre varianti ancor più diffusive. “Auspichiamo che man mano il virus perda in aggressività, ma anche su questo non abbiamo una certezza assoluta” spiega Galli.
I principali sintomi di Omicron 5
Ma ecco i 5 sintomi più comunemente riportati di Omicron, pubblicati in un rapporto del CDC:
- tosse
- affaticamento
- congestione nasale/raffreddore
- naso che cola
- mal di testa.
Più info sui sintomi le trovate qui.
Cosa succederà a luglio
La buona notizia, poi, è che secondo alcune previsioni la nuova ondata di Covid in Italia potrebbe esaurirsi in fretta, lasciando dietro di sé pochi danni (pochi casi gravi). La nuova ondata spinta oggi anche dalla variante Omicron 5 si esaurirà in 2-3 settimane. E’ la previsione di Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” su Radio Cusano Campus.
I numeri del bollettino non evidenziano “nulla di preoccupante” dice. “C’è una circolazione importante di una variante molto contagiosa, con un virus che oggi è più debole rispetto a quello del passato. Come sarà il mese di luglio? “Normalmente un’ondata dura 7-8 settimane, infatti il Portogallo sta già vedendo la sua curva abbassarsi. 2-3 settimane e succederà lo stesso anche da noi”.
Di fronte alla domanda mascherina sì o no, Sileri spiega che “è un ottimo presidio, ma conviene oggi lasciarla su base volontaria come raccomandazione. Bisogna tenerla a portata di mano e indossarla quando c’è assembramento”. L’obbligo di mascherine rimarrà comunque fino al 30 settembre almeno sui mezzi pubblici, “ma più avanti anche lì per me potrebbe essere tolta e diventare fortemente raccomandata” anticipa il sottosegretario. “Dovrebbe restare negli ospedali, nelle strutture sanitarie. Poi ci porremo il problema in autunno. Il punto chiave oggi deve essere il vaccino aggiornato, dobbiamo concentrarci su questo”.
Cosa succederà in autunno
Ma in autunno cosa accadrà, con il ritorno dei primi freddi e la ripresa delle scuole e degli uffici con le finestre chiuse? Torneranno le mascherine e rischiamo un nuovo lockdown? “Dovremmo porci il problema se non fossimo vaccinati e se non avessimo un vaccino aggiornato. Ma siccome la maggior parte di noi è vaccinata e il vaccino aggiornato dovremmo averlo non dobbiamo pensare a restrizioni e lockdown“.
Presumibilmente il prossimo autunno saranno disponibili vaccini per la variante Omicron, utilizzando come base l’ultimo virus, e sarà prospettata con molta probabilità anche una campagna vaccinale simile a quella dell’influenza, con una proposta di richiamo per tutti, ma che sia più stringente per i fragili.
Intanto, gli ultra 80enni e i fragili è bene che si sottopongano alla quarta dose di vaccino Pfizer o Moderna, per rinforzare la risposta immunitaria.