Quali mascherine cinesi non proteggono: i 12 modelli ritirati

Nel 2020 l'Italia guidata dall'ex commissario Arcuri ha importato 530 milioni di mascherine Ffp2 e 231 milioni di FFp3, quasi tutte dalla Cina. Circa la metà non è sicura. L'allarme della Gdf

Pubblicato: 13 Aprile 2021 22:38Aggiornato: 4 ottobre 2022 12:10

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

AGGIORNAMENTO: Il facciale filtrante SURGIKA, sequestrato con decreto della Procura della Repubblica di Gorizia del 22/3/2021 e contenuto nell’elenco dei dispositivi facciali/mascherine sequestrati, è stato dissequestrato dal Tribunale del Riesame di Gorizia con provvedimento del 23/4/2021, che ha annullato il decreto di sequestro e disposto la restituzione dei dispositivi facciali filtranti.

Nel primo anno di pandemia, l’Italia ha importato 530 milioni di mascherine Ffp2 e 231 milioni di FFp3, quasi tutte dalla Cina. A luglio, poi, la virata a 360 gradi: stop agli acquisti esteri. Difficile immaginare cosa sia successo nella testa dell’ex commissario Covid Domenico Arcuri.

Sta di fatto che oggi, a distanza di mesi, si scopre che quasi la metà delle mascherine che la Struttura commissariale guidata allora da Arcuri aveva acquistato dalla Cina risulta inefficace. Poco aderenti al viso, materiale scadente, insomma non adeguate: in una frase, “non conformi alle normative vigenti e pericolose per la salute”.

Il caso delle mascherine cinesi acquistate da Arcuri

Questo è quanto emerge dalle indagini effettuate dalla Procura di Gorizia. 250 milioni di mascherine, Ffp2 e Ffp3, acquistate nei primi sette mesi dello scorso anno dall’ex “super” commissario, validate dal Comitato Tecnico Scientifico e distribuite nelle Asl di tutta Italia, non sono sicure.

Un dato a dir poco inquietante, se si pensa che buona parte di esse è andata al personale medico. Medici, infermieri e operatori sanitari impegnati in prima linea negli ospedali e nelle Rsa nella battaglia contro il Covid, convinti di essere ben equipaggiati, e invece così pericolosamente sguarniti ed esposti al virus.

Di queste, la Guardia di Finanza ne ha già bloccate il 31 marzo scorso ben 65 milioni di pezzi, depositati nei vari hub della Struttura commissariale. Ma il problema ora riguarda i 185 milioni di pezzi ancora in circolazione, pericolosi.

12 lotti di queste mascherine Ffp2 e Ffp3 sono stati esaminati da due laboratori italiani, uno a Torino e l’altro a Milano, e i risultati sono sconcertanti: diversi campioni sono risultati avere una capacità filtrante addirittura fino a 10 volte inferiore agli standard di sicurezza, pari a 95% per le Ffp2 e 99% per le Ffp3.

Una parte consistente di questi Dpi difettosi è marchiata CE2163, proveniente dal laboratorio turco UniversalCert, questione che noi di QuiFinanza avevamo approfondito qui.

Ora, i lotti interessati sono stati ritirati a scopo precauzionale. “A seguito di comunicazione pervenuta dalla Guardia di Finanza di Gorizia relativa al sequestro di Dpi risultati non conformi alle normative – si legge nelle comunicazioni ufficiali inviate a tutti i livelli regionali – si dispone il blocco immediato dell’utilizzo e il richiamo delle mascherine indicate”.

Mascherine cinesi non sicure, i lotti ritirati

Ecco l’elenco dei lotti di mascherine non sicure, sequestrate e ritirate:

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963