Il 21 maggio 2024, l’Istat ha pubblicato un report aggiornato sulle condizioni di salute e l’offerta sanitaria nel nostro Paese, fornendo un’analisi dettagliata anche sui tassi ospedalizzazione e mortalità in Italia per alcune malattie gravi, tra cui i tumori.
I dati raccolti dal report ISTAT riguardano sia le ospedalizzazioni sia la mortalità per tumore, e offrono elementi essenziali per una valutazione integrata dell’impatto di queste patologie croniche sulla salute della popolazione e sul sistema ospedaliero. Lo studio infatti si concentra sulla popolazione di età 0-74 anni, un gruppo chiave per la valutazione della mortalità evitabile.
Vediamo, nel dettaglio, cosa dicono i dati.
Le città in Italia con i tassi più alti di ospedalizzazione per tumore
Nel corso degli anni, l’ospedalizzazione per tumore in Italia ha subito una riduzione significativa. Le dimissioni ospedaliere per tumore sono passate da 15,5 per 1.000 persone nel triennio 2007-2009 a 10,8 per 1.000 nel 2017-2019. Nel 2020, c’è stata una riduzione ulteriore, probabilmente a causa della pandemia di Covid-19, seguita da un leggero aumento nel 2021, con 9,8 dimissioni per 1.000 residenti.
Da quello che è emerso, Napoli, Cagliari e Genova hanno il tasso di dimissioni per tumore più alto, circa 11 ogni 1.000 residenti, risultato imputabile all’ospedalizzazione dei residenti nei capoluoghi e nei territori satellite. L’analisi generale segna il maggior ricorso all’ospedalizzazione degli abitanti residenti nei comuni capoluogo (10,3 ogni 1.000) rispetto ai territori sub urbani (9,9 ogni 1.000 nella prima cintura e 9,7 nella seconda), con alcuni comuni polo che sfiorano 12 dimissioni ogni 1.000 (Genova, Napoli, Messina, Catania e Cagliari).
A Milano e Torino invece il tasso di dimissioni più contenuto (entrambi i capoluoghi sotto nove dimissioni per 1.000 abitanti).
Le dimissioni per tumore variano anche in ragione del genere: per il complesso delle città metropolitane i tassi di ospedalizzazione si attestano a 10,9 donne ogni 1.000 e 9,1 uomini ogni 1.000 (a livello nazionale 8,9 uomini e 10,7 donne ogni 1.000 abitanti). Nel 2021 e nel triennio 2017-2019 il rapporto di mascolinità è inferiore a 100 nei capoluoghi e nelle cinture urbane di primo e secondo livello, indicando una prevalenza sistematica delle dimissioni femminili. In controtendenza, data la prevalenza di ricoveri maschili, i comuni di prima cintura di Messina (102,0) e quelli di seconda cintura di Reggio Calabria (113,0), nel 2021.
Le città con il tasso di mortalità per tumore più alto
I valori più critici relativi al tasso di mortalità per tumore in Italia si riscontrano nella città metropolitana di Napoli (14,7 decessi ogni 10mila abitanti nel 2021) seguita da quelle di Catania e Palermo (quasi 13 decessi ogni 10mila).
Livelli di mortalità più contenuti caratterizzano invece le città metropolitane di Bologna e Firenze con quasi 11 decessi ogni 10mila abitanti nel 2021 (oltre 8% in meno rispetto alla media 2017-2019).
I capoluoghi presentano un profilo di mortalità per tumore analogo al territorio metropolitano di appartenenza con il comune di Napoli (15,5 decessi ogni 10mila persone) in testa alla graduatoria, seguito da Catania (15 decessi ogni 10mila persone), unica città dove la mortalità cresce nel 2021 rispetto al triennio pre pandemia (+7,9%), confermando la dinamica osservata anche nel 2020 (+15% rispetto al 2017-2019).
L’analisi per genere conferma quello che Istat definisce come il fenomeno della “supermortalità degli uomini” per le patologie tumorali entro i 74 anni, mostrando livelli di mortalità femminili inferiori a quelli maschili per l’intero periodo.
In particolare, nel 2021 in Italia si osservano 13,7 decessi ogni 10mila maschi, quasi quattro decessi ogni 10mila in più rispetto a quelli femminili.
Nelle città metropolitane, nel 2021, il rapporto conferma una differenza di 135 decessi maschili ogni 100 femminili, con valori più alti nella città metropolitana di Cagliari (171) e nel comune di Catania. Anche nei comuni di Reggio Calabria e Messina, nel triennio 2017-2019, l’indicatore risulta particolarmente sfavorevole per gli uomini (rispettivamente 173 e 162), solo in parte riequilibrato nel 2021.
Una buona notizia, diminuisce il numero di morti per tumore in Italia
Sebbene la mortalità per tumore rappresenta una componente rilevante della mortalità nella fascia di età 0-74 anni, trattandosi della prima causa di morte negli adulti e della seconda negli anziani, la buona notizia è che, sotto il profilo evolutivo, le morti conseguenti a una patologia tumorale riferita alla popolazione con meno di 75 anni si sono progressivamente ridotti negli ultimi anni, compresi i due anni della pandemia da Covid-19.
La generalizzata riduzione della mortalità per questa patologia ha coinvolto in misura maggiore le città metropolitane del Nord e del Centro. In particolare, nel 2021, si osservano decrementi significativi rispetto al triennio 2017-2019 nelle città metropolitane di Venezia, Torino e Roma, con variazioni comprese tra il -13,1% di Venezia e il -9,1% di Roma. Fra i territori metropolitani del Mezzogiorno, Cagliari mostra un decremento della mortalità per tumore del 9,6%, imputabile in gran parte alla diminuzione rilevante della mortalità femminile (-16,4% rispetto al triennio 2017-2019 a fronte di un decremento medio del -3,7%)
Nel 2021 in Italia i decessi per tumore sono circa 71mila, 1.000 in meno del 2020 e 3mila in meno rispetto al triennio 2017-2019. Il tasso di mortalità standardizzato si attesta dunque a 11,7 decessi ogni 10mila abitanti, -7,1% del triennio pre-pandemico e -22% rispetto al 2007-2009.
Nelle città metropolitane la mortalità per tumore 0-74 anni presenta livelli e dinamiche simili a quelle nazionali con 12,1 decessi ogni 10mila abitanti nel 2021, dato di poco inferiore a quello rilevato nel 2020 (12,5 decessi ogni 10mila). Anche in questo caso però si conferma in particolare la costante decrescita della mortalità che si manifesta con un calo del 6,9% rispetto al periodo 2017-2019 e del 20,9% rispetto al 2007-2009.
In crescita invece le malattie del sistema respiratorio
Un dato di interesse che è emerso dal report Istat, che merita di essere citati, è quello relativo ai decessi riconducibili a malattie del sistema respiratorio, che rappresentano ormai una sfida di sanità pubblica, poiché sempre di più in aumento ma riducibili attraverso la promozione di comportamenti individuali virtuosi, il miglioramento delle condizioni ambientali, finalizzato alla riduzione dell’esposizione a inquinanti atmosferici, e l’adozione di altre specifiche strategie e meccanismi di prevenzione.
Nel corso degli anni i decessi standardizzati per malattie del sistema respiratorio riferiti alla popolazione con meno di 75 anni sono cresciuti del 9,1% a livello italiano, passando da 1,1 decessi ogni 10mila persone del triennio 2007-2009 a 1,2 nel 2017-2019.
Nei territori il fenomeno si presenta in maniera differente, registrando decrementi minori nei comuni capoluogo (-7,1%). Nel dettaglio, nel 2021, la città metropolitana di Napoli con 1,9 decessi ogni 10mila residenti presenta il valore più critico, insieme a Messina (1,7 decessi ogni 10mila residenti), Reggio Calabria e Palermo (1,6 decessi ogni 10mila
residenti).
Mentre ancora nella città metropolitana di Bologna si confermano i valori più bassi (0,8 decessi ogni 10mila).
Anche fra i capoluoghi le maggiori criticità per mortalità dovute a malattie del sistema respiratorio sono rinvenibili in alcuni grandi comuni del Sud, primo fra tutti Napoli che raggiunge 2,3 decessi ogni 10mila abitanti, seguito dai comuni di Messina e Palermo.