È attesa nella giornata di oggi l’approvazione di un decreto legge in Consiglio dei ministri. Conosciamo però, grazie a una bozza, le date scelte dal governo per le prossime elezioni europee in Italia. Queste verranno gestite in concomitanza con le elezioni regionali e comunali, il che rende necessario soffermarsi anche sulle modalità previste.
Elezioni in Italia
Nella giornata del 15 gennaio è giunto sul tavolo del governo di Giorgia Meloni, nel corso del preconsiglio, il decreto legge contenente le disposizioni su quelle che saranno le elezioni nell’anno 2024.
Di fatto l’esecutivo procede a stabilire quelle che saranno le regole da seguire per le votazioni che ci attendono nel corso dei prossimi mesi. Un processo complesso, che da Roma hanno deciso di convogliare in due giorni.
La complessità, è bene spiegarlo, è data dall’incrocio di tre differenti votazioni: elezioni europee, rinnovo delle giunte in differenti Regioni e anche in molti Comuni. Da Bruxelles sono giunte delle chiare indicazioni. Da tempo è stato stabilito che i Paesi membri dovranno procedere alle votazioni tra il 6 e il 9 giugno. Di particolare importanza la data finale, perché si chiede a tutti di completare il processo entro lo stesso giorno.
L’Italia andrà in cabina elettorale a partire dalle ore 14.00 alle ore 22.00 di sabato 8 giugno, così come dalle ore 7.00 alle ore 23.00 di domenica 9 giugno. Il decreto stabilisce in realtà che nel nostro Paese si voterà di domenica e lunedì, nel corso di quest’anno, ma si terrà conto della concomitanza con le europee, il che di fatto farà coincidere con sabato e domenica, 8 e 9 giugno, tutte le elezioni previste. Ciò vuol dire aggiungere le regionali e un turno delle amministrative per i Comuni al novero.
Elezioni regionali e comunali: scontro nel centrodestra
Per quanto riguarda le elezioni comunali, è necessario sapere come un’importante norma sia stata modificata, stando alla bozza del decreto legge. Avranno la chance di candidarsi per un terzo mandato i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti, ma fino a un massimo di 15mila.
Se l’attenzione è rivolta alle elezioni europee, in termini di opinione pubblica, in ambito politico regionale non si è ancora sbloccata la situazione nel centrodestra. Non mancano infatti le Regioni in cui è assente una candidatura unitaria. Sotto quest’aspetto sarà importante l’incontro tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani in occasione del Consiglio dei ministri di quest’oggi. Un faccia a faccia utile anche per districare la matassa delle candidature.
Un fronte comune che vive di individualità ben intenzionate a tener salda la propria base politica. Nessuno cede un briciolo di potere e così il leader della Lega si è espresso rivolgendosi ai grandi esponenti del suo partito: “Non possono pretendere di imporre i loro candidati dappertutto. Berlusconi sapeva essere generoso (ecco il riferimento indiretto a Meloni). Il suo era il primo partito ma non lo faceva pesare nei territori. Un leader di coalizione”.
Un chiaro stallo, dunque, con la Sardegna che attende. Fratelli d’Italia non fa passi indietro e sostiene il sindaco di Cagliari, Truzzu, per le Regionali. In attesa invece l’uscente Solinas, sostenuto dalla Lega. In Basilicata invece la sfida è con Forza Italia, in difesa dell’uscente Bardi. Una situazione facilmente risolvibile, pare, con la Lega che mira ad avere due candidature in questo scacchiere. Oltre a Solinas, potrebbe esserci il nome di Donatella Tesei in Umbria, il cui mandato è in scadenza.