In Manovra niente aumento agli stipendi dei ministri, avranno solo un rimborso viaggio

Come cambia la Manovra: no all'aumento di stipendio per i ministri non parlamentari, sì al rimborso spese per i viaggi. Emendamento modificato dopo le polemiche

Pubblicato: 17 Dicembre 2024 12:57

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo giorni di roventi polemiche sul ritorno dei privilegi della casta, il governo si è visto costretto a ritirare l’emendamento alla Manovra che equiparava lo stipendio dei ministri non eletti a quello dei colleghi parlamentari.

Il testo, per i politici, si traduceva in un emolumento di oltre 7.000 euro aggiuntivi al mese, oltre al già corposo stipendio da ministro. La ratio del provvedimento era quella di mettere sullo stesso piano, sotto il profilo economico, i responsabili dei dicasteri che percepivano anche lo stipendio da parlamentari e i loro colleghi privi di seggio.

Niente aumenti, solo rimborsi spese

Nella nuova formulazione, l’emendamento prevede per i ministri e i sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma il solo “diritto al rimborso delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni”. Si tratta, dunque, di un semplice rimborso spese. A tale fine si prevede di istituire presso la presidenza del Consiglio dei Ministri un fondo con una dotazione di 500.000 euro annui dal 2025.

Erano 17 i funzionari del Governo toccati dalla prima formulazione dell’emendamento, i più noti dei quali sono:

Lo stop di Crosetto

L’emendamento ha monopolizzato e infuocato il dibattito sulla legge di Bilancio ed è stato riscritto dopo che nella serata di lunedì 16 dicembre il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva chiesto di ritirarlo, insieme ad altri ministri. Prima di richiedere la riscrittura della misura, alcuni ministri avevano suggerito di renderla effettiva solo a partire dalla prossima legislatura, così da allontanare ogni ipotesi relativa a un interesse diretto.

I 17 attualmente incassano 10.435 euro lordi al mese di stipendio, e non possono cumulare alcuna indennità parlamentare non essendo membri della Camera o del Senato. L’emendamento prevedeva un aumento mensile di oltre 3.500 euro, a cui andava aggiunto un bonus da 3.690 euro per i rimborsi spese spettante ai deputati e ai senatori, per un totale di 7.190 euro. Ma erano infine previsti altri 1.200 euro al mese per le indennità di viaggio, per un conto finale pari a quasi 8.400 euro.

Cambia la norma anti-Renzi

Ma sul fronte degli introiti dei politici, si segnala una novità relativa anche alla cosiddetta “legge anti-Renzi”: adesso il divieto di percepire compensi per incarichi da paesi estranei all’Unione europea vale solo per i presidenti di Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano e per i parlamentari (con l’eccezione di quelli eletti all’estero). La prima formulazione del testo andata al vaglio di Montecitorio includeva il divieto anche per i membri del governo. I compensi possono essere percepiti unicamente previa “autorizzazione” rilasciata dagli organi di appartenenza e solo per somme non superiori ai 100.000 euro annui. Renzi aveva commentato parlando di una legge “ad personam” voluta dalla premier Giorgia Meloni per cacciarlo dal Parlamento.

Il calendario dei lavori

L’obiettivo è quello di chiudere la bozza al più presto: per il governo il calendario è serrato: i lavori in Commissione devono concludersi entro il 17 dicembre, mentre l’approdo alla Camera della bozza della Manovra è previsto per mercoledì 18, con il via libera definitivo – ricorrendo al voto di fiducia – atteso per venerdì 20.

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