Dopo l’attentato a Mosca Putin ignora l’Isis e medita vendetta contro Ucraina e Nato

Secondo la Nato, Putin avrebbe intenzione di sfruttare la strage di Mosca per giustificare nuove e più pesanti azioni contro l'Ucraina. C'è il rischio che il presidente russo tenti di provocare la reazione dei Paesi occidentali

Pubblicato: 25 Marzo 2024 17:11

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Dopo l’attentato a Mosca che è costato la vita a 137 persone, Putin ha deliberatamente ignorato ogni indizio che portava all’Isis-K, divisione afgana del sedicente Stato islamico che ha la base nella provincia del Khorasan. Secondo informative recapitate alla Nato da diversi Paesi occidentali, il Cremlino avrebbe intenzione di sfruttare a proprio vantaggio l’attacco terroristico per alzare l’asticella del conflitto con Kiev. Sono 5 le strategie che la Nato si attende adesso, alcune delle quali sono già in via di realizzazione.

Chi ha fatto l’attentato a Mosca

Salvo colpi di scena dell’ultim’ora, attualmente tutti gli indizi portano all’Isis-K. Settimane prima dell’attentato al Crocus City Hall di Mosca, Washington aveva avvisato il Cremlino in merito al pericolo di eversione islamista. L’allarme dell’intelligence americana era stato bollato dai russi come propaganda diffusa con l’obiettivo di destabilizzare. Durante l’attacco alcuni fra gli uomini poi arrestati sono stati filmati mentre inneggiavano ad Allah. Subito dopo gli attacchi, l’Isis ha rivendicato le azioni.

Subito dopo la strage, i media russi hanno scelto di omettere ogni dettaglio che riconducesse alla pista dell’islamismo e hanno al contrario accusato gli ucraini. Lo stesso Putin, nelle sue dichiarazioni a caldo, ha ignorato la pista islamista per lanciare accuse a Zelensky. Putin ha posto l’accento sul tentativo dei quattro terroristi arrestati di fuggire verso l’Ucraina, sostenendo che Kiev li avrebbe accolti e protetti.

Putin e il rischio di escalation in Ucraina

Secondo la Nato, Putin potrebbe ora mettere in atto una strategia in 5 punti.

Il primo punto riguarda una immediata ritorsione sull’Ucraina con una recrudescenza degli attacchi. Fatto: la Russia avrebbe lanciato 2 missili ipersonici Zircon contro Kiev. Si tratterebbe del secondo attacco dopo un precedente episodio del 7 febbraio. Lo scrive la rivista Defense Express, ripresa da Rbc Ukraina, che ha analizzato i detriti dei due missili abbattuti dalla difesa aerea ucraina. Si teme che sia solo l’inizio.

Il secondo punto riguarda una nuova ondata di fake news su media russi e social network. Fatto: in patria i media si sono immediatamente allineati alla posizione del Cremlino. E i bot sono stati scatenati sui social per creare una nuova ondata di meme contro Zelensky e commenti caustici sull’Ucraina e sull’Occidente.

Il terzo step riguarda la creazione di incidenti internazionali per sondare la velocità di reazione e l’organizzazione dei Paesi Nato. Fatto: un missile russo ha già violato lo spazio aereo polacco.

Il quarto step ha a che fare con il rafforzamento militare sul fronte orientale al fine di alzare la tensione e mostrare la forza muscolare dell’esercito russo.

Il quinto e ultimo step riguarda l’eventuale coinvolgimento di altri Paesi occidentali nel conflitto con l’Ucraina. Punto particolarmente delicato perché potrebbe dare vita a un’escalation che nessuno in Occidente desidera.

Macron tende la mano a Putin

Nelle settimane passate Macron aveva ipotizzato l’invio di truppe di terra verso l’Ucraina. Proposta che aveva subito suscitato lo sconcerto dei partner Nato. Oggi il presidente francese mette da parte l’ascia di guerra e tende la mano a Putin: la Francia propone alla Russia “cooperazione” dopo la strage a Mosca. L’offerta viene fatta “tenendo conto delle informazioni che i nostri servizi hanno e degli elementi che possono essere utili ai russi”. Macron sostiene che i servizi francesi abbiano recentemente sventato attentati dell’Isis-K in Francia.

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