Macron nomina Michel Barnier come primo ministro della Francia: chi è

Michel Barnier, veterano della politica europea, è stato scelto da Macron per guidare la Francia. Il suo incarico punta a stabilizzare il governo

Pubblicato: 5 Settembre 2024 15:02

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Michel Barnier è stato scelto dal presidente Emmanuel Macron come nuovo Primo Ministro, ponendo fine a una lunga fase di stallo politico durata oltre cinquanta giorni. La nomina, ufficializzata dall’Eliseo, viene vista come una mossa volta a stabilizzare il governo francese e a creare un esecutivo di unità nazionale. “Il presidente della Repubblica ha nominato Michel Barnier primo ministro. L’ha incaricato di costituire un governo di unità al servizio del paese e dei francesi”, recita il comunicato ufficiale, evidenziando il bisogno di un esecutivo in grado di garantire coesione politica.

Un nuovo corso dopo l’impasse

Barnier, con i suoi 73 anni, è il premier più anziano nella storia della Quinta Repubblica e prende il posto di Gabriel Attal, che lascia l’incarico a soli 35 anni, dopo essere stato, al contrario, il premier più giovane della Quinta Repubblica. L’arrivo di Barnier porta un netto cambio di direzione: la nomina da parte di Macron è il risultato di una serie di incontri volti a garantire solidità alla nuova squadra di governo. Il presidente ha puntato su una figura che conosce bene sia le dinamiche interne che quelle europee, forte di un curriculum costruito attraverso decenni di incarichi di prestigio.

L’Eliseo ha sottolineato come la scelta di Barnier sia stata motivata dalla necessità di un governo capace di unire, anche grazie alla sua consolidata esperienza nelle negoziazioni internazionali e nella politica nazionale.

Chi è Michel Barrier, un uomo che parla di Europa e Francia

Michel Barnier è una delle figure più rispettate della politica francese ed europea. A partire dal 1993, è stato più volte ministro sotto le presidenze di Chirac e Sarkozy, svolgendo incarichi di rilievo anche a Bruxelles. Il suo nome è legato in particolare al ruolo di capo negoziatore per l’Unione Europea nelle complesse trattative per la Brexit, dove ha dimostrato una gestione efficace delle relazioni con il Regno Unito, in un periodo di tensioni e incertezze.

Il suo approccio al negoziato, basato su una profonda conoscenza delle regole comunitarie e su una visione strategica a lungo termine, ha fatto di lui una figura centrale in uno dei momenti più delicati della storia recente dell’Europa. Questa esperienza gli ha conferito una reputazione di affidabilità e competenza, elementi fondamentali per guidare il nuovo governo.

Nato a La Tronche, nel cuore delle Alpi francesi, Michel Barnier ha sempre mantenuto un forte legame con la sua terra d’origine. Questo legame con la natura e l’ambiente montano ha plasmato anche il suo carattere, rendendolo un politico tenace e paziente, capace di affrontare le difficoltà con metodo e perseveranza. Barnier ha spesso definito la montagna come una scuola di vita, dove ogni passo richiede attenzione, ma anche visione per arrivare alla vetta.

Questo tratto del suo carattere emerge chiaramente nel suo modo di fare politica, sempre attento ai dettagli, ma con uno sguardo rivolto agli obiettivi di lungo termine. Una caratteristica che lo ha reso una scelta naturale per prendere le redini di un governo che dovrà affrontare molte questioni urgenti.

Dura reazione dell’opposizione

La nomina non è passata inosservata all’interno dell’opposizione. Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, ha duramente criticato la scelta: “Michel Barnier non viene dal Nuovo Fronte Popolare che ha vinto le elezioni, ma da un partito che ha preso meno voti di tutti. L’elezione è stata rubata”, ha dichiarato, annunciando una manifestazione di protesta per il 7 ottobre.

Anche il Rassemblement National ha espresso pareri poco lusinghieri, con Marine Le Pen che ha definito Barnier “un fossile della politica”. Jordan Bardella, attuale leader del partito, ha però chiarito che il Rn attenderà il discorso di politica generale del nuovo premier prima di prendere decisioni definitive sulla mozione di sfiducia.

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