Guerra Ucraina-Russia: cresce la preoccupazione per il rischio nucleare nel Kursk

La Nato rafforza l'appoggio a Kiev con nuovi fondi, mentre il conflitto si intensifica e la guerra dei droni colpisce sia Ucraina che Russia

Pubblicato: 29 Agosto 2024 09:11

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La guerra in Ucraina non accenna a rallentare, anzi, si intensifica in modi che preoccupano l’intera comunità internazionale. Da un lato, la Nato rilancia il suo impegno con nuovi fondi destinati alla difesa di Kiev, dall’altro, il conflitto si espande con una virulenza che coinvolge sia il fronte orientale ucraino che le regioni interne della Russia. La situazione si fa sempre più complessa, con scenari che vanno oltre il campo di battaglia e toccano questioni di sicurezza globale.

La Nato rilancia: nuovi fondi per sostenere Kiev

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha annunciato che ulteriori fondi saranno destinati a Kiev, anche perché il sostegno occidentale è sempre stato essenziale per la resistenza ucraina. La Nato non fa passi indietro e anzi rafforza il proprio impegno, rendendo chiaro che il supporto all’Ucraina è una priorità per gli Alleati.

Sul terreno, la situazione è incandescente. La città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk, è diventata il fulcro di un’offensiva russa che non dà tregua. Le forze armate russe, con una concentrazione massiccia di risorse, stanno cercando di sfondare le difese ucraine, rendendo la posizione delle truppe di Kiev sempre più difficile. Zelensky non nasconde la gravità della situazione, consapevole che il controllo di Donetsk potrebbe avere un impatto decisivo sugli sviluppi futuri del conflitto.

Kursk: la minaccia nucleare entra in gioco, con la guerra dei droni su entrambi i fronti

Mentre sul fronte ucraino si combatte ferocemente, la Russia ha lanciato un allarme che non può essere ignorato: la possibilità di un incidente nucleare nella regione di Kursk. Con le operazioni militari ucraine che si intensificano, Mosca avverte del rischio di un disastro.

La scorsa notte, il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto sei droni ucraini sopra la Crimea e le regioni di Bryansk e Belgorod. La guerra dei droni diventa così un elemento chiave, un segnale che Kiev non ha intenzione di limitarsi alla difesa, ma è pronta a colpire anche oltre i propri confini.

Kiev di nuovo sotto attacco

La capitale ucraina, Kiev, è stata nuovamente al centro di un pesante attacco russo, durato sei ore e condotto con l’uso di droni. Secondo quanto riferito dal capo dell’amministrazione militare cittadina, Sergey Popko, le forze di difesa aerea ucraine sono riuscite a intercettare e abbattere 15 droni, evitando che raggiungessero i loro obiettivi.

Nonostante il successo nel respingere l’attacco, i detriti dei droni abbattuti sono caduti in tre diversi quartieri della città: Holosiyvsky, Dniprovskyi e Desnianskyi. In quest’ultimo, i detriti hanno provocato un incendio in un edificio non residenziale. Fortunatamente, non si registrano feriti tra la popolazione. Popko ha rassicurato i cittadini, affermando che nessuno dei droni russi ha raggiunto il proprio bersaglio.

Il colonnello Roman Kostenko, uno dei più influenti comandanti delle forze speciali ucraine, ha offerto una visione cruda e diretta della situazione sul campo di battaglia in Ucraina, in un’intervista a La Stampa. Kostenko, operativo fin dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, ha evidenziato come l’Ucraina abbia saputo sfruttare i punti deboli delle forze russe, ottenendo avanzamenti importanti. Secondo il colonnello, gli attacchi condotti in territorio russo hanno avuto un effetto distrattivo, permettendo alle forze ucraine di colpire in modo più efficace e di guadagnare terreno.

Nonostante questi successi tattici, Kostenko non ha esitato a criticare la qualità delle armi fornite dall’Occidente, affermando che gran parte degli equipaggiamenti ricevuti non sono all’altezza delle sfide attuali. “Abbiamo solo il 40-50% delle armi necessarie,” ha dichiarato.

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