Quanto si studia l’Europa a scuola? Qualche progetto da copiare

In che modo l'integrazione dell'educazione civica nelle scuole influenza il coinvolgimento politico dei giovani europei

Pubblicato: 5 Giugno 2024 12:27

Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

L’educazione civica e la partecipazione politica dei giovani rappresentano temi cruciali per il futuro delle democrazie contemporanee. L’integrazione dell’educazione civica nei programmi scolastici non solo fornisce agli studenti una comprensione dei loro diritti e doveri come cittadini, ma può anche avere un impatto significativo sul loro coinvolgimento politico, come nelle elezioni europee.

È essenziale capire quanto e come si parla dell’Unione Europea nelle scuole, perché una conoscenza approfondita delle istituzioni e delle politiche europee può stimolare un maggiore interesse e impegno verso le questioni politiche sia a livello nazionale che europeo. Solo attraverso un’educazione civica ben strutturata e inclusiva si può sperare di formare cittadini consapevoli e attivi, pronti a contribuire positivamente alla società, con le loro azioni o con il loro voto.

Quanto si studia a scuola l’Europa?

Per rispondere a queste domande, il questionario ICCS (istituto che indaga sui modi in cui i giovani vengono preparati ad assumere i loro ruoli di cittadini) ha valutato le opinioni degli studenti europei sulle opportunità di apprendimento riguardanti l’Europa nelle scuole. I risultati hanno mostrato differenze notevoli tra i vari Paesi:

La conoscenza delle istituzioni dell’europee

La domanda sulle istituzioni dell’Ue ha ricevuto in generale le percentuali più basse, con una media europea del 56%. Cipro, Francia, Paesi Bassi e Spagna hanno riportato percentuali inferiori di oltre 10 punti alla media, mentre l’Italia ha superato la media europea di 20 punti.

Sette Paesi, tra cui Croazia, Italia, Lituania, Polonia, Norvegia, Slovenia e Svezia, hanno ottenuto punteggi significativamente superiori alla media europea nella scala sintetica derivata dalle domande. Al contrario, i punteggi più bassi sono stati registrati a Cipro e in Spagna.

Studiare l’Europa attraverso i progetti pratici

Studiare non vuol dire necessariamente apprendere dai libri. Ci sono progetti molto pratici che avvicinano i giovani italiani all’Ue. Gli studenti dell’Istituto Comprensivo Francesco Berti di Prignano sulla Secchia in provincia di Modena, ad esempio, hanno creato un murales per rappresentare i valori dell’Unione europea. Realizzato con il supporto della Regione Emilia-Romagna, il murales narra il percorso che ha portato alla nascita dell’Ue, ma anche il futuro desiderato dai ragazzi: libero, giusto e pacifico. Tra i simboli principali ci sono due mani che si incontrano, unite da un drappo blu con stelle, simbolo dell’Unione, e una colomba in volo, che rappresenta la pace. La scritta “United in diversity” celebra l’unità nella diversità delle culture europee.

Il filo spinato richiama le tragedie del passato per evitarne la ripetizione, mentre i personaggi di Guernica di Picasso e il bacio tra Brežnev e Honecker sottolineano momenti storici cruciali. Questo progetto fa parte del programma ‘Vista sull’Europa’ e ha coinvolto le amministrazioni comunali locali. Gli studenti, attraverso attività dialogiche e creative, hanno esplorato i valori dell’Europa unita, contribuendo alla creazione del murales e avvicinandosi a un’immagine condivisa del futuro europeo. Una mostra sulla seconda edizione del progetto, dedicata alle madri fondatrici d’Europa, è stata allestita all’interno della scuola.

Educare alla cittadinanza europea attraverso un’esperienza pratica

Gli studenti di otto scuole superiori dell’Umbria hanno partecipato al concorso “Investiamo nel vostro futuro”, promosso per valorizzare gli interventi finanziati dal Programma Operativo Regionale (POR) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Il progetto mirava a far comprendere l’importanza dell’Europa nelle nostre vite e a esplorare politiche e progetti per il futuro.

La campagna ha coinvolto oltre 9000 studenti tra i 14 e i 19 anni. Durante workshop e sessioni informative, lo staff regionale ha spiegato il funzionamento dei fondi FESR. Successivamente, gli studenti hanno approfondito un progetto finanziato nella loro città, esaminando l’origine, i requisiti e l’approvazione dei fondi. Hanno prodotto video documentari basati su sondaggi, interviste e ricerche, spiegando gli aspetti finanziari e tecnici dei progetti europei.

Il concorso ha trasformato l’educazione alla cittadinanza europea in un’esperienza pratica, permettendo agli studenti di verificare concretamente se l’Europa contribuisce allo sviluppo del territorio. Questo approccio ha migliorato la formazione alla cittadinanza attiva e consapevole, sviluppando competenze di comunicazione, ricerca, progettazione e autonomia.

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