Cosa sono i PIR e come possono aiutare le PMI

I Piani individuali di risparmio sono una forma di investimento a medio termine, che beneficiano di un particolare regime fiscale che ne aumentano i guadagni

Pubblicato: 3 Aprile 2017 22:33Aggiornato: 25 maggio 2024 19:00

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Negli altri grandi Paesi europei sono una realtà consolidata, mentre in Italia hanno fatto il loro debutto solamente a inizio anno. Stiamo parlando dei PIR, i piani individuali di risparmio introdotti nel Bel Paese con l’ultima Legge di Stabilità e che mirano a raccogliere dei fondi da destinare alle piccole e medie imprese italiane, vera spina dorsale dell’economia. Come si sa per le PMI è un periodo complicato, con le banche sempre più restie a concedere fondi e l’unico modo per trovare investitori è cercare vie alternative per finanziarsi. E una di queste sono le obbligazioni, che fanno parte anche dei piani individuali di risparmio.

Che cosa sono i PIR

I piani individuali di risparmio sono stati introdotti nell’ultima Legge di Stabilità e sono pensati per veicolari delle risorse verso le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito. I PIR sono gestiti direttamente dalle società di gestione del risparmio o dalle aziende assicurative. I piani individuali di risparmio devono, però, rispettare dei requisiti: non possono durare meno di cinque anni e l’investimento annuale non può essere superiore ai 30.000 euro. In cambio le persone ottengono degli sgravi fiscali: le tasse sono ridotte al minimo per capital gain, dividendi, successione e donazioni.

Come funzionano i PIR

Gli investimenti degli utenti saranno diversificati in diversi strumenti finanziari che andranno a sostenere le piccole e medie imprese: azioni, obbligazioni, conti correnti bancari e fondi d’investimento. Il 70% della quota di ogni singola persona sarà dedicata esclusivamente alle PMI italiane o estere ma con sede nel Bel Paese.

Il mercato dei piani individuali di risparmio

Secondo una prima previsione nelle casse delle aziende a media capitalizzazione potrebbero finire oltre due miliardi di euro. Il Governo con i PIR ha cercato di canalizzare i risparmi delle famiglie verso le imprese innovative, ma che faticano a trovare investitori pronti a finanziare le loro idee. Nelle migliori delle previsioni i piani individuali di risparmio potrebbero addirittura attrarre risorse per circa sedici miliardi di euro.

PIR alternativi: cosa sono

I PIR alternativi, o anche detti fai da te, rappresentano dei piani individuali per effettuare investimenti in maniera autonoma. Ciò riguarda soprattutto azioni e obbligazioni relative a piccole e medie imprese.

Strumenti creati con il Decreto Rilancio 2020, aggiuntisi ai PIR ordinari. Nel rispetto di alcuni requisiti, possono garantire notevoli vantaggi fiscali. Al momento del lancio l’obiettivo era chiaramente quello di fornire nuove risorse finanziarie ad aziende italiane piccole o medie, non quotate, impegnate in una fase estremamente delicata, considerando la pandemia da Covid in atto.

La principale distinzione da quelli ordinari è data dal fronte commissionale e dalla trasparenza. La costituzione dei PIR alternativi avviene attraverso la sottoscrizione di un rapporto di amministrazione, gestione di portafoglio o custodia, operando in un regime di risparmio amministrato.

Il grande vantaggio, come per gli ordinari, è rappresentato dalla detassazione completa di quelle che sono le rendite finanziarie generate dalle plusvalenze, dai dividendi o dagli interessi. A ciò si aggiunge ovviamente l’esenzione dall’imposta di successione.

Ecco quali sono i vincoli e limiti da rispettare:

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