Chi ha beneficiato di Quota 100? I dati dell’INPS, ricavati dall’analisi di un campione di 70mila aventi diritto, consente di ragionare per tipologia. Si tratta di cifre che prendono in considerazione la finestra di tempo fino al 2021, dal 2019, del sistema di pensione agevolato, che permette di ritirarsi dal lavoro con 62 anni di età e almeno 38 di contributi, senza penalità sull’assegno.
Considerando che la pensione Quota 100 è finanziata con il debito pubblico e da tutti i lavoratori, che contribuiscono al sistema retributivo, si tratta, nei fatti, di un trasferimento di risorse: a favore di chi sceglie di andare in pensione e a sfavore di chi non vuole, o non può, abbandonare il mondo del lavoro.
La storia che ci raccontano i dati dell’istituto di previdenza, vede beneficiare dell’assegno anticipato soprattutto gli elettori del Partito Democratico a svantaggio degli elettori leghisti, i ceti benestanti a favore di quelli più svantaggiati e gli uomini a svantaggio delle donne.
Chi è andato in pensione con Quota 100
I “centisti” sono concentrati tra i dipendenti nel settore pubblico e privato. Secondo le stime, il reddito medio di queste categorie è di 36mila euro, un dato che le colloca oltre i due terzi degli italiani con stipendio più alto. Si tratta inoltre di lavoratori poco inclini a votare la Lega, che ha fatto della pensione con Quota 100 la propria bandiera.
Le cifre rivelano che gli autonomi, che hanno votato Salvini per il 42%, hanno aderito in misura del 27% inferiore rispetto ai dipendenti privati. Anche gli agricoltori, una categoria di lavoratori molto orientata a destra, non ha beneficiato della misura targata Carroccio, a cui invece hanno fatto ricorso i percettori di redditi medio-alti e del settore pubblico, più inclini a votare il Partito Democratico.
Quota 100, chi l’ha chiesta di più
Le donne hanno chiesto Quota 100 per una misura dell’11% inferiore agli uomini. Lo scarto non è da poco, considerando che l’assegno anticipato è stato richiesto dal 44% dei lavoratori che ne hanno diritto.
A proposito di Quota 100, intanto, si tratterebbe di una misura inadeguata per diversi motivi. I requisiti agevolati per accedervi, infatti, risultano preferiti solo da una parte limitata di lavoratori e ciò evidenzia una disparità di trattamento. Con Mario Draghi al governo, però, è previsto un cambiamento nei criteri di accesso alle pensioni agevolate dall’Inps. Le modifiche proposte mirano a rendere il sistema pensionistico più inclusivo ed equo, ampliando l’accesso ai benefici pensionistici a una gamma più ampia di lavoratori. Questo potrebbe significare una revisione dei requisiti e delle condizioni per accedere alla pensione agevolata, al fine di garantire una maggiore equità nel trattamento dei lavoratori e nell’accesso ai diritti pensionistici. Si spera che queste riforme possano contribuire a creare un sistema pensionistico più sostenibile e adatto alle esigenze della società moderna.
L’avvicinarsi della scadenza di Quota 100, che segnerà la sua conclusione alla fine dell’anno, poi, porta in primo piano una questione delicata legata per le pensioni. Sindacati, maggioranza e Inps, infatti, sono tutti coinvolti in un intenso dibattito riguardante le possibili uscite dal lavoro a 62 anni. Questa fase cruciale, caratterizzata da intense negoziazioni, si presenta come un intricato puzzle da risolvere, con diversi interessi in gioco e veti incrociati che complicano ulteriormente la situazione.