Sempre più giovani sono attirati dal nuovo metodo FIRE, acronimo che sta per “Financial Independence, Retire Early” (che tradotto letteralmente vuol dire “Indipendenza finanziaria, pensione in anticipo”). Si tratta di un programma basato su una pianificazione finanziaria dei risparmi, per ridurre le spese e smettere di lavorare già a 40 anni. Ma come funziona? E quali sono le regole da seguire?
Pensione a 40 anni, come funziona il metodo FIRE
Alla base del metodo FIRE c’è una pianificazione finanziaria basata su programmi di risparmio e di investimento. Sintetizzando molto si potrebbe dire che quello che suggerisce ai propri seguaci è di mettere da parte più soldi possibili oggi per vivere di rendita domani. È possibile? Sì, ma non è detto che sia così semplice.
Le persone che utilizzano questo metodo cercano di risparmiare gran parte del loro reddito, fino al 75%, in modo da poter andare in pensione già alla soglia dei 40 anni. Per farlo funzionare serve quindi una zelante gestione dei soldi.
Il primo passo per ottenere l’indipendenza finanziaria il prima possibile è risparmiare e investire, così da aumentare il capitale da cui attingere una volta raggiunta l’età di pensionamento (ovvero il tesoretto da usare una volta smesso di lavorare).
Idealmente, è come crearsi autonomamente un fondo pensionamento. Ovviamente, quando si parla di pensione anticipata, in questo caso, non si fa riferimento al convenzionale assegno previdenziale erogato Inps.
Quanti risparmi servono per andare in pensione a 40 con il metodo FIRE
Secondo il metodo FIRE, più alto è il tuo tasso di risparmio e la percentuale di reddito che non spendi, più velocemente si può andare in pensione. Ora, una domanda potrebbe sorgere spontanea, e cioè: quanti risparmi servono per poter continuare a vivere senza lavorare, già a 40 anni?
Chi ha deciso di abbracciare questo stile di vita spesso segue la cd. “regola del 4%”, sviluppata da William Bengen nel 1994, consulente che per primo ha introdotto e approfondito il concetto di indipendenza finanziaria (e che per questo motivo è già in pensione da diverso tempo). Secondo la teoria sviluppata da Bengen, una persona può permettersi di smettere di lavorare quando e se riesce a mettere da parte risparmi pari a una quota 25 volte superiore a quello che spende in un anno per mantenersi. Dopo di che, dal fondo accumulato, basterà prelevare il 4% ogni anno, da cui ricaverà la propria pensione.
Facciamo un esempio pratico. Prendiamo in considerazione un soggetto cui età attuale è di 25 anni, che mediamente ogni mese spende 1.500 euro al mese. Se quest’ultimo decidesse di mettere in pratica i consigli del metodo FIRE, ad oggi, avrebbe 15 anni di tempo per mettere da parte i soldi necessari per il suo fondo pensione. Ma la somma che gli permetterebbe di vivere di rendita, basata su quelli che sono i suoi bisogni, non potrebbe essere minore di 450 mila euro (sulla base dei costi mensili spende circa 18 mila euro l’anno, che moltiplicati per 25 fanno 450 mila).
Facendo il procedimento inverso (450 mila x 4 / 100), e applicando la regola di Bigen, un fondo pensione pari a 450 mila euro dal quale prelevare il 4% ogni anno permetterebbe alla persona in questione di vivere altri 25 anni, senza lavorare, spendendo circa 18 mila euro l’anno, ovvero 1.500 euro mensili. A quel punto avrebbe raggiunto l’età di 65 anni, per cui potrebbe avere accesso alla pensione di vecchiaia, che – attenzione – è disciplinata dalla legislazione nazionale e dipende dai contributi versati e dagli anni di lavoro.
Il metodo FIRE non è per tutti
Riuscire a mettere una somma di denaro così alta da parte, prima del compimento dei 40 anni, non è però così facile. Quello che si evince, dunque, è che il metodo FIRE non è per tutti.
Una soluzione potrebbe essere quella di ridurre le proprie spese, tagliando quelle non indispensabili (sia mentre si lavora sia quando si smette). Molti, per esempio, hanno scelto di trasferirsi all’estero, dove il costo della vita è basso e per vitto e alloggio si spende poco.
Per aumentare i propri risparmi, inoltre, ai “seguaci” FIRE vengono consigliati investimenti in grado di aumentare il proprio capitale. Per esempio, quando il denaro viene messo in un conto che matura interessi composti, aumenta di valore in base a quanto c’è nel conto e quanto il conto guadagna in interessi ogni anno.
Poi c’è chi, guadagnando tanto, riesce a mettere da parte più di quanto spende, facendo in questo modo lievitare la quota destinata al fondo pensione, ma anche una volta raggiunta l’indipendenza finanziaria bisognerà continuare a spendere strategicamente.
Bisogna aggiungere, infine, che non esiste un programma di risparmio universale, applicabile allo stesso modo ad ogni singolo, ma bisognerebbe valutare caso per caso.
Uno degli svantaggi del metodo FIRE è che presuppone una grande quota di reddito su cui poter contare, e non è detto che chiunque riesca ad accumulare ricchezza prima di compiere 40 anni. Inoltre, la regola del 4% funziona solo se si spende lo stesso importo ogni anno e per sempre. Non tiene conto dell’inflazione e delle emergenze, e presuppone una vita dedita al risparmio (che potrebbe limitari i propri piani per il futuro, viaggi e vacanze e – come già detto – non tenere conto degli imprevisti).
In generale, considerando i tassi di inflazione e le eventuali spese destinate a eventi fuori programma, a chi ha intenzione di applicare il metodo FIRE per andare in pensione anticipatamente viene sempre consigliato di mettere da parte più dei soldi di quelli previsti (applicando la formula del 4% matematicamente), o comunque di poter fare affidamento su un fondo per le emergenze. Da qui l’idea di lesinare il più possibile e investire in progetti e azioni in grado di ripagare nel lungo termine, garantendo una rendita alternativa al lavoro e alla stessa pensione assicurata dal capitale accantonato prima dei 40 anni. Ancora, lo ripetiamo, il metodo FIRE non è per tutti.
In alternativa, è sempre possibile spostare la data di “pensionamento”, smettendo di lavorare ad un’età diversa e – quindi – concedendosi più tempo per mettere da parte più soldi, facendo poi affidamento su una quota diversa per il pensionamento.