Ottima notizia per i giovani. Il Governo Conte-bis sembra aprire all’ipotesi di costruire una pensione contributiva di garanzia per i giovani con carriere discontinue e precarie.
L’annuncio arriva direttamente da Cgil, Cisl e Uil al termine del primo incontro tecnico al ministero del Lavoro in vista di una più generale riforma delle pensioni. Erano stati proprio i sindacati ad avanzare l’ipotesi durante la discussione della Manovra di bilancio 2020.
L’obiettivo della riforma
L’obiettivo è quello di garantire a un giovane entrato nel mondo del lavoro dopo il 1996, quindi con un regime totalmente contributivo, un assegno commisurato ai contributi versati ma anche integrato da una contribuzione figurativa. Che valorizzi non solo i periodi di disoccupazione involontaria, ma anche quelli dedicati alla formazione e al lavoro di cura familiare, oltre a riconoscere valore anche ai periodi di basse retribuzioni.
Secondo la Cisl l’assegno di pensione non potrà essere comunque inferiore ai 780 euro al mese. Su una posizione comune anche Cgil e Uil, che però non avanzano ipotesi di cifre. Tutti e tre i sindacati concordano poi sul fatto che la pensione di Garanzia Giovani debba andare di pari passo con la rimodulazione delle attuali soglie di reddito previste per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 per poter accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata. Come al solito il problema resta quello delle coperture.
Sindacati soddisfatti
Un risultato politico importante, visto che “il Governo ha riconosciuto la richiesta unitaria circa la necessità di una pensione contributiva di garanzia” ha commentato il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra.
È la prima volta che arriva una risposta in qualche modo ufficiale da parte dell’Esecutivo. “Siamo soddisfatti del fatto che il Governo non si sa presentato con un testo ‘prendere o lasciare’ ma si sia impegnato a valutare le nostre idee e sia disponibile al confronto” ha commentato a margine il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.
Tuttavia, è difficile dire quanto sia realmente efficace Garanzia Giovani, considerato che i dati in possesso dell’Anpal – Agenzia nazionale per le politiche attive lavoro al 31 dicembre 2017 parlando di un giovane solo su cinque che trovava lavoro.
Cos’è il piano Garanzia Giovani
Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. A questo scopo sono stati previsti diversi finanziamenti per i Paesi membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che vengono investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un percorso scolastico o formativo, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training).
Nel rispetto della Raccomandazione europea del 2013, l’Italia dovrà garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.
Come funziona
Garanzia Giovani è un’iniziativa pensata per aiutare a entrare nel mondo del lavoro i giovani tra i 15 e i 29 anni, residenti in Italia, cittadini comunitari o stranieri extra UE, regolarmente soggiornanti, non impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in corsi scolastici o formativi. In collaborazione tra attori pubblici e privati.
Per stabilire in modo opportuno il livello e le caratteristiche dei servizi erogati e aumentarne l’efficacia, è stato scelto di introdurre un sistema di profilazione che tenga conto della distanza dal mercato del lavoro: una serie di variabili, territoriali, demografiche, familiari e individuali profilano i giovani permettendo così di regolare la misura dell’azione in loro favore.
La Nuova Garanzia Giovani prevede anche un ulteriore asse di intervento, l’Asse 1bis, con una dotazione finanziaria di oltre 497 milioni di euro, costituita esclusivamente da risorse di Fondo Sociale Europeo. Per accedere al Programma e ai servizi universali di informazione e orientamento, occorre registrarsi e aderire.