Indubbiamente uno degli scenari più favorevoli per i pensionati che si trasferiscono all’estero è spostare la propria residenza fiscale in Brasile. Soprattutto per quanti percepiscono degli assegni previdenziali erogati dall’Inps, spostarsi in questo Paese, grazie alle Convenzioni contro le doppie imposizioni contratte con l’Italia, permette di ottenere un trattamento di favore. Ma stando attenti alla soglia dei 5.000 dollari all’anno.
Questo limite spesso crea non poca confusione tra i pensionati, che potrebbero andare incontro a delle conseguenze di tipo fiscali a cui, con ogni probabilità, non avevano pensato nel momento avevano preso la decisione di partire.
Indice
Il trattamento fiscale delle pensioni in Brasile
A determinare in quale modo debbano essere gestite fiscalmente le pensioni nel paese sud-americano sono due articoli della Convenzione Italia-Brasile, che disciplinano diverse prestazioni previdenziali.
Al centro dell’articolo 18 ci sono le pensioni di natura privata e le annualità maturate da precedenti rapporti di lavoro privato o da delle obbligazioni assunte dietro un corrispettivo adeguato.
Uno dei punti più importanti di questo articolo è costituito dalla famosa soglia dei 5.000 dollari statunitensi. Fino al raggiungimento di questo importo annuale la tassazione spetta allo stato di residenza, quindi al Brasile.
Nel momento in cui questa soglia viene superata, le regole del gioco cambiano drasticamente. Viene applicata la tassazione concorrente di entrambi i Paesi. Ed è previsto un meccanismo di credito d’imposta attraverso il quale viene eliminata la doppia imposizione.
Altrettanto importante è l’articolo 19, attraverso il quale vengono regolamentate alcune tipologie di assegni previdenziali, che entrano in un quadro leggermente più ampio di sistema di sicurezza sociale.
In questo novero di pagamenti rientrano le pensioni Inps ex Inpdap e i trattamenti previdenziali obbligatori italiani. Quanti dovessero rientrare in questa situazione hanno diritto, se residenti in Brasile e regolarmente iscritti all’Aire, a beneficiare esclusivamente della tassazione brasiliana sull’intero importo percepito.
Questo significa che la tanto chiacchierata soglia dei 5.000 dollari non ha alcun tipo di impatto sulle pensioni di sicurezza sociale.
| Pensioni italiane in Brasile | |
|---|---|
| 💰 Soglia di esenzione | 5.000 dollari statunitensi annui è l’importo entro il quale la pensione è esente da doppia imposizione |
| 📜 Riferimento normativo | Articolo 18 della Convenzione Italia-Brasile ratificata con Legge n. 844/1980 |
| 🏦 Tipo di pensione | Pensioni private o previdenziali (Inps) Escluse le pensioni pubbliche da lavoro statale, tassate solo in Italia |
| 🌍 Principio fiscale | Le pensioni fino a 5.000 dollari sono tassate solo nello Stato di residenza (Brasile) La parte eccedente può essere tassata anche in Italia |
| ⚖️ Doppia tassazione | Il Brasile non riconosce sempre il credito d’imposta previsto, causando talvolta doppia tassazione sulla quota eccedente |
| 📅 Applicazione | Valida per i pensionati italiani residenti in Brasile con certificato di residenza fiscale brasiliana |
L’eccezione delle pensioni di sicurezza sociale
La Convenzione Italia-Brasile stabilisce un principio molto chiaro e preciso per i pensionati italiani del sistema pubblico. Si legge all’art. 19:
Le pensioni pagate nel quadro di un regime di sicurezza sociale di uno stato contraente a un residente dell’altro stato contraente sono imponibili soltanto in quest’ultimo stato.
Siamo davanti ad una formulazione molto chiara che lascia poco spazio alla libera interpretazione delle parti. Quando una pensione Inps viene erogata nell’ambito del sistema di sicurezza sociale italiano, può accedere alla tassazione brasiliana solo e soltanto se il percipiente è residente nel Paese.
Non sono previste soglie di alcun tipo e non viene applicato l’articolo 18. L’Italia, in questo caso, non può applicare alcun tipo di tassazione sui redditi percepiti.
Il motivo che sta a monte a questa scelta è molto semplice. Le pensioni di sicurezza sociale sono legate a doppio nodo alla vita economica e sociale del beneficiario nel Paese in cui ha deciso di risiedere.
Nel momento in cui si trasferisce in Brasile, il pensionato utilizza esclusivamente dei servizi pubblici brasiliani e partecipa all’economia locale. Deve, quindi, fare riferimento esclusivamente al sistema fiscale del Paese in cui vive.
Un po’ alla volta l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto questo principio, anche se, in molti casi, continuano ad essere applicate le ritenute Irpef.
Quando si applica la soglia dei 5.000 dollari
Discorso un po’ diverso è quello legato alle pensioni private. L’articolo 18 ha introdotto la soglia dei 5.000 dollari. Gli effetti fiscali, in questo caso, sono leggermente articolati.
Con la locuzione pensioni private si intendono tutti quei trattamenti previdenziali che non si riconducono al sistema di sicurezza sociale.
Stiamo parlando, in altre parole, di:
- fondi pensione complementari;
- piani individuali pensionistici;
- pensioni aziendali integrative;
- rendite da polizze vita e simili;
- prestazioni derivanti da rapporti di natura privatistica.
Il meccanismo adottato in questo caso è molto semplice. Fino a 5.000 dollari la tassazione spetta unicamente al Brasile come stato di residenza. Nel momento in cui l’importo dovesse superare questa soglia, per la parte eccedente l’Italia ha la possibilità di applicare la propria imposizione fiscale.
È bene chiarire che la tassazione italiana impatta esclusivamente sulle eccedenze, non andando ad impattare sui primi 5.000 dollari percepiti. Questo è un meccanismo che differisce in tutto e per tutto da altre convenzioni, che prevedono il tutto o niente.
Ma soprattutto rappresenta un compromesso negoziale, il cui intento è quello di tutelare quanti percepiscono degli importi più bassi.
Il problema del cambio dagli euro al dollaro
Fino a questo momento abbiamo sempre parlato di una soglia di 5.000 dollari. Resta cruciale, per applicare la tassazione italiana, la determinazione del cambio valuta corretto.
Il primo aspetto da prendere in considerazione è quale tasso di cambio debba essere utilizzato per la conversione. Nella Convenzione non viene specificato quale debba essere applicato, mancanza che presta il fianco ad interpretazioni diverse.
Per consuetudine in Italia viene considerato il cambio medio annuale della coppia Eur/Usd, che viene pubblicato dalla Banca d’Italia.
L’amministrazione brasiliana, da parte sua, potrebbe fare riferimento ai cambi pubblicati dal Banco Central do Brasil. Una discrepanza che può generare un’infinità di dubbi, perché lo stesso importo potrebbe risultare sotto soglia per il Brasile e sopra per l’Italia.
A questo si aggiunge la volatilità del cambio Eur/Usd, che può portare a delle situazioni paradossali che fanno rimbalzare la stessa pensione da un regime all’altro da un anno all’altro, senza che l’importo percepito in euro cambi nel frattempo.
Più pensioni private vanno sommate?
Altro elemento che crea delle complessità è l’aggregazione di più pensioni private. Nel caso in cui un contribuente dovesse percepire delle pensioni private che arrivano da più fonti italiane, queste devono essere sommate ai fini della verifica del superamento della soglia.