Continua il dibattito all’interno della maggioranza per trovare i fondi per finanziare maggiore flessibilità in uscita per le pensioni. Le regole europee costringeranno l’Italia a presentare un piano di rientro dal suo debito, che sfiora ormai i 3mila miliardi, e questo ha frenato le possibilità di una riforma del sistema previdenziale che superi la legge Fornero.
La Lega continua però a spingere per introdurre una versione del suo progetto, Quota 41, che almeno per il prossimo anno dia un’opzione in più in uscita ai lavoratori, seppur con un netto taglio dell’assegno pensionistico e una serie di altre limitazioni alla sua estensione.
Quota 41 Ligth in manovra: come funziona la riforma
Nel vertice di maggioranza dello scorso venerdì, stando a quanto emerge dalle indiscrezioni trapelate, non ci sarebbe stato spazio per parlare di una riforma delle pensioni. Un duro colpo per la Lega, che da tempo prova a inserire nei progetti del Governo Meloni Quota 41, la possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi previdenziali versati.
Questo non significa però che l’idea della Lega sia completamente saltata. Il partito di Matteo Salvini sta provando a imporre alcune limitazioni alla legge per contenerne i costi e permettere comunque l’introduzione di una norma che sostituisca Quota 103, ormai in scadenza. Il funzionamento della legge dovrebbe però cambiare in maniera significativa, e includerà i seguenti paletti.
- Ricalcolo completo dell’assegno con il metodo contributivo. Caratteristica ereditata da Quota 103, questo ricalcolo comporterà un taglio significativo dell’assegno pensionistico di chi deciderà di aderire a questa norma.
- Tetto delle pensioni ulteriormente diminuito. Altra idea già avuta per Quota 103: fino al raggiungimento dei 67 anni di età, chi decide di andare in pensione con Quota 41 non potrà ricevere più di una certa cifra mensile. In precedenza si trattava di 2.459 euro lordi, ma potrebbe essere ulteriormente ridotto.
- Ampliamento della finestra di attesa, da 3 a 6 mesi, tra la maturazione dei requisiti e l’erogazione del primo assegno pensionistico. Questa opzione è molto improbabile e osteggiata dalla stessa Lega.
I costi e le coperture per Quota 41 Light
La ragione per cui la Lega è costretta a limitare in questo modo l’azione della propria riforma pensionistica è la scarsità di fondi a disposizione del Governo nella prossima manovra finanziaria. L’enorme debito pubblico italiano, quasi 3mila miliardi di euro, costringerà l’esecutivo a un piano di rientro molto restrittivo da presentare entro il 20 settembre all’Ue.
Per le pensioni in particolare, i soldi scarseggiano più che in altri ambiti. Ape Sociale e Opzione Donna, pur nelle versioni ridotte della scorsa legge di bilancio, dovranno essere rinnovate. Pesa anche l’aumento delle pensioni minime, fortemente voluto da Forza Italia e dal suo leader Antonio Tajani.
Nella scorsa legislatura una parte significativa di queste misure era stata finanziata riducendo la perequazione delle pensioni più alte. Il Governo aveva limitato l’aumento automatico che deriva dall’adeguamento all’inflazione per gli assegni che superavano una certa cifra. Erano stati ricavati fino a 10 miliardi di euro in 3 anni, ma questa fonte di risparmio si è ormai esaurita. Il calo dell’inflazione ha reso una misura di questo tipo molto meno efficace.