Versare i contributi nel fondo pensione fa risparmiare sull’Irpef, le simulazioni

I contributi versati a un fondo pensione permettono di risparmiare un bel po' di tasse ogni anno. Vediamo quanto rimane in tasca

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Versare i contributi a un fondo pensione, nel 2025, permette di risparmiare tra i 1.187 euro e i 2.200 euro di Irpef a seconda dello scaglione di appartenenza a fronte di un versamento annuo pari a 5.164,67 euro – il tetto massimo per il quale è possibile accedere alla detrazione fiscale.

L’investimento in un fondo pensione, oltre a garantire un’entrata aggiuntiva al termine della vita lavorativa, permette di pagare meno tasse perché riduce il reddito imponibile sul quale vengono calcolate. Il fondo pensione, infatti, è deducibile e permette di ottenere un significativo risparmio fiscale.

Come si determina la deduzione

Il versamento dei contributi in un fondo pensione permette di abbattere il reddito imponibile.

Il risparmio effettivo che si riesce a ottenere, però, varia a seconda dell’aliquota Irpef marginale del contribuente: maggiore è il reddito percepito nel corso dell’anno, più alta è l’aliquota. E maggiori saranno i benefici fiscali che si riescono ad ottenere.

A determinare in quale modo possano essere portati in deduzione i versamenti è la tipologia di lavoratore e il modo in cui li effettua.

Per i dipendenti, nel caso in cui i contributi dovessero essere versati attraverso il datore di lavoro, la deduzione viene applicata direttamente in busta paga. Ai fini pratici viene ridotto l’imponibile sul quale vengono calcolate le ritenute Irpef.

Per gli autonomi e i dipendenti che versano in modo autonomo, la deduzione deve essere indicata direttamente nella dichiarazione dei redditi (il Modello 730 o il Modello Redditi, a seconda dei casi).

Quando si versa il Tfr nel fondo pensione non è soggetto a deduzione, ma non impatta direttamente nemmeno sul plafond dei 5.164,57 euro, perché è sottoposto a un regime di tassazione agevolato e separato da quello classico Irpef.

Da un punto di vista fiscale è bene ricordare che:

Quanto si risparmia con il fondo pensione

Grazie al versamento dei contributi in un fondo pensione è possibile risparmiare sulle imposte da versare nel corso dell’anno. Si va a ridurre la base imponibile sulla quale viene calcolata l’imposta da versare. Ricordiamo che per il 2025 le aliquote Irpef sono le seguenti:

Scaglione di reddito Aliquota Irpef
Fino a 28.000 euro 23%
Da 28.001 fino a 50.000 euro 23%
Oltre 50.000 43%

Per fare una stima di quanto possa essere il risparmio annuo di Irpef prendiamo in considerazione l’importo massimo deducibile nel corso dell’anno:

5.164, 57 euro.

Il risparmio varia a seconda dello scaglione di appartenenza:

Reddito Risparmio massimo Il calcolo che è stato effettuato
Fino a 28.000 euro 1.187,85 euro 5.164,57 euro * 23%
Tra 28.000 e 50.000 euro Circa 1.807,60 circa 5.164,57 euro * 35%
Oltre 50.000 euro Circa 2.220,76 euro 5.164,57 euro * 43%

Ovviamente il risparmio annuo effettivo è proporzionato all’importo che viene effettivamente versato, fino al raggiungimento del tetto massimo deducibile. Ma è bene ribadire alcuni punti importanti.

Il primo è che il tetto massimo deducibile è 5.164,57 euro anche quando dovessero essere versati degli importi superiori. All’interno di questa soglia sono contenuti i versamenti personali, quelli effettuati dal datore di lavoro e quelli fatti per conto dei familiari a carico.

Il vantaggio fiscale si concretizza immediatamente nel momento in cui viene presentata la dichiarazione dei redditi: si riduce l’imposta che deve essere versata.

Quali novità sono state introdotte nel 2025

Per quanto riguarda la previdenza complementare, il legislatore ha introdotto la possibilità di integrare la pensione anticipata con la rendita del fondo pensione, in modo da raggiungere la soglia minima: 25 anni di contributi, che nel 2030 diventeranno 2030.

Le principali novità di quest’anno sono le seguenti:

Con la pensione anticipata flessibile è possibile andare in quiescenza a 64 anni sommando la pensione pubblica con la rendita del fondo pensione. È necessario aver maturato almeno 25 anni di contributi (che nel 2030 saliranno a 30) e un montante nel fondo pensione sufficiente a coprire il divario con la soglia minima.

Non è possibile cumulare la pensione con redditi da lavoro fino al raggiungimento dei 67 anni.

Non è ancora legge, ma si sta discutendo della possibilità di reintrodurre il meccanismo del silenzio assenso per destinare il Tfr ai fondi pensione. Nel caso in cui un lavoratore non dovesse fare una scelta entro 6 mesi, il suo trattamento di fine rapporto verrà destinato d’ufficio ad una forma di previdenza complementare.

Come sono tassati i rendimenti dei fondi pensione

Per completare il quadro è bene ricordare che i rendimenti dei fondi pensione godono di un regime fiscale agevolato rispetto ad altre tipologie di investimento: è prevista un’imposta sostitutiva che viene applicata sul risultato netto annuo della gestione.

Le aliquote di tassazione sono le seguenti:

È bene ricordare che l’imposta viene applicata direttamente sul rendimento maturato del fondo, che non viene cumulato con gli altri redditi Irpef del contribuente.

La tassazione viene effettuata sul risultato annuo della gestione, cioè sulla differenza che intercorre tra il valore del patrimonio alla fine e all’inizio dell’anno, al netto di contributi e prestazioni erogate.

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