Come funzionano i fondi pensione, convengono davvero?

Sono davvero vantaggiosi i fondi pensione? Ecco un’analisi dei rendimenti del 2023 e come valutare se convengono per il proprio futuro

Pubblicato: 20 Ottobre 2024 10:32

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Se si considera il contesto attuale in cui l’ invecchiamento della popolazione è palese, i fondi pensione possono essere davvero una delle opzioni migliori da scegliere se si desidera avere un futuro più sicuro dal punto di vista finanziario. Questi strumenti di risparmio a lungo termine, infatti, danno la possibilità di accumulare delle somme significative in modo graduale grazie a contributi regolari e alla crescita del valore investito.

Di tali prodotti, però, non si è ancora molto convinti soprattutto perché si ha una conoscenza limitata dei benefici e delle prestazioni reali. Ecco dunque cosa sono più precisamente e quanto sono convenienti al momento.

Cosa sono i fondi pensione

I fondi pensione sono degli strumenti di risparmio/investimento nati con lo scopo di integrare la pensione pubblica con un capitale aggiuntivo. Quest’ultimo può derivare dal Tfr, dai contributi volontari o dai versamenti del datore di lavoro. Non si tratta di prodotti obbligatori ma facoltativi che possono però aiutare a colmare il divario tra il reddito percepito prima della pensione e l’ammontare di quest’ultima. In questo modo si ha una maggiore sicurezza economica quando ci si appresta a lasciare definitivamente il lavoro.

Tali strumenti di risparmio e investimento si possono attivare quando si vuole e sono di diverse tipologie. Ci sono i fondi pensione aperti che sono una forma di previdenza complementare privata gestita da banche, compagnie di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). L’adesione a essi può essere sia individuale che collettiva ed è possibile iscrivere anche i propri familiari fiscalmente a carico. L’iscrizione dipende invece dal proprio contratto.

Quelli negoziali, invece, sono una forma di previdenza complementare privata creata attraverso la contrattazione collettiva tra i rappresentanti dei lavoratori e i datori di lavoro, a livello nazionale, settoriale o aziendale. Per quanto concerne l’adesione a essi, è possibile solo se si appartiene a una determinata azienda, gruppo di imprese o specifiche categorie professionali. Più nel dettaglio, possono aderire ai fondi dedicati, i lavoratori dipendenti del settore privato che appartengono ad una determinata categoria come ad esempio i metalmeccanici. O, ancora i dipendenti del settore pubblico come ad esempio il personale scolastico. E ancora, i soci di cooperative o i lavoratori autonomi/liberi professionisti.

Ci sono poi i fondi preesistenti che sono istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dai datori di lavoro mediante la contrattazione collettiva. Ciò, sia a livello nazionale, aziendale, che settoriale a favore dei lavoratori coinvolti nella stessa contrattazione. A essi, come per i negoziali, possono aderire solo i lavoratori di una determinata azienda, gruppo di imprese o precise categorie professionali.

C’è infine il PIP, una forma di previdenza complementare privata istituita dalle imprese di assicurazione. A tale piano individuale pensionistico di tipo assicurativo possono aderire tutti coloro (indipendentemente dalla situazione lavorativa) che vogliono costruire una pensione integrativa. L’adesione è individuale ed è possibile iscrivere anche i familiari fiscalmente a carico se ciò è previsto dal PIP.

Nel 2023 salgono le performance dei fondi pensione: l’analisi

Nell’anno appena trascorso, i rendimenti dei fondi pensione sono stati discreti. Hanno registrato, infatti, un incremento del 4% quelli garantiti, del 7% quelli bilanciati e dell’11% quelli azionari. Tali risultati, come ha spiegato Marco Lo Conte de Il Sole 24 Ore, hanno superato di gran lunga l’inflazione e il rendimento del Tfr. Ci si è chiesto quindi se con essi si potesse ottenere di più. Ebbene, i rendimenti dello scorso anno sono il risultato di scelte strategiche a lungo termine.

I fondi pensione sono progettati infatti per un orizzonte temporale pluridecennale ed hanno il compito di sostenere chi lavora fino al tanto agognato momento della pensione. Tali strumenti, per chi non lo sapesse, poi, investono indirettamente. Significa che si affidano a società di gestione del risparmio che hanno il compito di gestire gli investimenti secondo delle regole prefissate.

Lo Conte ha poi spiegato che i rendimenti sono stati frenati dalle performance del mercato obbligazionario che si è svalutato per colpa del rialzo dei tassi di interesse. Ha aggiunto infine che la previdenza complementare gioca un ruolo fondamentale nel compensare il progressivo indebolimento del primo pilastro pensionistico obbligatorio. E che, purtroppo, l’atteso rafforzamento fiscale dei fondi pensione, annunciato l’anno scorso, non si è materializzato.

La relazione annuale 2023 del Covip sui fondi pensione

La previdenza complementare lo scorso anno ha iniziato a riprendersi dopo il periodo di stagnazione relativo al 2022. Si riscontrano, però, ancora delle criticità. L’adesione ai fondi pensione, come si evince dal rapporto 2023 del Covip, resta bassa tra giovani, donne con carriere discontinue e lavoratori del Mezzogiorno. Alla fine dell’anno, c’erano 302 fondi pensione, suddivisi in negoziali, aperti, piani individuali (PIP) e preesistenti.

Dal report, si evince inoltre che la maggior parte degli iscritti ha tra i 35 e i 54 anni e che i fondi negoziali hanno visto un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente. Le adesioni sono aumentate anche nel settore pubblico grazie al meccanismo del silenzio-assenso per i nuovi assunti.

Dalla relazione Covip, inoltre, si evince che nel 2023 le persone che hanno versato contributi sono state 6,7 milioni con una contribuzione media di 2.810 euro. I rendimenti dei fondi, poi, sono cresciuti mediamente del 10% per i fondi negoziali e dell’11% per i PIP. Le risorse totali dei fondi pensione sono aumentate invece del 9,1% raggiungendo 224,4 miliardi di euro. Il Covip ovvero la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione ha quindi sottolineato (nel suo report) la necessità di migliorare il sistema previdenziale. Ha suggerito inoltre modifiche ai benefici fiscali e degli interventi per rendere il sistema più attraente ed efficiente.

Investire in fondi pensione può offrire quindi numerosi vantaggi se si desidera una sicurezza finanziaria futura. Tali strumenti, come spiegato, permettono infatti di accumulare un capitale aggiuntivo rispetto alla pensione pubblica cosicché da colmare il divario tra il reddito attuale e quello pensionistico. Inoltre offrono vantaggi fiscali, come deduzioni sui contributi versati e rendimenti potenzialmente superiori grazie alla gestione professionale degli investimenti. Sono poi flessibili e possono essere adattati alle esigenze personali grazie alle diverse opzioni di investimento. Garantiscono, infine, una forma di previdenza integrativa che può migliorare di molto il tenore di vita di chi va pensione e ridurre anche le preoccupazioni economiche future.

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