Il disegno di legge Salva Milano sembra essere destinato a rimanere sospeso al Senato, dopo il caso politico che ha travolto i suoi sostenitori. Il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala ha tolto il proprio sostegno personale alla legge e anche la maggioranza di governo, che lo aveva proposto, tentenna.
Nonostante ciò, i comitati delle famiglie che hanno comprato le case in costruzione nei progetti che la legge avrebbe dovuto sbloccare, protestano. Si tratta di 1.600 case, denuncia il comitato Famiglie Sospese, per le quali sono stati già versati acconti anche importanti, visti i prezzi dei nuovi appartamenti a Milano.
Perché è necessaria una legge per “salvare” Milano
Negli ultimi anni la procura di Milano ha bloccato diversi progetti di costruzione di palazzi residenziali o complessi abitativi nelle zone centrali o semi-centrali del capoluogo lombardo. L’accusa è di abuso edilizio e la prima inchiesta è partita nel 2023. Da allora si sono susseguite molte indagini che hanno rallentato lo sviluppo urbano della città.
L’accusa della procura riguarda le autorizzazioni. Buona parte di questi progetti sfrutta i vecchi spazi industriali presenti in zone anche molto centrali di Milano. Le imprese abbattono i vecchi capannoni o bonificano i terreni, per poi costruire palazzi.
Secondo la procura però, invece di chiedere al Comune la regolare autorizzazione a costruire nuove case, le aziende edili avrebbero chiesto solo la Scia, un documento che serve per autorizzare una ristrutturazione.
Cosa prevede il Salva Milano
È in questo contesto che si inserisce il disegno di legge Salva Milano. Anche se spesso viene chiamato “decreto” infatti, non si tratta di un’iniziativa del governo. Lo hanno presentato al Parlamento quattro deputati della maggioranza. Il testo ha però ottenuto il sostegno anche del Partito democratico, di cui è esponente il sindaco di Milano Beppe Sala, di Italia Viva e di Azione.
Il testo, che la Camera ha già approvato, prevede che gli interventi edilizi realizzati in “ambiti urbanizzati ed edificati” non abbiano bisogno dell’approvazione dei piani attuativi comunali, ma soltanto della Scia. In pratica, la legge regolarizza la prassi che si era sviluppata a Milano e che la procura contesta come abuso edilizio.
I progetti bloccati
La Scia richiede molta meno burocrazia delle vere autorizzazioni a costruire. Le imprese edili e i progettisti l’avrebbero richiesta utilizzando come pretesto la maggiore efficienza ecologica nel consumo di suolo dei palazzi residenziali, spesso verticali, rispetto ai capannoni dismessi che si sviluppano in orizzontale.
I principali progetti che la procura ha bloccato sono:
- Il “Palazzo nel cortile” di piazzale Aspromonte;
- Torre Milano di via Stresa;
- Park towers di via Crescenzago;
- Il progetto Bosconavigli;
- Le residenze Lac a Baggio;
- Lo studentato Scalo house, tra via Valtellina e via Lepontina;
- Twin palace di via Sbodio;
- Porta Naviglio Grande di viale Richard;
- City village di via Tacito;
- Palazzo naviglio di via Pogliaghi.
In questi progetti e in altri cantieri minori sono bloccate le 1.600 case del comitato Famiglie Sospese. Una situazione particolarmente problematica per Milano, che ha uno dei mercati immobiliari più critici d’Italia. Molte persone, dai lavoratori agli studenti fuori sede, faticano a trovare un alloggio e la popolazione del capoluogo lombardo continua a crescere a causa dell’immigrazione dal resto del Paese.
Le accuse verso il disegno di legge
A non sostenere il disegno di legge Salva Milano sono rimasti soltanto il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra. I pentastellati accusano i sostenitori della legge di voler salvaguardare gli interessi di chi ha investito nel progetto. Secondo la deputata Daniela Morfino, la legge: “salva il Comune, salva la Regione che ha interpretato le norme urbanistiche, spingendo così una speculazione edilizia che guarda solo ai ricchi”.
Secondo il deputato di Avs Marco Grimaldi invece: “Il disegno è chiaro: deregolamentare in maniera spregiudicata la materia urbanistica. L’obiettivo è quello di approntare una sanatoria posteriore senza sanzioni per chi ha costruito superando i limiti di altezza e di volumetria consentiti”.