Fine estate, ultime grigliate: il barbecue si può mettere dove si vuole?

Secondo la Corte di Cassazione il barbecue in muratura deve essere posizionato almeno a tre metri dalla proprietà del vicino. Vediamo perché

Pubblicato: 7 Settembre 2024 09:00

Manuela Margilio

Content Specialist in diritto, fisco e immobilare

Esperta di diritto, sul web collabora con diverse riviste occupandosi del settore immobiliare e fiscale.

Anche se il gran caldo è ormai giunto al termine, durante le belle giornate di fine estate un pranzo con gli amici arrostendo al barbecue può essere un momento piacevole e gradito da chi dispone, anche nell’ambito di un condominio, di uno spazio per stare all’aperto. Non dobbiamo però dimenticare, soprattutto se ci si trova all’interno di un giardino o terrazzo condominiale, che il godimento della proprietà individuale non deve interferire con il godimento dei diritti altrui, sulla singola proprietà o sulle parti comuni.

Ecco che, se si vuole arrostire utilizzando un barbecue, non si può prescindere dalla normativa avente ad oggetto il rispetto delle distanze dalla proprietà altrui.

Vediamo più nel dettaglio quali sono le regole cui attenersi per non violare i diritti del vicino, anche alla luce di quanto sostenuto dalla Corte di Cassazione con una recente sentenza.

Dove posizionare il barbecue in muratura

Molti sono gli amanti del barbecue per cuocere pesce o carne alla brace e chi ha il giusto spazio a disposizione decide di installare un impianto in pietra o ferro battuto. In questo caso sorge il dubbio se la struttura inserita nel terreno possa rientrare o meno nella nozione di costruzione, ai fini del calcolo delle distanze da rispettare rispetto alla proprietà del vicino.

Ed è proprio quanto chiarito dalla stessa Corte di Cassazione che, con l’ordinanza 17561/2024 ha affermato trattarsi di costruzione. Gli effetti della riconducibilità del barbecue in muratura nell’ambito della nozione di costruzione è rilevante poiché questo comporta l’applicabilità alla fattispecie dell’articolo 873 del codice civile.

Secondo detta norma le costruzioni su fondi finitimi, se non sono unite o in aderenza, devono essere tenute a distanza non inferiore ai 3 metri. Il codice civile specifica inoltre che, eventuali differenti disposizioni da parte dei regolamenti locali, possono soltanto prevedere una distanza maggiore. Non è ammessa dunque, da parte del regolamento locale, una deroga ad una distanza inferiore, poiché, rispetto al Codice civile, esso costituisce una normativa di rango secondario.

Il provvedimento dei Giudici di Legittimità fa riferimento ad un costante orientamento giurisprudenziale in base al quale per costruzione si intende una qualsiasi opera che non sia completamente interrata e che abbia i caratteri della solidità e della immobilizzazione rispetto al suolo.

Cosa fare se il barbecue del vicino viola le distanze legali

Abbiamo visto che il barbecue fisso al suolo deve essere collocato alla distanza legale di 3 metri dalla proprietà confinante. Prima di soffermarci su quelle che sono le tutele del vicino che appuri il mancato rispetto di tale distanza cerchiamo di capire meglio cosa si intenda per proprietà confinante.

La distanza deve essere calcolata facendo riferimento al terreno limitrofo o al piano superiore in caso di stabile condominiale. Quando si parla di confine non ci si riferisce solo alle proprietà vicine collocate in senso orizzontale, di fronte o di lato, bensì anche a quelle collocate vicine in senso verticale. È il caso dei condomini che vivono nello stesso edificio ma in appartamenti situati su due piani differenti.

Detto ciò, se il vicino installa il suo barbecue in cemento a meno di tre mesi dalla proprietà, che sia posta in orizzontale o verticale, si dovrà affrontare una controversia legale non di poco conto.

L’unica strada da percorrere, qualora il vicino non intenda provvedere alla demolizione del barbecue, è agire per vie legali e rivolgersi al Giudice al fine di chiedere che ne venga disposta la rimozione oppure l’arretramento.

Come tutelarsi contro le immissioni di fumo

Il problema relativo al rispetto delle distanze legali non è l’unica questione da affrontare.

La cottura alla brace con barbecue da parte del vicino, a prescindere dal rispetto delle distanze prescritte dalla legge, può comportare l’immissione nella propria abitazione di fumi fastidiosi. Si può infatti essere costretti a chiudere le finestre o a dover sopportare i fastidiosi odori che penetrano nel proprio appartamento, venendo così limitati nel godimento della proprietà oltreché costretti a subire un danno alla salute. Il problema è maggiormente sentito ovviamente se il vicino non ha neanche osservato le giuste distanze.

Cosa fare se l’odore di brace e i fumi ti molestano? Partiamo dal presupposto che, se anche il barbecue è costruito a più di tre metri, il vicino non è legittimato a dar fastidio con fumi, odori e ceneri. Il fastidio è comunque avvertito dal vicino che abita al piano superiore e tra l’altro, a prescindere dal fatto che il barbecue sia o meno fissato al terreno. In ogni caso esso è fonte di molestie a seguito dei fumi generati dalla cottura dei cibi che, inevitabilmente finiscono con l’invadere la proprietà altrui.

A difesa di chi è costretto a subire tale situazione interviene l’articolo 844 del codice civile, ai sensi del quale il proprietario di un fondo può impedire le immissioni o le propagazioni provenienti dal fondo vicino se superino la normale tollerabilità, criterio legale adottato per dirimere controversie in tali circostanze. Si tratta della capacità di sopportazione dell’uomo medio, soglia oltre la quale le immissioni risultano non più tollerabili.

Il soggetto che si ritiene leso può dunque rivolgersi al Giudice al fine di chiedere l’immediata cessazione delle immissioni moleste nonché il risarcimento di eventuali danni che siano stati patiti e che devono essere dimostrati.

È vero che ognuno può utilizzare il balcone o giardino come meglio crede ma al contempo non può con il suo comportamento ledere i diritti dei vicini dando loro fastidio e impedendo di godere pienamente della loro proprietà.

Tali regole comportamentali devono essere osservate anche qualora per arrostire ci si avvalga di un barbecue mobile per il quale non vale la regola della distanza di 3 metri. Si può ad esempio evitare di cucinare collocandosi vicino al confine con la proprietà altrui oppure quando le condizioni atmosferiche agevolano la risalita o comunque lo spostamento dei fumi.

Il regolamento di condominio può stabilire limiti o divieti

Ricordiamo inoltre che, qualora ci si trovi all’interno di un condominio, occorre sempre accertare se all’interno del regolamento condominiale siano presenti delle norme specifiche che disciplinino l’utilizzo del barbecue al fine di far rispettare i diritti di tutti i condomini. Il regolamento può infatti vietare l’uso del barbecue oppure imporre regole precise in merito al suo utilizzo.

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