ChatGPT e intelligenza artificiale: i 20 lavori a rischio

Alcuni professionisti sono più esposti al rischio che l'intelligenza artificiale prenda il sopravvento e possa sostituirli svolgendo le loro mansioni

Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

L’intelligenza artificiale e gli algoritmi di apprendimento profondo, come ChatGPT di OpenAI, stanno cambiando radicalmente il modo in cui lavoriamo e interagiamo con la tecnologia. L’automazione di compiti particolarmente noiosi e la semplificazione di attività complesse è però uno dei lati della medaglia della nuova rivoluzione scientifica dell’era dell’informazione. L’altra potrebbe essere quella di migliaia di persone in tutto il mondo che nel giro di pochi anni potrebbero perdere il lavoro a causa delle macchine e dei computer sempre più intelligenti.

Quali sono i 20 lavori che rischiano di sparire

Nuove ricerche sugli effetti dell’intelligenza artificiale e le sue applicazioni a diversi campi occupazionali e settori produttivi hanno evidenziato che tra i lavori maggiormente a rischio ce ne sono alcuni per cui è necessario studiare per molti anni. Oltre il danno di anni investiti inutilmente nella formazione, dunque, tanti professionisti potrebbero subire la beffa di essere sostituiti da robot che potrebbero apprendere la loro professione nel giro di pochi secondi.

Uno di questi studi è stato condotto da un team di esperti della Princeton University, che hanno sondato le capacità di dieci diverse intelligenze artificiali, tra cui la celeberrima ChatGPT, di cui vi abbiamo parlato qua, applicandole a diversi campi della conoscenza umana e a 52 abilità specifiche della nostra specie. E hanno fatto emergere che le macchine in grado di generare discorsi e comprendere il linguaggio umano potrebbero far sparire figure come gli avvocati, gli insegnati, gli psicologi e i giornalisti.

Di seguito i 20 lavori a rischio a causa dell’intelligenza artificiale secondo gli scienziati.

Qua il nostro speciale sull’intelligenza artificiale.

Perché l’intelligenza artificiale non ci ruberà il lavoro

Quelle elencate sono solo alcune delle professioni che rischiano maggiormente in base a vari studi condotti sulle capacità dell’intelligenza artificiale e la sua applicazione nei diversi settori produttivi. Ma è improbabile che l’IA rappresenti una minaccia immediata, per questi lavori, considerando il fatto che le macchine non sono (ancora?) in grado di comprendere le emozioni umane e sviluppare una particolare sensibilità a determinate tematiche.

Un avvocato, ad esempio, non vince le cause solo grazie alla sua conoscenza della legge, ma anche al suo carisma, alla sua capacità di rielaborare e forzare la realtà ed entrare in empatia con il proprio assistiti e con i giudici. Così come un giornalista non si limita alla mera descrizione di un fatto e un bibliotecario alla conoscenza di ogni volume nel suo archivio. Alcuni lavori hanno insomma bisogno di un modo di pensare tipico dell’essere umano.

Tutte le professioni citate, poi, potrebbero invece sviluppare nuove competenze, e usare le tecnologie smart come supporto, per automatizzare compiti ripetitivi. Per tutta la Storia, l’uomo ha sempre temuto di essere sostituto per colpa del progresso. I contadini non sono spariti con la rivoluzione industriale, né gli operai con quella informatica.

Il mondo del lavoro, piuttosto, si è evoluto insieme alla tecnologia, e nel tempo sono nate nuove figure e nuove opportunità. L’intelligenza artificiale, dunque, potrebbe non rappresentare un pericolo per migliaia di persone in tutto il mondo, come viene spesso ripetuto. O magari un giorno saranno le macchine a produrre al posto nostro, il concetto stesso di lavoro sarà superato e gli esseri umani potranno vivere nella libertà e nella ricchezza. Qua vi parliamo di come può l’intelligenza artificiale migliorare le nostre vite.

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