Salta l’accordo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, annunciato lo sciopero

Federmeccanica e i sindacati dei metalmeccanici non trovano l’accordo sul rinnovo del contratto, posizioni troppo distanti: annunciato lo sciopero

Pubblicato: 12 Novembre 2024 20:09

Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

La trattativa tra Federmeccanica-Assistal e Fiom, Fim e Uilm per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici 2024 – 2027 non è andata a buon fine, con le sigle sindacali che hanno annunciato in via unitaria il blocco degli straordinari e 8 ore di sciopero generale su base territoriali che verrà effettuato entro il 15 gennaio 2025. L’obiettivo dei rappresentanti dei metalmeccanici è “far cambiare la posizione e l’atteggiamento di Federmeccanica e Assistal”, motivo questo che ha condotto a far saltare le trattative.

Contratto metalmeccanici, salta l’accordo

Il no secco a continuare a trattare sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici è arrivato da parte dei sindacati dopo ben otto incontri che, evidentemente, non hanno portato ai frutti sperati.

Le sigle, nello specifico, chiedevano a Federmeccanica un aumento salariale di 280 euro sul trattamento economico minimo, con l’adeguamento al livello C3 (ex 5° livello) nel periodo compreso tra il 2024 e il 2027, così come la rivalutazione analoga per quanto riguarda i trattamenti di trasferta e di reperibilità. E ancora, i sindacati di categoria hanno avanzato la proposta di incremento a 700 euro anni dell’elemento perequativo nelle imprese che non hanno in vigore il contratto aziendale. A queste richieste Federmeccanica ha risposto prevedendo un incremento di 173 euro dei salari, con la cifra che è legata all’andamento dell’inflazione.

Un punta di caduta in piena regola per i sindacati che, infatti, hanno deciso di interrompere le discussioni per la “chiara indisponibilità di Federmeccanica a discutere le nostre richieste”. Così Michele De Palma, segretario della Fiom-Cgil.

La delusione sindacale per il mancato accordo

La delusione dei sindacati dei metalmeccanici per il mancato ascolto delle loro proposte traspare, in modo molto evidente, dalle dichiarazioni rilasciate dai diversi rappresentanti. Per Rocco Palombella, al vertice della Uilm-Uil, “l’incontro di oggi rappresenta un bivio fondamentale della trattativa del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici perché si è sancito che nulla sarà come prima, che i sette incontri svolti finora sono stati inutili e che non c’è altra strada alla mobilitazione di tutti i lavoratori”. E ancora: “Gli aumenti salariali che ci hanno proposto sono fumosi e insufficienti e le altre misure non adeguate per vincere le sfide epocali che abbiamo di fronte”.

Federmeccanica difende la sua proposta

Federmeccanica, esprimendo anch’essa rammarico per la fine delle trattative e il mancato accordo raggiunto, ha sottolineato in una nota che la propria proposta risponda “ai bisogni dei lavoratori incidendo sulle varie dimensioni della persona” così come “alle esigenze delle imprese incidendo su fattori di competitività, ai problemi sociali che potranno incidere negativamente su persone e imprese”.

L’associazione datoriale ha risposto con i numeri ai sindacati, sostenendo che con la proposta di rinnovo da loro avanzata si produrrebbe un beneficio economico potenziale che potrebbe arrivare a 7.010 euro in presenza di tutte le condizioni previste per un livello C3 nell’arco temporale 2025-2028.

L’annunciato sciopero dei metalmeccanici

Al termine delle trattative, la mancata intesa ha spinto le sigle sindacali ad annunciare un nuovo sciopero generale dei lavoratori gestito su base territoriale che si terrà entro il prossimo 15 gennaio.

Interessati dalla questione del rinnovo sono 1,5 milioni di lavoratori impiegati in circa 30mila aziende italiane (8% del Pil nazionale nel 2022). Questa forza lavoro, inoltre, rappresenta il 6,2% dell’occupazione totale e contribuisce al 45% delle esportazioni italiani. Per il solo settore manifatturiero, inoltre, la metalmeccanica rappresenta circa la metà del valore aggiunto il 44% dell’occupazione industriale.

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