Northvolt si arrende alla crisi, la startup svedese chiede l’amministrazione straordinaria

L'azienda svedese Northvolt ha chiesto l'amministrazione straordinaria negli Usa: è a un passo dal fallimento

Pubblicato: 22 Novembre 2024 12:56

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’azienda di batterie agli ioni di litio per auto elettriche svedese Northvolt ha chiesto, dopo mesi di gravissima crisi, l’amministrazione straordinaria negli Stati Uniti. La società ha oltre 5 miliardi di euro di debiti e meno di 30 milioni di euro di liquidità, che le permetterebbero di sopravvivere soltanto per un’altra settimana.

Da mesi Northvolt tenta di trovare un nuovo finanziamento per continuare le sue operazioni in vano. Dopo i grandi investimenti delle case automobilistiche europee, la società ha fallito il passaggio da startup ad azienda vera e propria anche a causa della crisi del mercato automobilistico, in particolare del comparto dei Bev,  i veicoli alimentati esclusivamente a batteria.

Northvolt ha chiesto l’amministrazione straordinaria

L’azienda svedese e americana Northvolt, che produce batterie agli ioni di litio per le auto elettriche, ha chiesto di attivare il Chapter 11 del codice civile degli Stati Uniti, la principale legge che regola il fallimento delle società. I fondatori di Northvolt, due ex dirigenti di Tesla, hanno dichiarato che nelle casse dell’azienda rimangono soltanto 28 milioni di euro, mentre i debiti ammontano a 5,5 miliardi di euro.

Northvolt ha la sua sede principale e il suo unico sito produttivo in Svezia, ma alcuni dei suoi centri di ricerca si trovano negli Stati Uniti. Prima della recente crisi, era stata individuata come l’unica realtà europea in grado di competere con le società cinesi e americane per la produzione di batterie elettriche. I suoi investitori erano soprattutto le grandi aziende automobilistiche del Vecchio Continente.

Il Chapter 11 non prevede la totale liquidazione dell’azienda, ma l’amministrazione straordinaria. La società passerà in mano a manager specializzati in questo tipo di situazioni, che taglieranno il più possibile i costi e cercheranno di vendere soltanto gli asset necessari a ripagare i debiti che la società ha accumulato. L’obiettivo è quello di evitare il Chapter 7, il fallimento totale, e sul medio periodo di far riprendere le attività dell’azienda.

I motivi del fallimento di Northvolt

In pochi mesi, nel 2024, Northvolt è passata dall’essere la grande speranza europea per le batterie elettriche a un’azienda sull’orlo del fallimento. Di fatto, la società non è riuscita a passare dalla fase startup, in cui si accumulano debiti e investimenti per sviluppare un modello di business o un prodotto, a quella produttiva, in cui sono i propri prodotti e servizi venduti al pubblico o ad altre aziende a sostenere i costi dell’azienda.

La ragione per cui Northvolt non è riuscita a effettuare questa transizione o a ritardarla è la crisi del mercato dell’automotive. Il progetto di Northvolt era quello di diventare il principale fornitore di batterie per le grandi case automobilistiche europee, che ne avrebbero avuto bisogno per completare la transizione ecologica alle vetture elettriche.

Il mercato dell’automotive è però crollato nel 2024, con un calo delle vendite generalizzato, che ha però impattato particolarmente il mercato dei Bev. Le aziende automobilistiche europee quindi non hanno effettuato gli ordini previsti da Northvolt per mancanza di domanda di auto elettriche e quindi non è stata in grado di generare i profitti necessari per sostenersi. La crisi ha infine anche escluso ulteriori investimenti da parte delle case automobilistiche stesse, alle prese con grossi piani di tagli alle spese.

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