Decreto flussi 2025, voto in Senato atteso dal 3 dicembre dopo l’approvazione alla Camera

Procedure più veloci per il nulla osta e la trasmissione dei contratti di lavoro degli immigrati. Il decreto flussi 2025 prevede poi una ulteriore stretta contro lavoro nero e sfruttamento

Pubblicato: 26 Novembre 2024 13:19Aggiornato: 28 novembre 2024 16:56

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il decreto flussi 2025 spinto dal governo Meloni è stato approvato dalla Camera con voto di fiducia martedì 26 novembre. Ora l’appuntamento in Senato per la conversione del testo in disegno di legge è previsto a partire dal 3 dicembre. Il limite materiale per la conversione è fissato entro il 10 dicembre.

Il decreto-legge n. 145/2024 recante “Disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali” è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 ottobre 2024.

Il testo modifica la materia dei flussi migratori, sia per quanto riguarda l’ingresso dei lavoratori stranieri sia per quanto concerne l’azione delle Ong, i trasferimenti di chi entra in Italia illegalmente e le competenze dei tribunali in materia di respingimenti.

Decreto flussi e domanda del datore di lavoro

Il testo si apre con una serie di modifiche alla disciplina dell’ingresso, sia sull’identificazione dei richiedenti sia per quanto riguarda le modalità di conferma e sottoscrizione dei nulla osta e dei contratti di soggiorno, con particolare riferimento al lavoro stagionale.

Si prevede che per il 2025 i datori di lavoro (o le associazioni di datori di lavoro) procedano alla precompilazione delle richieste di nulla osta per le quote previste dai decreti di ingresso. Fuori da tali quote, si prevedono in via sperimentale fino a 10.000 ulteriori visti di ingresso e permessi di soggiorno rilasciabili per assistenza familiare o sociosanitaria.

I permessi di soggiorno rilasciati da un altro Stato Ue per soggiornanti di lungo periodo verranno considerati al di fuori delle quote stabilite dall’Italia per i flussi migratori.

Il governo punta poi a rafforzare le attività di controllo relative ai flussi migratori. Per questo si prevede di reiterare anche per il 2025 il ricorso al lavoro somministrato e si punta a nuove assunzioni a tempo indeterminato sia per il Ministero dell’interno che per il Ministero degli affari esteri. In programma anche il potenziamento degli organici dei contrattisti presso gli uffici consolari e nelle ambasciate.

Viene modificata la disciplina dell’ingresso in Italia dei lavoratori stranieri. All’atto della richiesta di visto nazionale, i richiedenti devono fornire obbligatoriamente i propri dati biometrici, ossia impronte digitali e fotografie.

L’autorità non sarà obbligata a comunicare preventivamente le motivazioni che portano al rifiuto o alla revoca del visto di ingresso e alla nella revoca del permesso di soggiorno.

Il nuovo decreto flussi segue l’esposto di Giorgia Meloni alla Procura antimafia. La premier ha sollevato la questione rilevando come solo una piccola percentuale delle persone extracomunitarie arrivate in Italia su richiesta delle aziende abbia poi effettivamente ottenuto un contratto di lavoro.

L’asseverazione con il decreto flussi è digitale

Basta carta: dovrà essere utilizzata esclusivamente la firma digitale (o un altro tipo di firma elettronica qualificata) per la sottoscrizione dell’accordo di integrazione, cioè di quella sorta di patto sottoscritto fra il migrante e lo Stato al momento di ingresso.

La digitalizzazione viene applicata anche alla sottoscrizione e all’invio del contratto di soggiorno. Viene di fatto abolita la necessità per il datore e il lavoratore di presentarsi allo Sportello unico per l’immigrazione. Il datore di lavoro dovrà eleggere un “domicilio digitale iscritto in uno degli Indici nazionali”. Cambia anche l’asseverazione (cioè la certificazione) che dovrà essere firmata digitalmente.

Cambiano le regole Anpal con il decreto flussi

Il decreto offre una corsia preferenziale ai lavoratori stranieri già presenti sul territorio nazionale: se entro 8 giorni il centro per l’impiego non segnala la disponibilità di tali lavoratori, allora e solo allora si può procedere con l’assunzione di lavoratori stranieri residente all’estero. Prima, l’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro) fissava il limite in 15 giorni.

Sono irricevibili le domande presentate da quei datori di lavoro che non hanno sottoscritto un contratto di soggiorno nel triennio precedente. Una causa esimente è la dimostrazione che la mancata sottoscrizione non è dipesa dalla loro responsabilità. Sono irricevibili anche le domande di datori di lavoro con condanne per sfruttamento.

Se il contratto di soggiorno non è trasmesso allo Sportello unico per l’Immigrazione nel termine stabilito dal decreto, il contratto non sarà valido, a meno che il ritardo sia dovuto a cause di forza maggiore o a fattori non imputabili al lavoratore.

Entro 7 giorni dalla conclusione degli accertamenti sulla domanda di visto presentata dal lavoratore il datore di lavoro deve confermare allo Sportello unico per l’Immigrazione. In mancanza di tale conferma, l’istanza è considerata rifiutata e il nulla osta revocato.

Entro 8 giorni dall’ingresso del lavoratore, sia il datore di lavoro che il lavoratore devono firmare digitalmente il contratto di soggiorno. Solo il lavoratore ha la possibilità di firmare il contratto anche in forma autografa. È il datore di lavoro a dover trasmettere il documento firmato, in via telematica, allo Sportello unico per l’Immigrazione.

Dopo la sottoscrizione del contratto di soggiorno, l’Inps iscrive il lavoratore stagionale nel Siisl, la piattaforma per l’inclusione sociale e lavorativa.

I lavoratori stagionali potranno stipulare, nel periodo di validità del nulla osta, un nuovo contratto con lo stesso o con un altro datore di lavoro entro 60 giorni dalla scadenza del precedente contratto. E durante il periodo di validità del nulla osta al lavoro, lo straniero ha la possibilità di lavorare stagionalmente sia per lo stesso datore di lavoro che per un altro. L’intermediazione va richiesta tramite le piattaforma Siisl.

Il controllo delle domande viene affidato all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea), per quanto concerne il lavoro agricolo.

I datori di lavoro, così come le organizzazioni dei datori di lavoro, che intendono presentare richiesta di nulla osta al lavoro per gli ingressi previsti dal decreto flussi devono precedere alla precompilazione dei moduli di domanda sul portale del Ministero dell’interno. La richiesta di nulla osta è precompilabile:

10.000 ingressi straordinari

Per il 2025, sono previsti fino a 10.000 nulla osta al lavoro al di fuori delle quote annuali stabilite per lavoratori nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria, per l’assunzione a tempo determinato o indeterminato, a favore di persone con disabilità o anziani. Le richieste devono essere presentate tramite le agenzie per il lavoro regolarmente iscritte e dalle associazioni datoriali firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro nel settore domestico.

L’assistenza deve essere destinata:

La verifica delle istanze viene affidata all’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

I lavoratori stranieri possono svolgere solo l’attività lavorativa specificata nel contratto di soggiorno per i primi 12 mesi. Allo scadere dei 12 mesi sarà possibile chiedere il rinnovo del titolo di soggiorno. I datori di lavoro possono presentare fino a 3 richieste di nulla osta come utenti privati. Il limite non si applica alle associazioni di datori di lavoro: per loro il limite viene calcolato in base al giro d’affari.

Il portale per il decreto flussi

Lo Sportello unico per l’immigrazione si trova sul sito del Ministero dell’Interno. L’accesso è garantito ai possessori di Spid o Cie. Le richieste possono essere presentate:

La cifra originale di 93.550 ingressi per i lavoratori stranieri stagionali e non stagionali viene aumentata a 110.000. Per il settore agricolo, la quota passa da 42.000 a 47.000 lavoratori. Per il settore turistico la quota passa da 32.000 a 37.000.

Le quote per lavoro stagionale per il 2025 saranno divise tra il settore agricolo e il settore turistico-alberghiero. Restano valide le quote previste dai precedenti testi normativi.

Contrasto al caporalato

Per contrastare i fenomeni di sfruttamento e caporalato, il governo punta a incentivare il whistleblowing: il lavoratore straniero che denunci il suo sfruttatore avrà il diritto di permanere legalmente nel territorio dello Stato e verrà avviato verso un percorso di formazione e inserimento nel mondo del lavoro “che gli consenta di innestarsi nell’ambito di un tessuto economico sano e non in condizioni di sfruttamento”. Si introducono, a tal fine, delle misure di assistenza e protezione qualora la persona che ha denunciato sia esposta a rischi di ritorsione.

Il decreto-legge n. 145/2024 introduce poi un pacchetto di misure mirate a combattere il lavoro sommerso e a tutelare i lavoratori stranieri vittime di sfruttamento. Tra le principali novità, il rilascio di un permesso di soggiorno speciale per chi denuncia situazioni di abuso e contribuisce all’individuazione dei responsabili.

Viene stabilito un nuovo permesso di soggiorno di 6 mesi, rinnovabile fino a 1 anno o più per ragioni di giustizia, destinato a lavoratori stranieri vittime di intermediazione illecita e sfruttamento. Questo documento consente l’accesso a lavoro, studio e servizi assistenziali, con la possibilità di conversione in un permesso lavorativo o di studio. Tuttavia, può essere revocato in caso di condanna del beneficiario per reati gravi legati allo sfruttamento.

Per favorire l’integrazione dei beneficiari, si prevedono programmi personalizzati di formazione e inserimento lavorativo, finanziati con un incremento del Fondo per le politiche migratorie (180.000 euro nel 2024 e 800.000 euro dal 2025). I destinatari possono accedere all’Assegno di inclusione, con alcune esenzioni dalle restrizioni standard. Le misure coinvolgono anche i familiari entro il secondo grado, salvo eccezioni per chi ha tratto vantaggio dallo sfruttamento.

La revoca delle misure di assistenza viene applicata se il beneficiario commette reati non colposi, rifiuta offerte di lavoro adeguate o è sottoposto a misure antimafia. A ciò si aggiunge la possibilità di accedere a speciali programmi di protezione per le vittime di sfruttamento.

Si garantisce il patrocinio gratuito ai lavoratori stranieri che assistono le autorità nell’emersione dei reati di sfruttamento. Inoltre, si aumentano da 50.000 a 60.000 euro le sanzioni massime per chi pratica intermediazione illecita e somministrazione abusiva di manodopera.

Black list di Paesi a rischio

Si rimanda a un successivo decreto del Ministero degli affari esteri per la creazione di una black list di Paesi caratterizzati da elevato rischio di presentazione di certificazioni contraffatte. In attesa che arrivi tale decreto, e per tutto il 2025, la norma si applica alle domande di nulla osta per i lavoratori provenienti dal Bangladesh, dal Pakistan e dallo Sri Lanka.

Stretta su Ong e ricorsi

Si prevede una stretta nei soccorsi da parte delle Ong e un iter più breve delle procedure per i richiedenti la protezione internazionale, soprattutto per la capacità difensiva e di ricorso per i cittadini migranti trattenuti nei Cpr: vengono, in particolare, ridotti i termini di presentazione di reclami e ricorsi.

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