Lei che è diventata una delle top influencer italiane più celebrate al mondo, lei che dice di essere nata con il digitale cucito addosso, lei che sul fashion, il lifestyle e il beauty trend ha costruito un impero, con un profilo Instagram che conta 21 milioni di follower e un fatturato che sfiora i 40 milioni di euro, ora è pronta a fare il grande salto.
Classe ’87, cremonese di nascita, Chiara Ferragni “diventa grande” quotando la sua azienda in Borsa. Dopo la chiacchieratissima presunta seconda gravidanza (sposata con Fedez, hanno già Leone, il primo figlio, che ora ha due anni), The Blonde Salad ha raccontato in un’intervista a Corriere Economia che è “il lavoro che abbiamo iniziato due anni fa, quando sono diventata CEO di Serendipity, dopo aver già assunto la stessa carica in Tbs, la società che gestisce The Blonde Salad”.
L’obiettivo del nuovo brand
L’obiettivo è creare un brand di lifestyle che possa essere quotato in Borsa o confluire in un grande gruppo del lusso. “Questo è il nostro goal”, ma prima, spiega Chiara Ferragni, è necessario riuscire a rendere il marchio e l’azienda “appealing”: con una buona redditività e un giusto rapporto qualità prezzo, oltre a una diffusione e conoscenza internazionale del brand, perché possa davvero competere con altri del suo stesso livello, come Chloé e Kenzo.
La decisione è arrivata dopo un anno non proprio al top per i conti dell’azienda della regina di Instagram. Per Serendipity il 2019 si è chiuso con ricavi in discesa a 1 milione e 48 mila euro, dai precedenti 1,6 milioni, con una perdita di 520 mila euro, rispetto al precedente utile netto di 193 mila. Essendo una società industriale, e non di servizi, richiede più tempo per tornare a break even, spiega Ferragni. Nonostante questo, proprio lo scorso anno Ferragni aveva deciso di premiare i suoi dipendenti con un bonus da ben 3.400 euro.
“Abbiamo, dunque, approvato un piano per il quale arriveremo nel 2025 a 15,4 milioni di ricavi, un Ebitda del 44% e un utile netto di 4,4 milioni nel 2025. Lo abbiamo predisposto prima del Covid ma è molto prudente e posso dire che già nel 2020, nonostante la pandemia, siamo in crescita”.
Il piano di Chiara Ferragni
A sostegno del piano, è stato approvato un aumento di capitale da 3,5 milioni che è già stato sottoscritto. Ed è stata completata la ristrutturazione di Tbs, iniziata nel 2017 con un esercizio 2016 a 3,3 milioni di euro e un utile di 6 mila euro: nel 2019 i ricavi sono stati 6,4 milioni, in crescita del 10% sull’anno precedente, con un utile netto di 450 mila euro (+359%). Anche in questo caso, nel 2020 il trend è positivo, nonostante il Covid.
Numeri in calo, la crisi del Covid, e la voglia di rilancio hanno spinto la Ferragni e il suo team a cambiare obiettivo strategico. “Pensavo a un brand non legato unicamente al mio personaggio e indirizzato solo ai miei fan: un vero lifestyle senza uno specifico target di età, sempre giocoso come sono io, ma che potesse piacere alla ragazzina come alla mamma”. Il tutto con grande attenzione ai numeri, soprattutto alla redditività di medio-lungo periodo.
L’aumento di capitale, eseguibile entro fine ottobre, è già stato realizzato e tutti i soci hanno sottoscritto per la propria quota. Nessun cambiamento degli assetti azionari di Serendipity, la società che produce il marchio Chiara Ferragni Collection. A differenza dei rumors che si sono rincorsi in queste settimane, Pasquale Morgese rimane azionista con il 27,5%. “Non abbiamo cambiato soci perché non avevamo bisogno di farlo” precisa Ferragni.
Mafra, l’azienda della famiglia Morgese, rimane non solo socia ma anche licenziataria per le calzature. Per abbigliamento, borse e accessori, e relativa distribuzione, è stato invece stretto un accordo con Swinger International, che è specializzata nel contemporary, il segmento di mercato dove vorrebbe andare a posizionarsi il brand Chiara Ferragni. Swinger è guidata da Mathias Facchini, possiede il marchio Genny ed è già licenziataria di brand come Versace Jeans Couture e Automobili Lamborghini.