La battaglia commerciale del futuro si combatterà sul fronte dei chip per l’intelligenza artificiale e gli Usa si sono già attrezzati.
Gli Stati Uniti hanno disposto restrizioni sulle esportazioni di chip AI, dividendo il mondo in amici, quasi-amici e nemici.
La Commissione europea ha immediatamente espresso la sua preoccupazione per la stretta americana.
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Quote sui chip AI
I chip avanzati saranno limitati tramite quote per la maggior parte dei Paesi, mentre le esportazioni verso 18 alleati, come Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi, saranno esenti dalle nuove regole. Completamente esclusi Cina, Russia, Iran e Corea del Nord.
L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di consolidare la posizione dominante nell’ambito della tecnologia del futuro, ostacolando l’accesso ai Paesi antagonisti o dichiaratamente nemici. Gli Usa puntano a danneggiare i potenziali rivali commerciali, ma anche a rallentare la proliferazione dell’intelligenza artificiale applicata all’industria bellica nei Paesi ostili.
“Attualmente gli Stati Uniti guidano l’intelligenza artificiale, sia nello sviluppo che nella progettazione di chip, ed è fondamentale che rimanga così”, ha dichiarato il segretario al Commercio Usa, Gina Raimondo.
Il provvedimento è stato approvato dal presidente uscente Joe Biden, ma è del tutto condiviso dal suo successore Donald Trump. La stretta entrerà in vigore entro 120 giorni dalla pubblicazione.
Gpu e data center
Ma ci saranno nuovi limiti anche per i processori grafici avanzati (Gpu), utilizzati per alimentare i data center necessari per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. La maggior parte di questi chip è prodotta dalla californiana Nvidia.
La normativa prevede che i principali fornitori di servizi cloud, come Microsoft, Google e Amazon, possano chiedere autorizzazioni globali per costruire data center. Una volta approvate, non avranno più bisogno di licenze per l’esportazione dei chip AI. In tale modo potranno costruire data center in Paesi che non possono importare abbastanza chip a causa delle quote Usa. Ma per procedere, le aziende dovranno rispettare stringenti condizioni relative alla sicurezza.
I rischi
La stretta Usa comporta almeno due criticità: da una parte taglia le gambe a un florido mercato nel quale prosperano le aziende della Silicon Valley. Nvidia, che ha già accusato il colpo in Borsa, ha definito le regole “una repressione eccessiva” e ha affermato che la Casa Bianca sta limitando “tecnologie già disponibili nei PC da gioco e nell’hardware consumer”.
Dall’altra parte, il rischio è quello di spingere la maggior parte dei Paesi del mondo a rifornirsi di chip AI dai concorrenti cinesi.
La preoccupazione dell’Ue
“Siamo preoccupati per le misure statunitensi adottate oggi che limitano l’accesso alle esportazioni di chip di AI avanzati per alcuni Stati membri dell’Ue e le loro società”, hanno scritto in una dichiarazione congiunta la vicepresidente esecutiva della Commissione europea Henna Virkkunen e il commissario Maroš Šefčovič
La Commissione ritiene che sia “anche nell’interesse economico e di sicurezza degli Stati Uniti” che i Paesi Ue possano accedere ai chip AI senza limitazioni. Virkkunen e Šefčovič scrivono che l’Europa unita deve rappresentare “un’opportunità economica per gli Stati Uniti, non un rischio per la sicurezza”. “Siamo fiduciosi di poter trovare un modo per mantenere una catena di approvvigionamento transatlantica sicura sulla tecnologia di intelligenza artificiale e sui supercomputer, a beneficio delle nostre aziende e dei cittadini su entrambe le sponde dell’Atlantico”, si conclude.