Ancora un nuovo disservizio per Cloudflare, a poche settimane dal precedente, che sta causando pesanti disagi alla rete: numerosi siti risultano infatti irraggiungibili. Tra quelli più noti figurano MediaWorld, Canva, LinkedIn e DownDetector, la piattaforma utilizzata per monitorare malfunzionamenti di servizi online attraverso le segnalazioni degli utenti.
In molti siti al momento appare il classico errore 500 “Internal Server Error”.
Indice
I motivi del disservizio
I problemi sembrano essere iniziati questa mattina e al momento non sono ancora chiare le cause. Secondo il sito internet di Cloudflare, ci sarebbe dovuta essere questa mattina dei lavori di manutenzione, ma qualcosa sembra sia andato storto. Al momento c’è un messaggio di errore legato alla Dashboard e alle API, un’anomalia che non dovrebbe avere impatto diretto sulla navigazione, come invece sta avvenendo. Questo lascia ipotizzare che l’origine del disservizio sia un’altra e possa risultare più seria del previsto.
Come già avvenuto a novembre, anche oggi il malfunzionamento si è diffuso in pochi minuti lungo l’intera infrastruttura globale di Cloudflare. Questo è il servizio che gestisce sistemi DNS, servizi CDN e soluzioni di protezione dagli attacchi informatici, ormai essenziali per la sicurezza dei siti web.
Disservizio risolto
Alle 10:20 Cloudflare conferma di aver introdotto un primo fix e di star monitorando gli effetti della correzione.
Intanto, mentre Downdetector è tornato online, crescono le segnalazioni di disservizi che potrebbero essere legati in qualche modo a Cloudflare. Il sito italiano di Downdetector rileva problemi relativi a Canva, Zoom, Vinted e LinkedIn (ma l’elenco potrebbe allungarsi).
Dopo pochi minuti dal fix, molti down dei siti sembrano essere stati risolti e i portali precedentemente irraggiungibili hanno ripreso a funzionare. Cloudflare ha dichiarato di restare comunque vigile e di monitorare la situazione per captare immediatamente la presenza di qualsiasi altro disservizio e intervenire velocemente.
Alle 11 tutti i siti sembrano tornato online e regolarmente funzionanti, con Cloudflare che ha rimosso l’avviso di errore.
Si ripete quello avvenuto a novembre
Il blackout di oggi riporta al centro dell’attenzione un tema già emerso con forza dopo il down del 18 novembre: la forte dipendenza mondiale da un numero ristretto di piattaforme critiche.
Cloudflare, nata sedici anni fa, è diventata uno dei cardini dell’infrastruttura digitale globale. Grazie ai suoi sistemi, alla protezione dagli attacchi DDoS e al filtraggio del traffico, rappresenta una sorta di “porta d’accesso” per oltre il 15% dei siti presenti online. Quando questa porta si inceppa, tutto ciò che vi è collegato va in tilt.
I down degli anni passati (luglio 2019, giugno 2022 e, più recentemente, novembre 2025) avevano già mostrato quanto fragile possa essere l’intero ecosistema della rete.