Quante scuole ci sono sul territorio italiano?

Ecco quanti sono gli istituti scolastici in Italia e come sono distribuiti, tra scuole pubbliche (regolate dal Miur) e paritarie

Pubblicato: 12 Ottobre 2018 11:11Aggiornato: 30 maggio 2024 18:29

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Quante sono le scuole in Italia? Ecco un’analisi statistica inerente gli edifici scolastici, atta ad evidenziare anche la suddivisione sul territorio nostrano.

Quante scuole in Italia

L’intero territorio italiano vanta 57.831 istituti scolastici. Un dato che merita una precisazione, considerando come di questi, 44.896 sono statali mentre 12.935 paritari. In quest’ultimo caso è bene scendere nel dettaglio, considerando come spesso si tenda a confondere tale tipologia con quella privata.

Un istituto paritario può essere sia pubblico che privato ma, considerando il primo caso, ciò non lo rende statale. Non è dunque istituito dal Miur, ovvero il Ministero dell’Istruzione. È prevista piena autonomia per quanto concerne l’orientamento didattico e culturale ma, al contrario di quanto avviene nelle scuole private, si ha la possibilità di rilasciare titoli equivalenti a quelli delle scuole statali.

Gli studenti frequentati un istituto privato dovranno invece recarsi in una scuola pubblica, al fine di poter sostenere i classici esami e conseguire un titolo di studio riconosciuto. Una scuola paritaria non prevede in sintesi una formazione gratuita e sostenuta dal governo, vantando al tempo stesso piena libertà nella gestione pedagogica e non solo degli studenti. Ai due esempi si aggiungono poi gli istituti non paritari, la cui frequentazione assolve agli obblighi di istruzione, pur non potendo rilasciare titoli di studio legalmente validi.

La divisione tra Nord e Sud

Tornando ad un’analisi del territorio italiano, ecco una separazione statistica delle scuole, suddivise per gradi:

La divisione sul territorio non risulta omogenea, considerando come la maggior parte delle scuole sia attiva al meridione. A seguire, statisticamente parlando, il nord-ovest, con il terzo gradino del podio per il centro. Gli ultimi due step di questa analisi statistica sono riservati infine a nord-est e, comprensibilmente in fondo alla classifica per dati di superficie, le isole:

Se l’Italia meridionale vanta il maggior numero di istituti, tra pubblici e paritari, le regioni settentrionali recuperano terreno, statisticamente parlando, grazie alle scuole private. A staccare tutti è la Lombardia che, stando ai dati del Miur inerenti l’anno scolastico 2014-15, conta 2.562 istituti.

La maggior parte delle scuole private in Italia rientra nei ranghi della scuola dell’infanzia e primaria:

Scuola, dove costa di più

Al di là delle scuole private, che richiedono ovviamente il pagamento di una retta, la scuola pubblica vede nella mensa il suo costo maggiore. Questo però varia a seconda della Regione. Anche in questo caso, dunque, torna utile una divisione tra Nord e Sud, così da avere un quadro generale di quella che è la spaccatura sociale del Paese.

Nell’anno scolastico 2023-24 le famiglie hanno speso circa 85 euro al mese per la mensa scolastica. Questa è la media ottenuta dalla VII Indagine delle mense scolastiche di Cittadinanzattiva. Nello specifico si parla di circa 4,20 euro per pasto. Un incremento del 3% rispetto allo scorso anno.

La Calabria ha fatto registrare però, nello specifico, un aumento di più del 26%. In Umbria invece è stato osservato un rincaro del 9%. Assente dall’analisi il Trentino Alto Adige, che basa le tariffe su indicatori differenti dall’Isee. Ecco invece il podio delle Regioni più care:

Vi si contrappone la Sardegna con 61 euro, seguita dall’Umbria con 67 euro. Soltanto in Abruzzo e in Valle d’Aosta il costo della mensa è rimasto invariato. Soltanto in 4, invece, è diminuito: Basilicata, Lazio, Toscana e Umbria. Aumenti in Calabria, come detto, così come in Lombardia (+7,5%), Molise (+7,2%), Puglia (+6,9%), Liguria (+6,83% e Friuli Venezia Giulia (+5,9%).

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