Olio di palma e tumori, quale correlazione c’è? Se ne parla ormai da diversi anni, e diversi sono gli studi che hanno affrontato il tema. L’olio di palma è un ingrediente di origine vegetale presente in tantissimi prodotti, particolarmente diffuso anche da noi perché low cost, stabile nel tempo, in grado di non alterare i sapori e di consentire una buona conservazione e consistenza dei cibi.
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Perché è bene evitare l’olio di palma
Ma è anche ricco di acidi grassi saturi, il cui consumo eccessivo è correlato a un aumento di tumori e rischi cardiovascolari. Un consumo equilibrato di grassi saturi non dovrebbe eccedere il 10% giornaliero rispetto all’apporto energetico complessivo.
Già nel 2015 uno studio italiano condotto dall’Università di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia, aveva dimostrato che l’olio di palma è in grado di distruggere le cellule del pancreas che producono l’insulina, provocando danni irreversibili, tra cui conseguenze gravi a carico del sistema cardiovascolare e diabete mellito. A rischio ci sono anche i bambini, per via della presenza di questa sostanza in tantissimi prodotti della prima colazione ad esempio.
Ora, i ricercatori dell’IRB Barcelona hanno dimostrato come un acido grasso presente nell’olio di palma possa favorire la diffusione del cancro, in un lavoro che potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti.
Nel 2017 lo stesso team di ricerca aveva pubblicato uno studio che indicava come l’acido palmitico sia correlato a un aumento del rischio di metastasi, ma non era arrivato a scoprire il meccanismo responsabile. Il nuovo studio invece, condotto in via sperimentale sui topi e pubblicato sulla rivista Nature, spiega il meccanismo con cui l’acido palmitico alimentare favorisce l’espansione del tumore, indicando anche un approccio terapeutico per invertire il processo di metastasi.
Cosa dice lo studio dell’ICREA sull’olio di palma
Gli scienziati, guidati dal ricercatore dell’ICREA dottor Salvador Aznar-Benitah dell’IRB Barcelona, hanno descritto il meccanismo con cui una dieta ricca di acido palmitico rende le cellule tumorali più aggressive, conferendo loro una maggiore capacità di metastatizzare. Gli studiosi hanno scoperto che l’acido palmitico promuove in particolare le metastasi nei tumori della bocca e della pelle.
Questo lavoro è stato svolto utilizzando le più recenti tecnologie di sequenziamento dell’RNA a cellula singola e di sequenziamento posizionale dell’RNA, che hanno consentito una caratterizzazione dettagliata della composizione delle cellule distinte che formano il tumore.
Il 90% dei decessi per cancro è causato da metastasi, cioè dalla diffusione del tumore primario ad altri organi. In questo lavoro, le cellule tumorali orali e i melanomi dei pazienti sono stati esposti a una dieta ricca di acido palmitico. Quando trapiantate nei topi, è stato osservato che mostravano una maggiore capacità di generare metastasi, anche quando questa dieta veniva somministrata per un breve periodo prima del trasferimento.
Gli autori hanno individuato diversi marcatori di “memoria” lasciati nelle cellule tumorali dopo l’esposizione all’acido palmitico: un cambiamento che fa sì che le cellule conservino una maggiore capacità metastatica, anche mesi dopo l’esposizione all’acido grasso, e che potrebbe essere correlato a una maggiore capacità di questi cellule tumorali di promuovere l’innervazione.
Le cellule tumorali esposte temporaneamente a una dieta ricca di acido palmitico sviluppano così un profilo più aggressivo che perdura come una forma di “memoria” cellulare. Questo profilo più aggressivo guida l’attivazione delle cosiddette cellule di Schwann associate al tumore e la secrezione di un tessuto extracellulare che, quando bloccato, impedisce la capacità metastatica del tumore.
Come fa l’olio di palma a favorire il cancro e aumentare le metastasi
Le alterazioni del genoma delle cellule metastatiche causate dall’acido grasso sono permanenti e, di conseguenza, le cellule mantengono in modo stabile le proprietà più “aggressive”. Gli autori descrivono questo comportamento come una “memoria stabile”.
I risultati indicano che una dieta ricca di olio di palma favorirebbe lo sviluppo del cancro, anche se l’esposizione a questo acido grasso avviene in una fase molto precoce della malattia in cui il tumore primitivo potrebbe non essere ancora stato rilevato. Gli scienziati hanno osservato che questa capacità “espansiva e colonizzatrice” si acquisisce a seguito del consumo di acido palmitico (prevalente nell’olio di palma), ma non di acido oleico (abbondante nell’olio di oliva) o di acido linoleico (caratteristico dei semi di lino).
Questi risultati suggeriscono anche che l’aggressività è legata non solo al metabolismo dei grassi, ma anche alle modificazioni che si verificano nelle cellule tumorali in risposta all’esposizione all’acido palmitico stesso. Affinché una cellula tumorale possa metastatizzare, deve prima staccarsi dal tumore di origine, entrare nel flusso sanguigno o nel sistema linfatico, raggiungere un altro organo e sopravvivere e crescere lì.
Gli autori hanno identificato che una dieta ricca di acido palmitico consente alle cellule tumorali di formare una rete neurale attorno al tumore. Le cellule tumorali con la capacità più metastatica (cioè con memoria) ottengono la capacità di attrarre il sistema nervoso e la rete neurale che si forma attorno al tumore produce un ambiente rigenerativo, che le cellule usano a loro vantaggio per crescere e diffondersi.
Uno degli elementi chiave nella formazione della rete neurale che favorisce la metastasi sono le cosiddette cellule di Schwann, che circondano e proteggono i neuroni. Lo studio dimostra che vari approcci per bloccare le cellule di Schwann inibiscono lo sviluppo di questa rete neurale, prevenendo così le metastasi.
Quali prodotti contengono olio di palma
Ad ogni modo, sia per proteggere in primis la nostra salute, ma anche l’ambiente, sarebbe bene evitare di consumare prodotti che contengono olio di palma, che sono tantissimi, anche in Italia. Per esempio aumentando il consumo di olio d’oliva, noci, semi e pesce ricchi di acidi grassi insaturi.
Tra i prodotti commestibili con olio di palma, quelli maggiormente acquistati, alimentari, ci sono questi:
- biscotti, brioche, merendine industriali e torte confezionate
- pani confezionati, morbidi e pan brioche
- grissini, crackers, patatine e fette biscottate
- pasta sfoglia industriale (pasta frolla, sfoglia, brisée, per pizza, pasta fillo)
- focacce confezionate, salatini, snack e pizze surgelate
- sughi pronti
- dado
- prodotti lievitati
- cotolette impanate e prodotti surgelati con panatura
- budini, sia pronti che in polvere
- creme spalmabili
- prodotti per l’infanzia e latte per neonati
- integratori per donne in gravidanza.
Tantissimi anche i prodotti non alimentari in cui l’olio di palma è presente e può essere cancerogeno:
- sapone
- shampoo
- creme corpo
- dentifricio
- rossetti
- detersivi.
La scoperta dell’IRB apre la strada alla ricerca e allo sviluppo di terapie che bloccano specificamente le metastasi del cancro, “un processo che è quasi sempre causa di morte per cancro”, conclude la dott.ssa Gloria Pascual, ricercatrice associata presso il laboratorio Stem Cells and Cancer di IRB Barcelona e co-primo autore dell’articolo insieme alla dott.ssa Diana Domínguez.
In futuro, questo processo potrebbe dunque essere preso di mira con farmaci o piani alimentari attentamente progettati: nonostante ciò, gli esperti mettono comunque in guardia dall’adozione di diete fai da te in assenza di studi clinici. Naturalmente, i prodotti elencati sopra sempre più spesso vengono realizzati senza olio di palma, da aziende attente alla salute dei clienti: quindi, quelli che riportano la dicitura “senza olio di palma” possono essere tranquillamente consumati.