Il primo si è presentato con la tuta addosso, ventilando una preoccupante infiltrazione del virus nell’acqua dei rubinetti. Il secondo invece è arrivato munito di giacca, cravatta e il viso rassicurante dell’uomo in carriera che non ha tempo da perdere spiegando ciò che deve fare: parlava di dover far ripartire il pagamento della pensione, bloccato da non si sa quale ben precisato inghippo ministeriale.
In realtà tutti e due non erano chi dicevano di essere. Ma in un caso la recita ha fruttato un malloppo di qualche centinaia di euro: nell’altro tentativo invece il sedicente tecnico dell’acqua è dovuto fuggire con la coda tra le gambe. E la vittima designata, almeno per una volta, ha avuto la meglio su chi l’aveva presa di mira. Entrambi i casi sono avvenuti in Emilia, rispettivamente nelle città di Parma e Piacenza.
Truffa Covid nell’acqua dal rubinetto: quali tecniche vengono usate dai malintenzionati
“Le truffe a danno degli anziani sono un crimine particolarmente odioso sul quale vale la pena concentrare sempre di più la nostra attenzione”: queste le parole del comandante dei Carabinieri della compagnia di Parma, il capitano Marco Di Caprio. L’agente sottolinea anche come, rispetto all’anno precedente, nel 2021 il dato a livello nazionale sia calato di circa il 20 per cento per reati di questa tipologia. E il risultato è dovuto in buona parte proprio ad una maggiore consapevolezza dei cittadini, che hanno iniziato a guardare con maggiore sospetto chi suona alla loro porta di casa.
Proprio come ha fatto la donna della città ducale che – di fronte all’uomo che dichiarava di essere un tecnico del Comune inviato per valutare una possibile contaminazione della rete idrica – prima lo ha fatto parlare per un po’ di tempo, assecondando le sue richieste, poi ha avuto la freddezza di afferrare il telefono e chiedere aiuto. L’uomo è arrivato a suggerire alla signora di mettere tutti i gioielli nel frigorifero “per questioni di sicurezza”.
Sempre più insospettita, la donna ha risposto dicendo: “Benissimo, ma a lei non dispiace se faccio una chiamata al 112 per un controllo, vero?”. A queste parole il finto tecnico è sbiancato, la presunta contaminazione di colpo è sparita e l’uomo con addosso la pettorina gialla è scappato correndo velocemente giù per le scale ed uscendo a gambe levate dal condominio.
Truffa Covid nell’acqua dal rubinetto: come difendersi
“Questo è un classico esempio della tecnica usata dai truffatori, come succede per i messaggi fasulli sul cellulare” ha commentato il comandante Di Caprio, aggiungendo che “il nostro consiglio è sempre quello di valutare bene chi si presenta alla porta: spesso i malviventi usano parti di divise mescolate con capi e indumenti civili classici, questo è un primo segnale che può allarmare”.
“I delinquenti in molti casi raccontano storie poco credibili, perché se c’è un problema con la banca o con la pensione si viene contattati tramite lettera mentre nessuno verrà mai a suonare alla porta di casa” ha aggiunto il capitano. “Allo stesso modo, se ci fosse un qualche familiare invischiato in problemi con la giustizia, non lo si potrebbe certo togliere dai guai pagando una cauzione ad uno sconosciuto”.
Ma i tentativi da parte dei malintenzionati sono ancora molti in tutto il Paese e così il consiglio definitivo del comandante Di Caprio è il seguente: “In ogni caso che si riveli anche solo minimamente dubbio, la cosa migliore da fare è sempre quella di contattare il 112 e chiedere supporto. In molti casi è sufficiente avvisare che si stanno chiamando i Carabinieri per vedere le persone andarsene”.