Cambio fornitore bollette in 24 ore rinviato, lo switch lampo slitta al 2026

Il cambio di fornitore delle bollette in 24 ore non partirà più a gennaio: Arera conferma il rinvio e prepara le nuove regole per il 2026

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Il cambio di fornitore di energia in 24 ore, previsto per gennaio 2026, dovrà aspettare. Il cosiddetto “switch lampo”, introdotto dalla direttiva europea 2019/944 e recepito in Italia con il decreto legislativo 210/2021, è stato rinviato. Ora l’entrata in vigore è ora fissata genericamente “entro il 2026”.

La novità, pensata per rendere più competitivo il mercato dell’energia e facilitare i consumatori, permetterà in futuro di passare da un fornitore all’altro in un solo giorno lavorativo, con un processo complessivo di massimo tre settimane. Ma per vedere davvero il cambio rapido delle bollette bisognerà attendere ancora.

Cos’è e come funziona lo “switch lampo”

Lo “switch lampo”, sulla carta, è il nuovo sistema che dovrebbe consentire alle famiglie e piccole imprese di cambiare operatore luce o gas in tempi rapidi.

Oggi la procedura può richiedere fino a due mesi, mentre con la nuova modalità, l’aggiornamento tecnico nel Sistema Informativo Integrato (SII) gestito da Acquirente Unico avverrà in 24 ore. Il resto, cioè l’intero processo di cambio operatore, sarà completato in circa tre settimane.

L’obiettivo, spiega l’Arera, è incoraggiare i clienti a confrontare più offerte e stimolare la concorrenza tra operatori. L’Enta aggiunge che lo switch lampo dovrebbe ridurre tempi e burocrazia dell’operazione.

Perché lo “switch lampo” è stato rinviato

Ma lo switch lampo non arriverà a breve come previsto. Il ritardo nasce da una rettifica della direttiva europea, che ha spostato il termine da non oltre il 1° gennaio 2026 a entro il 2026.

Per adeguarsi alla nuova formulazione, il governo Meloni ha quindi approvato un decreto correttivo che modifica l’articolo 7 del decreto del 2021, rinviando di fatto l’applicazione della misura. L’Arera dovrà ora approvare una delibera attuativa, che definirà modalità e tempistiche per avviare il sistema.

Nel frattempo, il Consiglio dei ministri ha inserito la misura nel decreto sul “Disegno del mercato” (Market design), insieme a interventi per rendere più trasparenti le bollette.

Quali effetti potrebbe avere sulle bollette

Il nuovo meccanismo non è solo una semplificazione tecnica, potrebbe incidere anche sui prezzi. Secondo una simulazione di Facile.it, con il passaggio rapido di fornitore si potrebbe arrivare a un risparmio tra il 10% e il 15% sulle bollette, che corrisponde a circa 230 euro l’anno per una famiglia tipo (media di 4 persone). Una cifra non sottovalutabile in un contesto di generale sconforto per il costo della vita.

L’effetto sarebbe simile, seppur più contenuto, a quello registrato nel mercato della telefonia mobile nel 2012, quando l’introduzione della portabilità in 24 ore fece crollare le tariffe del 35% in un anno.

I punti critici del nuovo sistema

Gli esperti mettono però in guardia dai rischi. Per gestire i cambi in 24 ore, le società energetiche dovranno aggiornare i propri sistemi informatici e i flussi di verifica, con costi aggiuntivi che potrebbero riflettersi sui prezzi.

Il processo, oggi completato in 45 giorni, dovrà essere compresso in poche ore senza compromettere la sicurezza e la qualità del servizio. Inoltre, l’aumento dei cambi di fornitore potrebbe destabilizzare il mercato, come accadde nella telefonia, dove il tasso di “switch” passò dal 14% al 35% in due anni.

Per il momento però si tratta solo di punti critici, che se individuati per tempo potrebbero essere risolti in anticipo ed evitati. Ci sarà da attendere la conferma del decreto sul Disegno del mercato.

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