Conviene il riscaldamento autonomo o quello centralizzato?

Quali sono le differenze tra riscaldamento autonomo e centralizzato, vantaggi e svantaggi di entrambi e quale dei due conviene scegliere

Pubblicato:

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

L’estate sta finendo e molti sono già tornati alla routine quotidiana con qualche preoccupazione in più. Le bollette sono infatti sempre più alte così come il costo della vita, per cui si ha una maggiore necessità di ridurre i consumi e gli sprechi. Proprio per questo ci si domanda se sia meglio il riscaldamento autonomo o quello centralizzato.

La risposta ovviamente dipende dalle caratteristiche dell’edificio, dalle proprie esigenze economiche e abitudini domestiche. In ogni caso, ecco qual è la differenza tra le due tipologie e a chi converrebbe scegliere la prima e a chi la seconda.

I vantaggi del riscaldamento autonomo

Il riscaldamento autonomo è quello che si trova all’interno della propria abitazione per cui si può accendere e spegnere quando si vuole.

Inoltre, si può regolare la temperatura stanza per stanza grazie alle valvole termostatiche che aiutano a ridurre i consumi di energia fino a quasi il 20% annuo e le emissioni di CO₂ di almeno 280 kg/anno. Infine, si può decidere quanto tempo l’impianto dovrà restare accesso.

Il vantaggio principale è quindi proprio la libertà di gestione. Se si finisce di lavorare tardi e si rientra a casa alle 20, il riscaldamento si può accendere la sera mentre se si lavora in smart working e si ha freddo, si può decidere di tenerlo accesso anche la mattina o tutto il tempo che si vuole.

Le forme più diffuse di riscaldamento autonomo sono la caldaia a condensazione e quella standard. Quest’ultima disperde una buona parte dell’energia prodotta mediante i fumi di scarico.

In quella a condensazione, invece, una parte del calore che si trova nei fumi di scarico non viene sprecata anzi ma viene trasformata in vapore e utilizzata per scaldare nuovamente l’acqua che rientra nell’impianto di riscaldamento. In questo modo si ottiene un’efficienza energetica più alta che si traduce in risparmio anche del 30% rispetto ai modelli normali.

Per capire quanto consuma questa tipologia di caldaia si può utilizzare questa formula:

consumo (kilowattora) uguale alle ore in cui la caldaia è utilizzata x la potenza (Kilowatt) x il rendimento.

Così come esistono dei vantaggi, ci sono degli svantaggi, come i costi iniziali.

Idealista, ad esempio, calcola che un impianto con caldaia a gas metano o Gpl per un immobile di circa 100 metri quadri può costare tra i 3.000 e i 5.000 euro compresi i materiali, l’installazione e il collaudo.

Nel caso invece si scelga un impianto di riscaldamento con piastre che irradiano calore sul pavimento, il costo medio esclusa la manodopera che è di circa 80 euro al metro quadro.

Vanno poi valutati anche i costi per la manutenzione annuale che in media vanno dai 100 ai 200 euro per un intervento annuale standard.

Pro e contro del riscaldamento centralizzato

A differenza del riscaldamento autonomo, quello centralizzato è un impianto unico (ad esempio con caldaia centrale) che serve tutti gli appartamenti di un condominio grazie a un sistema di tubature.

Sicuramente il principale vantaggio è una maggiore efficienza energetica, in quanto la caldaia spesso è di ultima generazione e manotenuta per cui consuma di meno rispetto a impianti più piccoli.

Un altro vantaggio del riscaldamento centralizzato è il costo iniziale, diviso con gli altri proprietari insieme alle spese di manutenzione. A differenza di quello autonomo, però, non si può adattare alle esigenze di ogni singolo condomino.

Negli ultimi anni, poi, tale tipologia di impianto è stata adeguata con dei sistemi di contabilizzazione del calore grazie ai quali è possibile pagare in base al proprio consumo. Significa che se il termosifone si tiene spento per la maggior parte della giornata, si paga di meno e si evitano quindi delle “ingiustizie”.

Lo svantaggio principale è la mancanza libertà di gestione. Se si ha freddo in un orario diverso da quello di accensione, infatti, non si può fare nulla. E se c’è un guasto, tutto il condominio resta al freddo fino a che non è riparato.

È meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato?

Il riscaldamento autonomo converrebbe a chi:

Inoltre conviene a chi vive da solo, lavora fuori casa tutta la giornata e a chi ha investito in un immobile ben isolato.

È invece più adatto il riscaldamento centralizzato se il condominio è numeroso in quanto, come detto, i costi per l’installazione e la manutenzione si dividono. Conviene anche a chi vive in un appartamento piccolo, in modo tale da evitare la spesa per una caldaia privata.

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