Giorgia Meloni ripristina i controlli al confine con la Slovenia “per questioni di sicurezza nazionale” e sospende Schengen, insieme ad altri 10 Paesi che fanno parte dell’area di libera circolazione. L’attacco di Hamas a Israele ha dato una nuova spinta alla propaganda jihadista, ravvivando i focolai del fondamentalismo islamico che covano tra le pieghe delle società europee. L’attentato con due vittime da parte di un cosiddetto ‘lupo solitario’ a Bruxelles ha fatto salire ancora di più il livello di allerta terroristica, come dimostrano l’evacuazione di una decina di aeroporti tra Francia e Belgio a causa di diversi falsi allarme bomba, e la chiusura per tre volte in cinque giorni della reggia di Versailles per la stessa minaccia.
La decisione di Giorgia Meloni
“La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità” ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano al termine di un vertice con i ministri degli Interni e della Difesa, oltre all’intelligence e ai servizi di sicurezza italiani.
Giorgia Meloni ha rivendicato sui social la scelta fatta spiegando che “con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia”.
“Ne abbiamo parlato con i colleghi sloveni – ha sottolineato la premier – ai quali abbiamo rinnovato la nostra piena collaborazione sul contrasto ai flussi di migranti illegali”.
“Il livello di minaccia di azioni violente è aumentato anche all’interno dell’Unione”, ha poi fatto sapere in una nota Palazzo Chigi, dove nella giornata di giovedì 19 ottobre si è tenuto un altro vertice tra governo e intelligence sul rischio terrorismo. Come spiegato dal Governo, la scelta di chiudere i confini con la Slovenia è giustificata dal fatto che “le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta“.
Cos’è l’area Schengen e cosa cambia per i viaggiatori
L’Italia non è l’unico Paese ad aver disposto la sospensione del diritto di libera circolazione dei cittadini europei previsto dal trattato di Schengen, uno dei pilastri dell’Unione europea. Insieme al nostro Paese anche altri 10 Paesi: l’Austria, la Germania, la Francia, la Repubblica ceca, la Polonia, la Slovacchia, la Svezia, la Danimarca, la Slovenia e la Norvegia, che non fa parte dell’Ue (qui abbiamo tracciato la ‘mappa del terrorismo in Europa e in Italia).
In particolare, la Germania manterrà lo stop fino al 25 ottobre al confine con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera e con l’Austria fino all’11 maggio 2024. La Francia, invece, ha ripristinato i controlli su tutte le frontiere fino al 30 aprile prossimo.
Nato nel 1985 come accordo intergovernativo tra cinque Paesi (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi) nell’omonimo villaggio a Sud del Lussemburgo, l’aquis di Schengen era un insieme di norme e disposizioni che avevano l’obiettivo di eliminare gradualmente i controlli alle dogane.
Il trattato è stato incorporato nel corpus normativo dell’Unione europea e riguarda oggi 22 Paesi membri tranne Bulgaria, Croazia, Cipro, Irlanda e Romania, oltre ad essere adottato fuori dall’Ue anche da Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein (qui per sapere quali Paesi sostengono Hamas e quali Israele).
La sospensione del trattato implica il ritorno dei controlli sui documenti di chi viaggia tra Paesi che rientrano nello spazio Schengen. Come spiegato da Palazzo Chigi, per quel che riguarda l’Italia, le restrizioni alla circolazione coinvolgono solo il confine con la Slovenia “verrà attuata dal 21 ottobre per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci”.