Cos’è il rating di legalità e come ottenerlo

A cosa serve il rating di legalità e perché è importante per un'azienda richiederlo ed esserne in possesso. Scopriamo in cosa consiste questo strumento

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il rating di legalità consiste in un indicatore sintetico del rispetto degli standard di legalità delle imprese che lo hanno richiesto. Viene attribuito alle aziende che soddisfano una serie di requisiti, tra i quali ci sono:

Sostanzialmente il rating di legalità permette di effettuare una valutazione dello stato di una società, premiando le realtà che vengono gestite nel totale rispetto delle leggi. Un imprenditore può decidere di richiedere il rating di legalità e, nel caso di punteggi positivi, si avvarrà di particolari vantaggi in differenti ambiti. Nello specifico, trattandosi di compagnie in grado di offrire garanzie allo Stato, si potrà approfittare di percorsi agevolati verso concessioni di finanziamenti pubblici e crediti bancari:

Come richiedere il rating di legalità

Per poter richiedere il rating di legalità è necessario presentare la relativa domanda presso l’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato. Ci si ritroverà dinanzi un formulario, grazie al quale si forniranno tutte le informazioni relative all’impresa. In questo modo l’ente potrà valutare se sia possibile o meno rilasciare il suddetto rating e, ovviamente, con quale punteggio. Le informazioni richieste riguardano i seguenti ambiti:

Il legale rappresentante della società richiedente dovrà poi apporre una firma digitale, trasmettendo per via telematica il tutto all’AGCM. Il processo è così avviato e l’ente provvederà a svolgere una verifica in relazione al possesso dei requisiti per ottenere il rating. La sua concessione, così come la definizione del punteggio, minimo, medio o massimo, passano attraverso alcuni confronti. L’AGCM consulta alcune Banche Dati e richiede informazioni utili a tutte le autorità in grado di confermare o smentire le dichiarazioni inviate. Basti pensare all’ANAC o al Ministero della Giustizia.

Data la delicatezza della materia, si consiglia di controllare attentamente la documentazione prima di procedere all’invio. In caso di mancanza di dati però l’AGCM richiederà la trasmissione degli stessi o, in alcuni casi, un’integrazione al fine di procedere al rilascio. Per quanto riguarda le tempistiche, l’Autorità ha tempo 60 giorni per potersi esprimere in merito all’assegnazione o meno del rating di legalità. In caso di esito positivo si avrà modo di scoprire subito il punteggio assegnato all’impresa. In caso negativo verranno specificate le motivazioni che hanno impedito il rilascio del rating.

L’azienda potrà però presentare osservazioni scritte per difendersi e tentare di riaprire il fascicolo. Tale procedura però non potrà essere avviata oltre i 15 giorni dal ricevimento della comunicazione. Il rating di legalità non è però un punteggio eterno. Si tratta infatti di una valutazione che riflette lo stato attuale di un’azienda. La sua validità è dunque di due anni. In questo lasso di tempo la società avrà l’obbligo di comunicare all’Autorità qualunque variazione dei dati riportati nella domanda, che potrebbero incidere, positivamente o negativamente, sul rating assegnato. Nel caso in cui le condizioni di base dell’impresa dovessero venir meno, l’Autorità potrebbe procedere alla revoca.

Chi può chiedere il rating di legalità

L’AGCM può concedere il rilascio del rating di legalità soltanto ad aziende che presentino precise caratteristiche:

Non è possibile presentare la domanda nel caso in cui vi siano dei provvedimenti definitivi di condanna nei confronti delle figure apicali dell’azienda richiedente. Il rating non può essere inoltre concesso in caso di misure di prevenzione o cautelari, personali o patrimoniali, così come di reati che determino una responsabilità amministrativa, tributari, in ambito di tutela della salute e della sicurezza, contro la Pubblica Amministrazione e di omissione delle ritenute.

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