Giugno 2024 il più caldo di sempre, bollino rosso anche a luglio per 13 città italiane

Secondo Copernicus non siamo più di fronte a un'anomalia, ma i dati evidenziano un cambiamento ampio e continuo nel nostro clima dovuto ai nostri gas serra

Pubblicato: 16 Luglio 2024 14:16

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il riscaldamento globale, causato dalle emissioni di gas serra, continua a battere tutti i record di temperature a livello mondiale. Il mese di giugno 2024, appena concluso, ha fatto registrare la temperatura media più alta di sempre, superando il precedente record stabilito l’anno scorso. Questo allarmante fenomeno è stato caratterizzato da una serie di ondate di calore in Messico, Cina e Arabia Saudita, rendendo giugno 2024 il tredicesimo mese consecutivo a stabilire un nuovo record di temperatura, secondo quanto riferito dall’Osservatorio europeo Copernicus.

Ma le notizie preoccupanti non finiscono qui. In questi giorni, l’Italia si trova sotto l’influenza dell’anticiclone Caronte, che sta portando temperature estreme in tutto il paese. Gli esperti prevedono che le temperature potrebbero raggiungere picchi fino a 43 °C, rendendo la situazione estremamente pericolosa per la salute e il benessere delle persone, in particolare per gli anziani e i bambini.

Inoltre, sono ben 13 le città italiane segnalate con il bollino rosso, il livello massimo di allerta per il caldo, tra cui Bologna, Firenze, Roma e Palermo. Le autorità sanitarie stanno invitando la popolazione a prendere le dovute precauzioni per proteggersi dal caldo estremo, come bere molta acqua, evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde e trascorrere il più possibile tempo in luoghi freschi e ventilati.

Questa situazione meteorologica estrema sottolinea ancora una volta l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico e di ridurre le emissioni di gas serra. Se non verranno intraprese azioni immediate e decisive, è probabile che continuiamo a sperimentare eventi meteorologici estremi come questi, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per il nostro pianeta.

Giugno 2024, un nuovo record di calore globale

Di seguito i dati principali sulla temperatura superficiale dell’aria e temperatura superficiale marina:

Il surriscaldamento degli oceani e la serie di record di temperature globali

La recente serie di record di temperatura è stata alimentata da un surriscaldamento senza precedenti degli oceani, che assorbono circa il 90% del calore in eccesso prodotto dalle attività umane. Secondo il programma europeo di monitoraggio Copernicus, “la temperatura media globale negli ultimi 12 mesi (luglio 2023 – giugno 2024) è la più alta mai registrata”. Durante questo periodo, la temperatura media del pianeta è stata di “1,64 °C superiore alla media preindustriale del periodo 1850-1900”, un’epoca in cui la deforestazione e la combustione di carbone, gas e petrolio non avevano ancora iniziato a riscaldare significativamente il clima della Terra.

Questo aumento significativo è emblematico dell’impatto delle attività umane sul riscaldamento globale. Il direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S), Carlo Buontempo, ha spiegato in un comunicato stampa che l’ultimo mese concluso segna anche “il dodicesimo mese consecutivo che supera di 1,5 °C le medie dell’era preindustriale“. Questo trend preoccupante evidenzia la crescente urgenza di intraprendere azioni decisive per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici.

Il surriscaldamento degli oceani non solo contribuisce all’innalzamento delle temperature globali, ma ha anche gravi conseguenze per gli ecosistemi marini e la vita umana. I mari più caldi possono alterare i modelli meteorologici, intensificare le tempeste e causare lo scioglimento delle calotte polari, con conseguente innalzamento del livello del mare. Gli effetti combinati di queste condizioni climatiche estreme rappresentano una minaccia significativa per le popolazioni costiere e per la biodiversità marina, richiedendo risposte immediate e sostenibili da parte della comunità internazionale.

Superamento della soglia di 1,5 °C, una sfida critica per il clima globale

La soglia di 1,5°C rappresenta l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi del 2015, firmato da quasi tutti i paesi del mondo. Tuttavia, per poter dire di aver raggiunto stabilmente questo obiettivo, la temperatura globale media dovrebbe rimanere al di sotto di questa soglia per diversi decenni. Attualmente, il clima globale è già più caldo di circa 1,2 °C rispetto al periodo 1850-1900. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), un gruppo di esperti climatici incaricato dalle Nazioni Unite, prevede che al ritmo attuale delle emissioni, il picco delle quali è previsto entro il 2025, ci siano poche probabilità di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia di 1,5 °C.

Nel mese di giugno 2024, mentre le temperature nell’Europa occidentale erano vicine o al di sotto delle medie stagionali, la maggior parte della popolazione mondiale ha sperimentato temperature eccezionalmente elevate. In Arabia Saudita, più di 1.300 persone sono morte durante il pellegrinaggio alla Mecca, dove il termometro ha raggiunto i 51,8 °C nella Grande Moschea della città santa dell’Islam. In Grecia, l’Acropoli è stata chiusa a metà giugno a causa delle temperature che superavano i 44 °C. Nel nord della Cina, inclusa Pechino, le temperature hanno superato i 40 °C, mentre il sud del paese è stato colpito da gravi inondazioni.

Questi eventi estremi mettono in evidenza l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico con azioni concrete e immediate. Il superamento della soglia di 1,5 °C non è solo una questione di record storici, ma ha conseguenze dirette e devastanti per le vite umane e per gli ecosistemi. Le ondate di calore, le inondazioni e gli altri fenomeni meteorologici estremi che stiamo vivendo sono un chiaro segnale della necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e di adottare strategie di adattamento per proteggere le popolazioni vulnerabili e preservare l’ambiente per le future generazioni.

Inondazioni e ondate di calore, le conseguenze devastanti del riscaldamento globale

Anche il Kenya, l’Afghanistan e la Francia hanno vissuto inondazioni catastrofiche, un fenomeno che sta diventando sempre più frequente e intenso a causa del riscaldamento globale. L’aumento della temperatura dell’aria, infatti, accresce la capacità di questa di trattenere umidità, incrementando così la potenziale intensità delle piogge. Questo meccanismo è responsabile delle precipitazioni estreme che hanno colpito diverse regioni del mondo.

Negli Stati Uniti e in Messico, l’ondata di caldo mortale che ha caratterizzato la fine di maggio e l’inizio di giugno è stata resa 35 volte più probabile dai cambiamenti climatici, secondo le stime della rete di riferimento scientifica World Weather Attribution (Wwa). Questo dato allarmante sottolinea come il riscaldamento globale non solo incrementi la frequenza degli eventi estremi, ma ne aumenti anche la gravità, mettendo a rischio vite umane e causando danni economici e ambientali significativi.

In Kenya, le inondazioni hanno devastato interi villaggi, distruggendo abitazioni e infrastrutture e lasciando migliaia di persone senza casa. In Afghanistan, le piogge torrenziali hanno causato frane e alluvioni che hanno isolato comunità già vulnerabili, aggravando ulteriormente una situazione umanitaria critica. In Francia, le inondazioni hanno colpito duramente le aree rurali e urbane, interrompendo i trasporti e causando danni ingenti all’agricoltura e alle abitazioni.

Questi eventi estremi non sono isolati ma fanno parte di un trend globale che vede un aumento della frequenza e dell’intensità dei disastri naturali legati al clima. Il riscaldamento globale, alimentato dalle emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane, sta alterando i modelli climatici in modi imprevedibili e spesso devastanti. Le conseguenze per le popolazioni colpite sono drammatiche: perdita di vite, distruzione di mezzi di sussistenza, sfollamenti e crisi umanitarie.

Giugno 2024, il mese più caldo di sempre, Greenpeace accusa le multinazionali dell’oil&gas

Federico Spadini di Greenpeace Italia ha commentato i dati preoccupanti, relativi alle temperature record di giugno, evidenziando come eventi climatici estremi, tra cui alluvioni, incendi e ondate di calore, abbiano causato devastazioni in tutto il mondo, dalla Cina all’India, dalla Grecia all’Italia, dall’Arabia Saudita alla Giamaica e agli Stati Uniti. Questi disastri hanno causato danni economici per oltre 41 miliardi di dollari solo nei primi mesi dell’anno, mentre le multinazionali dell’oil&gas continuano a registrare enormi profitti.

Greenpeace attribuisce la responsabilità principale della crisi climatica a una ristretta cerchia di compagnie internazionali del petrolio e del gas. Questi colossi non solo hanno negato la scienza del clima o ignorato per decenni gli allarmi di cui erano a conoscenza, ma hanno anche ostacolato le soluzioni al riscaldamento globale. Inoltre, continuano a pianificare ulteriori progetti di sfruttamento delle fonti fossili, mettendo a rischio il clima del pianeta.

Il mese di giugno 2024 ha registrato una temperatura media dell’aria superficiale ERA5 di 16,66 °C, superando di 0,67 °C la media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per il mese di giugno e di 0,14 °C il precedente massimo stabilito nel giugno 2023.

Italia in allerta, ondata di caldo record in arrivo

In Italia, è imminente un’ondata di caldo che potrebbe infrangere numerosi record di temperatura, con valori che supereranno abbondantemente i 40 °C in molte città. Questo caldo torrido sarà accompagnato da tassi di umidità relativa molto elevati, rendendo la sensazione di disagio particolarmente intensa. Le aree più colpite:

Questa ondata di caldo rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica, soprattutto per le persone vulnerabili come gli anziani, i bambini e coloro che soffrono di patologie croniche. Le autorità sanitarie raccomandano di prendere precauzioni per limitare l’esposizione al caldo, rimanere idratati e cercare ambienti freschi durante le ore più calde della giornata.

L’anticiclone africano “Caronte” e l’estate del 2024

L’ennesima ondata di caldo che attanaglia l’Italia è da attribuire all’anticiclone africano Caronte, destinato a stabilizzarsi sul nostro Paese per un lungo periodo, portando con sé l’episodio più intenso di caldo mai registrato. I dati forniti dal Centro Meteo Europeo e dalle principali piattaforme di analisi globale avevano già predetto questo evento con notevole anticipo. In un’era di riscaldamento globale, purtroppo, notizie del genere non sorprendono più: il 2024 si prospetta come l’anno dell’estate più torrida, a livello planetario.

Tuttavia, le condizioni climatiche non sono uniformi in tutto il nostro Paese. Mentre il Nord Ovest ha sperimentato un’estate irregolare con record di piogge e innevamento eccezionale sui ghiacciai, il Centro-Sud italiano vive da settimane sotto l’oppressione del caldo e della siccità. Questa divisione climatica mette in luce l’impatto differenziato dell’Anticiclone africano, diventato ormai un compagno costante delle estati italiane.

L’anticiclone Caronte trae origine nel lontano deserto sahariano, trasportando sull’Italia aria calda e umida dal Mediterraneo. Le caratteristiche di questa massa d’aria includono la mancanza di ventilazione e un elevato tasso di umidità, aggravato dalla presenza delle acque marine. Questo mix esplosivo crea le condizioni ideali per alte temperature e afa.

Ondata di calore in Italia, temperature fino a 40 °C in diverse città

L’Italia si prepara ad affrontare un’ondata di calore eccezionale, con temperature che raggiungeranno picchi elevati in diverse città del Paese. Secondo le previsioni de ilmeteo.it, al Nordest si registreranno i valori più alti, con 37 o 38 °C attesi a Ferrara e 35-36°C a Bologna, Rovigo, Padova e Trieste. Al Centro, le città più calde saranno Firenze, Roma e Terni, con picchi di 38 o 39 °C, se non addirittura 40°C. Proprio in questo periodo dello scorso anno, la capitale ha battuto il record di caldo, e non è escluso che possa succedere di nuovo quest’anno.

Al Sud, invece, le temperature saranno ancora più bollenti, con già 40°C in Sicilia e in Sardegna, che verranno raggiunti anche in Puglia (Taranto e Foggia) e in Basilicata (sui settori ionici), mentre sul resto delle città si registreranno “soltanto” 35 o 37 °C.

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