Agrivoltaico innovativo, dal PNRR incentivi fino al 40%: gli obiettivi

L'agricoltura diventa protagonista della transizione ecologica e digitale, con un obiettivo ben preciso: installare almeno 1,04 gigawatt entro 30 giugno 2026 con contributo e tariffa incentivante.

Pubblicato: 12 Gennaio 2024 13:51

Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto ha firmato a fine dicembre e trasmesso alla Corte dei Conti, il decreto che incentiva la diffusione dell’agrivoltaico innovativo per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi.

Il provvedimento ha già ricevuto il via libera della Commissione europea e si pone l’obiettivo di installare almeno 1,04 gigawatt di sistemi agrivoltaici avanzati entro il 30 giugno del 2026, attraverso due misure:

Il contributo in conto capitale è finanziato attraverso l’investimento del PNRR, pari a oltre un miliardo di euro, mentre per la tariffa incentivante si stima un importo annuo di 21 milioni di euro, a valere sugli oneri di sistema. Il gestore dell’intera misura e dell’accesso al meccanismo incentivante è il Gestore Servizi Energetici (GSE).

Perché l’agrivoltaico innovativo? Secondo il Ministro Pichetto, “è una chiave per la decarbonizzazione in un settore strategico, fatta attraverso un uso intelligente e sostenibile del suolo, che aiuti l’ambiente, la produzione e lo sviluppo delle rinnovabili”.

Cosa promuove il decreto

Il Decreto promuove soluzioni costruttive innovative, prevalentemente a struttura verticale e con moduli ad alta efficienza, in cui possono coesistere più usi del suolo:

Per promuovere la realizzazione degli interventi presso il mondo dell’imprenditoria agricola, garantendo il più ampio accesso dell’imprenditoria agricola ai benefici promossi sono stati previsti due distinti contingenti di potenza:

Vincoli

Queste installazioni devono garantire la continuità dell’attività agricola e pastorale sottostante l’impianto per tutto il periodo di vita utile degli impianti e devono essere oggetto di monitoraggio:

Quando un impianto si definisce agrivoltaico

Le Linee Guida in materia di impianti agrovoltaici, documento del Ministero della Transizione Ecologica, contengono un quadro generale sulla produttività agricola, sui costi energetici e sulla produzione di energia elettrica da fotovoltaico.
Il testo si articola in più parti:

Gli impianti agrivoltaici sono impianti fotovoltaici, che:

I requisiti, che i sistemi agrivoltaici devono rispettare per rispondere alla finalità generale per cui sono realizzati, nel quadro normativo attuale in materia di incentivi, vengono identificati dalle Linee Guida nella Parte 2 ed in particolare:

Secondo le Linee Guida il rispetto dei requisiti A, B è necessario per definire un impianto fotovoltaico realizzato in area agricola come “agrivoltaico”. Per tali impianti dovrebbe, inoltre, essere previsto il rispetto del requisito D.

Il rispetto dei requisiti A, B, C e D è necessario per soddisfare la definizione di “impianto agrivoltaico avanzato” e, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 65, comma 1-quater e 1-quinquies, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, classificare l’impianto come meritevole dell’accesso agli incentivi statali a valere sulle tariffe elettriche.

L’impianto agrivoltaico avanzato

L’impianto agrivoltaico avanzato si caratterizza per il fatto che:

Credere nell’agrivoltaico

In termini di ordinamento produttivo, il 90% delle aziende con fotovoltaico è rappresentato da aziende specializzate soprattutto nelle coltivazioni permanenti (18,9% del campione RICA – Rete di Informazione Contabile Agricola) e nei seminativi (18,4%), seguite dagli erbivori (11%).
A livello nazionale, l’incidenza percentuale del valore dei ricavi da energia rinnovabile è pari a 8,8% sui ricavi totali, a 10,9% sulla produzione lorda vendibile, a 17,9% sul valore aggiunto e, infine, a 28,3% sul reddito netto aziendale.

Il PNRR prevede che la misura di investimento dedicata allo sviluppo degli impianti agrivoltaici contribuisca alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica delle aziende coinvolte. L’investimento previsto dal PNRR si pone l’obiettivo di rendere più competitivo il settore agricolo, riducendo i costi di approvvigionamento energetico, che ad oggi sono stimati oltre il 20% dei costi variabili delle aziende e migliorando al contempo le prestazioni climatiche ambientali.

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