In Italia è stato realizzato il primo e più grande parco agrivoltaico, che rappresenta anche il primo esempio di implementazione di un contratto Corporate Ppa (Power Purchase Agreement) tra due aziende private. Le due aziende coinvolte sono Engie e Amazon, e il parco è situato in un’area tra Marsala e Mazara del Vallo, nella provincia di Trapani. L’annuncio della costruzione del parco agrivoltaico è avvenuto nel 2021, e si estende su una superficie di 115 ettari, con una capacità installata di 66 MW.
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Un investimento sostenibile per energia pulita e agricoltura biodiversa
Un investimento sostenibile da 100 milioni di euro, realizzato grazie a un Green loan finanziato da Cdp, Société Générale e BNP Paribas, punta a promuovere la produzione di energia pulita e l’agricoltura biodiversa. Questo ambizioso progetto prevede la coltivazione di viti, ulivi, mandorli e piante aromatiche e officinali, come rosmarino, alloro, lavanda e asparagi. La cura delle colture è affidata al Vivaio locale Zichittella, un punto di riferimento nell’area da oltre 40 anni.
Engie e Amazon hanno stretto un accordo per la realizzazione di un secondo sito agrivoltaico, con una capacità di 38 MW, situato a Paternò, in provincia di Catania. Questo nuovo impianto, insieme al primo già esistente, porterà la capacità installata complessiva a 104 MW. La produzione di energia sostenibile generata da questi impianti sarà destinata ad alimentare le attività di Amazon in Italia.
Energia solare efficiente e sostenibile per l’agricoltura
L’impianto di Mazara del Vallo è dotato di una tecnologia di ultima generazione: pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, agevolando in questo modo la produzione di energia. L’uso di pannelli solari bifacciali e di inseguitori minimizza l’area necessaria per l’impianto fotovoltaico e massimizza l’efficacia per la destinazione agricola. Per la costruzione dell’impianto di Mazara del Vallo sono state impiegate 150 persone.
I tempi di autorizzazione troppo lunghi ostacolano la transizione energetica
Engie Italia denuncia i tempi di autorizzazione troppo lunghi per l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici nel paese. Samuel Renard, direttore Renewables Engie Italia, afferma che per impianti di queste dimensioni sono necessari due-tre anni, un periodo troppo prolungato per accelerare la transizione energetica. Renard attribuisce tale ritardo a un eccesso di burocrazia che impedisce di agire in modo rapido e di rispettare gli obiettivi italiani riguardanti le energie rinnovabili.
Engie possiede già cinque impianti in esercizio in Sicilia, tra cui impianti eolici a Salemi/Trapani ed Elimi, e impianti fotovoltaici a Lembisi e Santa Chiara. Questi impianti alimentati da fonti rinnovabili hanno una potenza installata di circa 174 MW. Inoltre, Engie sta attualmente lavorando su nuovi progetti che apporteranno ulteriori 68 MW di potenza: un impianto agrivoltaico di 38 MW Peak (33 MW AC) a Paternò e l’impianto eolico di 30 MW a Rampingallo.
Il parco eolico di Trapani Salemi ospita anche una “Fast Reserve Unit” con una capacità di 12,5 MW, un sistema di stoccaggio dell’energia progettato per supportare Terna nel garantire la stabilità della rete elettrica. A livello globale, il Gruppo Engie possiede una capacità installata di energia verde pari a 38 GW, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere 80 GW entro il 2030.
Obiettivo energia rinnovabile al 100% entro il 2025
Amazon si posiziona come il maggiore acquirente aziendale di energia rinnovabile, puntando a raggiungere il 100% di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili entro il 2025. Con oltre 400 progetti in 22 Paesi, di cui 128 in Europa, l’azienda ha già raggiunto un approvvigionamento dell’85% da fonti rinnovabili entro la fine del 2021. Il direttore delle categorie del largo consumo per Amazon in Europa, Giorgio Busnelli, ha affermato che la decarbonizzazione delle attività aziendali è uno dei pilastri strategici. L’obiettivo finale è raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2040, contribuendo alla transizione energetica dell’Italia e supportando le comunità locali in cui opera. In Italia, Amazon ha già 22 progetti di energia pulita, compresi impianti fotovoltaici su tetto che possono alimentare oltre 90.000 abitazioni italiane, con una capacità complessiva di oltre 115 MW.
Un connubio promettente tra energia pulita e agricoltura
L’agrivoltaico si sta imponendo come una tecnologia promettente per conciliare i bisogni alimentari ed energetici, concentrando sulla stessa area una doppia attività. L’aspetto più allettante riguarda la possibilità di avere un duplice beneficio, assicurando la generazione di energia pulita (soprattutto per l’autoconsumo da parte delle aziende agricole) da un lato e migliorando la produzione agricola dall’altro. Ma perché ciò avvenga, il progetto deve essere ragionato sulle esigenze del territorio.
Effetti sulle rese dei raccolti e opportunità nelle regioni siccitose
Quello che lo studio ha evidenziato è come l’ombreggiatura dei pannelli solari potrebbe ridurre le rese dei raccolti qualora vi fosse acqua in abbondanza; mentre tenderebbe ad aumentarle durante i periodi di siccità. I benefici dell’agrivoltaico si fanno ancora più marcanti per le regioni in cui vi è sia una forte crescita della popolazione che pronunciate condizioni siccitose. Queste includono gli Stati Uniti occidentali, l’Africa orientale e meridionale, la penisola arabica, il Medio Oriente, l’India e l’Australia. Tuttavia, come ha dimostrato l’estate 2022, anche l’Europa si appresta ad affrontare le medesime sfide.
Impatti differenziati sulle rese
Il potenziale e i benefici dell’agrovoltaico variano notevolmente a seconda delle condizioni climatiche e dipendono fortemente dalle piante che vengono coltivate in tali sistemi. Bacche, frutta e ortaggi da frutto sono le piante che maggiormente beneficiano dell’ombreggiatura, ma le rese di piante foraggere, ortaggi da foglia, tuberi e radici e la maggior parte dei cereali riescono a convivere bene con i pannelli solari. Di contro, invece, si registrano forti perdite di resa per mais, fave, soia e lupini, anche con pochissimo ombreggiamento.