A seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna e le Marche, con le conseguenti difficoltà che la popolazione locale sta ancora affrontando, il Comune di Ravenna ha emanato un provvedimento, su indicazione dei Vigili del Fuoco, che richiede la quarantena per i veicoli elettrici e ibridi che sono stati sommersi dalle acque.
Indice
Precauzioni per auto elettriche alluvionate
È importante sottolineare che le auto elettriche possono essere tranquillamente guidate sotto la pioggia, come abbiamo già spiegato. Tuttavia, i Vigili del Fuoco hanno deciso di adottare una misura di precauzione che riguarda esclusivamente i veicoli elettrici che sono stati alluvionati a causa delle intense piogge.
Questa misura precauzionale segue quanto stabilito dalle autorità a livello internazionale durante uragani e inondazioni. L’ente NHTSA, ad esempio, ha fornito indicazioni su come gestire le auto elettriche alluvionate durante l’uragano Ian. Dopo i primi casi di incendio, verificatisi anche settimane dopo l’uragano, l’NHTSA ha stabilito che tali veicoli devono essere parcheggiati all’aperto, mantenendo una distanza di almeno 15 metri da edifici e altri veicoli. L’agenzia governativa statunitense per la sicurezza stradale ha evidenziato il rischio di cortocircuiti e incendi causati dalla penetrazione di acqua marina all’interno delle auto, a causa di fenomeni corrosivi.
Quarantena per veicoli elettrici e ibridi alluvionati
Di seguito lo stralcio dell’ordinanza che recita:
“A scopo precauzionale – questo quanto si legge su un comunicato pubblicato dall’ente ravennate, diffuso tramite un volantino apparso sui social – i concessionari e i soggetti privati che a qualsiasi titolo possiedono veicoli elettrici e ibridi che hanno subito immersione in seguito agli eventi meteorologici dei giorni scorsi, o che si trovano in ambienti particolarmente umidi, devono adottare alcune misure preventive a tutela della pubblica incolumità”.
Viene quindi chiesta una sorta di ‘quarantena’ per le auto elettriche colpite dalle inondazioni: “In particolare – si legge ancora – tali veicoli devono essere posti per 15 giorni in quarantena, devono cioè essere tenuti in spazi esterni, con una distanza tra un veicolo e l’altro, da edifici e da altri veicoli di almeno cinque metri. Tali misure sono state disposte su richiesta dei Vigili del fuoco”.
La direttiva è stata diramata a seguito dello scoppio di un incendio che è avvenuto nel parcheggio di una concessionaria di Fornace Zarattini, fra le frazioni maggiormente colpite dalle inondazioni. In base alle testimonianze diffuse sui social, un’auto avrebbe preso fuoco, costringendo i pompieri ad un rapido intervento per evitare che la situazione degenerasse.
Sicurezza dei veicoli elettrici
È evidente che questa notizia ha suscitato grande interesse nell’opinione pubblica riguardo alla sicurezza dei veicoli a trazione elettrica, sia ibridi che completamente elettrici. L’obiettivo di questo articolo è fornire chiarezza e spiegare, dal punto di vista tecnico, ciò che si cela dietro a questa questione.
In primo luogo, è importante sottolineare che si tratta di una misura precauzionale. Sia le auto elettriche che quelle ibride, per essere commercializzate e vendute in Italia, devono essere equipaggiate con una serie di sistemi di protezione che assicurano la sicurezza del veicolo anche in caso di immersione in acqua, sia in seguito a un incidente che, come in questo caso, a causa di un’alluvione.
Inoltre, la batteria, il motore e l’inverter (il modulo elettronico che controlla il motore) sono contenuti in involucri sigillati che li proteggono dall’acqua. Di conseguenza, gli standard di sicurezza per tutti i veicoli a trazione elettrica sono gli stessi, se non addirittura più rigorosi, rispetto a quelli dei veicoli che utilizzano altre fonti di energia.
Il pericolo della fuga termica delle batterie
Nonostante tutti questi sistemi, l’insidioso nemico di una macchina elettrica da evitare è la fuga termica della batteria. Per spiegarlo in modo semplice, si tratta di un aumento della temperatura interna della batteria causato dalle reazioni chimiche che avvengono al suo interno. Questo aumento di temperatura si autoalimenta e si propaga incontrollato. Un esempio di come si sviluppa questo fenomeno è una scarica impulsiva di corrente generata dalla batteria, come un cortocircuito, che riscalda la batteria stessa a causa dell’effetto Joule, innescando il processo.
L’effetto dominio risultante va a surriscaldare la batteria nel giro di pochi secondi, innescando incendi o addirittura piccole esplosioni. Questo fenomeno, che si innesca solamente in rarissime e particolari condizioni di guasto, una volta avviato è molto difficile da domare.
Una precauzione necessaria
Questo problema quindi non sorge nel momento in cui il veicolo è immerso spento nell’acqua, ma nel momento in cui il veicolo viene estratto dall’acqua e avviato dopo essere stato immerso per molte ore. Le varie componenti sono protette dall’acqua, come detto in precedenza, ma questa protezione riguarda principalmente i forti getti o spruzzi. La tenuta d’acqua potrebbe non essere garantita quando i componenti rimangono immersi per lunghe ore (una condizione estrema e anomala per qualsiasi veicolo).
L’acqua che si è infiltrata e ha contattato le parti elettriche del veicolo può causare cortocircuiti, che a loro volta surriscaldano la batteria e facilitano l’innesco della fuga termica.
Lasciare il veicolo fermo all’aperto è il modo più pratico, semplice ed economico per consentire al veicolo di asciugarsi completamente dall’acqua e dall’umidità che potrebbe essersi accumulata all’interno dei suoi componenti, riducendo al minimo la probabilità di incendi.