Quasi 280 miliardi di investimenti per la mobilità sostenibile, 12 per le infrastrutture idriche e 7 per l’edilizia sostenibile: è quanto prevede la nuova strategia a lungo termine per le infrastrutture presentata dal ministro per le Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini.
Indice
Il futuro delle infrastrutture e della mobilità in Italia
Il cosiddetto Allegato Infrastrutture, mobilità e logistica al Documento di Economia e Finanza (Def) 2022 prevede quasi 300 miliardi di euro per interventi selezionati sulla base della strategia economica del Governo, degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e del Green Deal europeo.
L’Allegato illustra le pianificazioni, le riforme e gli investimenti realizzati e programmati per i prossimi 10 anni per stimolare lo sviluppo del Paese anche a livello internazionale, aumentare la competitività del sistema economico, ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali tra Nord e Sud e tra aree interne e grandi città.
E anche trasformare il sistema della mobilità nel segno della sostenibilità ambientale, mettere in sicurezza le risorse idriche e le altre infrastrutture rispetto alle sfide del cambiamento climatico, accelerare la riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico e la rigenerazione urbana, aumentare la sicurezza e il benessere delle persone.
Frutto di un lungo lavoro tra Mims, mondo della ricerca, associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali e società civile, il documento illustra la politica del Governo per consentire all’Italia di recuperare, negli anni a venire, “il gap infrastrutturale che frena la competitività delle imprese, aumenta le disuguaglianze territoriali e sociali, determina costi ambientali insostenibili”, ha sottolineato il ministro Giovannini.
“Il documento descrive il nuovo approccio allo sviluppo di infrastrutture e sistemi di mobilità sostenibili, in linea con i principi del Next Generation EU. Le riforme approvate in questo anno assicureranno non solo la realizzazione di nuove infrastrutture meno impattanti sull’ecosistema e in linea con i principi della transizione ecologica, ma anche la riduzione dei tempi di realizzazione, il coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni, l’aumento della resilienza delle infrastrutture esistenti, anche grazie all’uso delle tecnologie digitali”.
I fondi già stanziati e quelli aggiuntivi che verranno da fonti nazionali ed europee consentono di proseguire gli investimenti legati al Pnrr, attuando la visione di medio-lungo termine descritta nell’Allegato.
Mobilità sostenibile
Nel documento vengono dettagliate le opere considerate prioritarie per il settore delle infrastrutture per la mobilità e la logistica, per un valore complessivo pari a 279,4 miliardi di euro (+8,1% rispetto a quanto illustrato nell’Allegato 2021). Si tratta di interventi necessari per il completamento, la messa in sicurezza, anche rispetto alla crisi climatica, e l’adeguamento tecnologico del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT).
Questi investimenti riguardano strade e autostrade (83,5 miliardi), ferrovie e nodi urbani (147,4 miliardi), porti (10,1 miliardi), aeroporti (3,2 miliardi), trasporto rapido di massa nelle città metropolitane (32,6 miliardi) e piste ciclabili (2,6 miliardi).
Le risorse già assegnate attraverso i diversi canali di finanziamento ammontano a 209 miliardi, con un fabbisogno residuo di 70,4 miliardi, pari al 25% del costo totale, percentuale inferiore di 6 punti percentuali rispetto a quella dell’Allegato 2021, a testimonianza del notevole impegno che il Governo Draghi ha posto su questi temi negli ultimi 12 mesi.
In città, gli investimenti destinati alla mobilità urbana sostenibile e allo sviluppo della ciclabilità urbana e turistica sono finalizzati ad un rafforzamento del trasporto pubblico locale, al rinnovo dei mezzi su rotaia in senso ecologico e allo sviluppo di forme di mobilità dolce.
Gli investimenti sulla rete stradale e autostradale sono finalizzati alla messa in sicurezza, al potenziamento tecnologico e digitale, e alla valorizzazione del patrimonio esistente anche nell’ottica della transizione ecologica, alla riduzione degli incidenti, al decongestionamento delle tratte metropolitane, extraurbane e autostradali, all’integrazione della rete disponibile con quella dedicata alla mobilità ciclistica.
Gli importanti investimenti sul settore ferroviario sono orientati al potenziamento dei servizi passeggeri a lunga percorrenza, all’integrazione e al potenziamento delle linee dedicate al trasporto regionale, allo sviluppo del traffico merci, anche con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas climalteranti e delle sostanze inquinanti, in un’ottica di interconnessione con i porti, gli aeroporti e gli interporti, e di integrazione con le altre modalità di trasporto: auto, mobilità dolce, ecc.
Anche i porti e la logistica sono al centro della transizione ecologica: nei prossimi anni si prevedono potenziamento delle infrastrutture portuali e retroportuali, trasformazione in senso ecologico, interconnessione ferroviaria.
Massima attenzione al Sud
Tutti i piani settoriali e i relativi investimenti destinano un’attenzione particolare al Mezzogiorno e alle aree interne.
Non a caso, tra le nuove opere prioritarie, particolare importanza assumono l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, con le sue interconnessioni regionali e trasversali, il miglioramento e il potenziamento della Statale 106 Jonica, da Reggio Calabria a Taranto (491 Km per 3 miliardi di euro), gli interventi stradali e ferroviari nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 e gli interventi stradali per il potenziamento della Strada Statale 4 Salaria.
Infrastrutture idriche
Oltre agli investimenti in mobilità, il nuovo allegato al Def prende in considerazione gli interventi per le infrastrutture idriche, per un totale di oltre 12,3 miliardi di euro, di cui quasi 4,7 miliardi (38% del totale necessario) già stanziati.
Anche le infrastrutture idriche primarie devono diventare più efficienti e resilienti al cambiamento climatico grazie a un programma straordinario di manutenzione e al completamento dei sistemi idrici ancora incompiuti, soprattutto nel Mezzogiorno, al fine di aumentare la risorsa disponibile di quasi 700 milioni di metri cubi da destinare all’uso irriguo, potabile, idroelettrico e di protezione dei territori a valle.
Edilizia pubblica
Previsti anche investimenti per lo sviluppo e la riqualificazione dell’edilizia pubblica, pari a 6,7 miliardi, dei quali oltre 5,2 – il 78% del totale – sono stati già stanziati.
Obiettivo è il miglioramento della qualità dell’abitare, l’aumento delle superfici residenziali pari a 450mila mq e l’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico delle strutture esistenti, con attenzione anche all’edilizia giudiziaria e penitenziaria per ridurre l’affollamento nelle carceri.