Un nuovo aiuto alle imprese arriva dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Si tratta del Fondo per il sostegno alla transizione industriale, vale a dire contributi a fondo perduto destinati alle imprese manifatturiere che intendano perseguire alcune specifiche finalità in linea con la strategia di adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche Ue sulla lotta al cambiamenti climatico. Le domande si aprono il 5 febbraio. Vediamo meglio come funziona il Fondo e chi può richiedere il contributo.
Indice
Gli obiettivi del Fondo sostegno transizione industriale 2025
Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale ha una dotazione di 400 milioni di euro (a valere sulle risorse della Misura M1C2 – Investimento 7 del Pnrr, sotto-investimento 1), sotto forma di contributi a fondo perduto.
Le agevolazioni sono concesse a imprese, di qualsiasi dimensione e operanti in tutta Italia e devono perseguire almeno una di queste finalità collegate alla lotta al cambiamento climatico:
- una maggiore efficienza energetica nell’esecuzione dell’attività d’impresa (nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste al Titolo II del decreto direttoriale 23 dicembre 2024);
- un uso efficiente delle risorse, attraverso una riduzione del loro utilizzo, anche tramite riuso o riciclo oppure il recupero di materie prime e l’uso di materie prime riciclate.
Quali sono i requisiti per poter presentare la domanda
Inoltre, è necessario che, alla data di presentazione della domanda, le aziende abbiano questi requisiti:
- siano regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle imprese;
- operino nel settore manifatturiero;
- siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non siano in liquidazione volontaria e non siano sottoposte a procedure concorsuali;
- non siano già in difficoltà al 31 dicembre 2019;
- non rientrino tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti individuati come illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
- abbiano restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero del Made delle Imprese;
- siano in regola con gli obblighi contributivi;
- non si trovino in una situazione di esclusione.
Quali sono le spese ammissibili
Possono essere richiesti i contributi per spese legate all’acquisto e alla costruzione di immobilizzazioni, che riguardino:
- suolo aziendale e relative sistemazioni, entro il 10% dell’investimento totale;
- opere murarie e assimilate, nel limite del 40% dell’investimento totale ammissibile e solo se funzionali agli obiettivi ambientali;
- impianti e attrezzature varie di nuova fabbricazione;
- programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate;
- spese per la formazione del personale, nello specifico spese di esercizio relative a formatori e partecipanti alla formazione, spese di personale relative ai formatori e costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione.
Come viene ripartito l’aiuto
Il 40% delle risorse è destinato alle 8 Regioni del Sud Italia:
- Abruzzo;
- Basilicata;
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sardegna;
- Sicilia.
Il 50% della somma è riservata alle imprese cosiddette energivore, cioè a quelle inserite nell’elenco della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali-CSEA, relativo alle imprese a forte consumo di energia.
Dove e come fare domanda
Come stabilito dal decreto del ministro Adolfo Urso, le domande si aprono mercoledì 5 febbraio 2025 alle ore 12 e restano aperte fino alle 12 dell’8 aprile 2025.
Le richieste possono essere presentate solo ed esclusivamente online attraverso il sito di Invitalia che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, gestisce la misura e cura l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni.
Invitalia pubblicherà sulla propria piattaforma lo schema per la compilazione delle domande e le indicazioni relative alla documentazione da allegare.