Nuova etichetta sui prodotti con il Clean Industrial Deal, cosa dice la nuova legge europea

Il pacchetto include incentivi agli investimenti e un piano per garantire energia a prezzi accessibili, così da rendere più pulita e più forte l'industria dell'Unione Europea

Pubblicato: 26 Febbraio 2025 13:39

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

È stato ufficialmente lanciato dalla Commissione Europea il Clean Industrial Deal, un pacchetto di misure pensato per adattare il Green Deal alle esigenze dell’apparato produttivo e industriale dell’Unione. Il pacchetto comprende diverse iniziative, tra cui l’introduzione di un’etichetta per i prodotti a basso contenuto di carbonio, prima per l’acciaio e in seguito per il cemento, consentendo alle aziende di capitalizzare i benefici derivanti dalla decarbonizzazione degli impianti.

Decarbonizzazione e prodotti ecocompatibili

Il piano prevede infatti una legge per l’accelerazione della decarbonizzazione industriale (Industrial Decarbonisation Accelerator Act), con l’obiettivo di stimolerà la domanda di prodotti ecocompatibili fabbricati nell’Ue, introducendo criteri di sostenibilità negli appalti pubblici e privati.

In questa nuova legge sarà introdotta proprio l’etichetta volontaria sull’intensità di carbonio per i prodotti industriali, a partire dall’acciaio nel 2025 e seguita dal cemento, cosa che informerà i consumatori e consentirà alle aziende di monetizzare i benefici della decarbonizzazione degli impianti. Questa legge intende introdurre anche criteri di resilienza e sostenibilità per promuovere l’offerta green in Europa nei settori ad alta intensità energetica.

Tra i punti chiave della legge c’è anche l’introduzione di quote minime di contenuto locale per garantire che una parte dei prodotti tecnologici a basse emissioni venga realizzata all’interno dell’Unione. Le amministrazioni pubbliche saranno obbligate ad acquistare una quota stabilita di beni “Made in Europe” per settori strategici come acciaio e cemento, riducendo così la dipendenza dalle importazioni. La normativa rappresenta anche una risposta alle recenti dichiarazioni del Presidente Usa, Donald Trump, che ha annunciato dazi al 25% sulle importazioni di auto straniere.

Pronta una legge sull’economia circolare

All’interno del Clean Industrial Deal è prevista una legge sull’economia circolare, che mira a creare un mercato unico per i rifiuti e i materiali riutilizzabili, riducendo la dipendenza da risorse scarse e provenienti da fornitori “inaffidabili”. La legge dovrebbe ridurre i costi di produzione, i rifiuti e le emissioni di CO2.

Un nuovo quadro sugli aiuti di Stato consentirà una rapida approvazione degli aiuti per la diffusione delle energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale, favorendo la creazione di capacità produttiva sufficiente per le tecnologie pulite necessarie alla decarbonizzazione dell’economia.

A seguito della presentazione del piano, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea con deleghe alla Coesione e alle Riforme, Raffaele Fitto, ha affermato sui social: “Il documento sul Clean Industrial Deal, accompagnato dal piano d’azione per l’energia accessibile, propone un approccio integrato e inclusivo, volto a garantire che nessuna impresa, indipendentemente dalla sua dimensione, resti indietro. Con queste misure, vogliamo costruire un settore produttivo europeo più resiliente, innovativo e competitivo a livello globale”.

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“Con il Clean Industrial Deal puntiamo a ridurre le emissioni industriali fino al 30%. È un chiaro segnale che facciamo sul serio”, ha dichiarato il commissario per il clima, Wopke Hoekstra, durante la conferenza stampa di presentazione del Clean Industrial Deal.

“Stiamo mobilitando ogni risorsa disponibile e sfruttando molteplici canali di finanziamento per stimolare un aumento senza precedenti degli investimenti nelle reti e nell’energia pulita a breve, medio e lungo termine”, ha aggiunto, confermando l’intenzione di lanciare una Banca per la decarbonizzazione industriale, “che sarà parzialmente basata sul sistema di scambio delle quote di emissione”. Secondo le stime di Bruxelles, questa banca potrebbe raccogliere fino a 100 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

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