“Endgame climatico”, il rischio di estinzione umana

Gli scienziati esperti di cambiamenti climatici affermano che ci sono ampie ragioni per sospettare che il riscaldamento globale possa portare a una catastrofe

Pubblicato: 3 Agosto 2022 13:40

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il rischio di collasso della società globale o di estinzione umana è stato “pericolosamente sottovalutato“, questo è quanto emerge da un’analisi degli scienziati che si occupano dei cambiamenti climatici.

Cos’è l’endgame climatico

Essi definiscono tale catastrofe come “endgame climatico“. Sebbene le probabilità che si verifichi siano minime, date le incertezze sulle emissioni future e sul sistema climatico, non si possono escludere scenari catastrofici.

Gli scienziati affermano che, affrontare un futuro di accelerazione del cambiamento climatico, ignorando gli scenari peggiori, è una gestione del rischio ingenua nel migliore dei casi e fatalmente sciocca nel peggiore, aggiungendo che ci sono “ampie ragioni” per sospettare che il riscaldamento globale possa portare a un disastro apocalittico.

Il team di esperti sostiene che il mondo deve iniziare a prepararsi alla possibilità di una “fine del clima”, solo in questo modo si inizierà ad analizzare i rischi di queste conseguenze estreme e si riuscirà a stimolare azioni concrete, migliorando la resilienza e informare il mondo politico.

Lo scopo dell’analisi

Negli anni ’80, le informazioni sull’inverno nucleare che si sarebbe abbattuto a seguito di una guerra nucleare hanno stimolato la preoccupazione dell’opinione pubblica e gli sforzi per il disarmo.

I ricercatori propongono quindi un’analisi basata sui “quattro cavalieri” dell’endgame climatico: carestie, condizioni meteorologiche estreme, guerre e malattie. Hanno inoltre chiesto che il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico produca un rapporto speciale sulla questione. Il rapporto dell’IPCC sugli impatti di un riscaldamento di appena 1,5°C ha suscitato una “ondata di preoccupazione nell’opinione pubblica“.

Il dottor Luke Kemp del Centro per lo studio del rischio esistenziale dell’Università di Cambridge, che ha condotto l’analisi, ha dichiarato che ci sono molte ragioni per credere che il cambiamento climatico possa diventare catastrofico, anche a livelli modesti di riscaldamento. Il cambiamento climatico ha avuto un ruolo in ogni evento di estinzione di massa. Ha contribuito alla caduta di imperi e ha plasmato la storia.

Le vie del disastro non si limitano agli impatti diretti delle alte temperature, come gli eventi meteorologici estremi. Effetti a catena come crisi finanziarie, conflitti e nuove epidemie potrebbero scatenare altre calamità.

L’analisi

L’analisi, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata rivista da una dozzina di scienziati e sostiene che le conseguenze di un riscaldamento globale oltre i 3°C sono state sottovalutate, con poche stime quantitative dell’impatto totale.

Una valutazione approfondita del rischio dovrebbe considerare il modo in cui i rischi si diffondono, interagiscono e si amplificano, ma questa strada non è ancora stata battuta. Eppure è così che i rischi si manifestano nel mondo reale. Per esempio, un ciclone distrugge le infrastrutture elettriche, lasciando la popolazione vulnerabile a un’ondata di calore mortale. Inoltre, la pandemia di Covid-19 ha sottolineato la necessità di esaminare rischi globali rari ma ad alto impatto.

Gli scenari dei cambiamenti climatici

Particolarmente preoccupanti sono i punti di svolta, in cui un piccolo aumento della temperatura globale provoca un grande cambiamento nel clima, come le enormi emissioni di carbonio di una foresta amazzonica colpita da siccità e incendi. I punti di ribaltamento potrebbero innescarne altri a cascata e alcuni sono ancora poco studiati, come la perdita improvvisa dei banchi di nubi stratocumulose che potrebbe causare un ulteriore riscaldamento globale di 8°C.

I ricercatori avvertono che i cambiamenti climatici potrebbero esacerbare o innescare altri rischi catastrofici, come guerre internazionali o pandemie di malattie infettive, e peggiorare le vulnerabilità esistenti come la povertà, i fallimenti dei raccolti e la mancanza di acqua. L’analisi suggerisce che un giorno le superpotenze potrebbero litigare per i piani di geoingegneria per riflettere la luce solare o per il diritto di emettere carbonio.

Secondo gli scienziati, ci sono altre buone ragioni per essere preoccupati del potenziale di una catastrofe climatica globale: Infatti, la storia ci mette in guardia. I cambiamenti climatici hanno avuto un ruolo nel crollo o nella trasformazione di numerose società precedenti e in ognuno dei cinque eventi di estinzione di massa della storia della Terra.

Previsioni future

Il modello dell’analisi mostra che il caldo estremo – definito come una temperatura media annuale superiore a 29°C – potrebbe colpire 2 miliardi di persone entro il 2070 se le emissioni di carbonio continueranno. Queste temperature colpiscono attualmente circa 30 milioni di persone nel Sahara e nella Costa del Golfo.

Entro il 2070, queste temperature e le conseguenze sociali e politiche interesseranno direttamente due potenze nucleari e sette laboratori di massimo contenimento che ospitano gli agenti patogeni più pericolosi. Questo crea quindi un rischio potenziale di effetti disastrosi a catena.

L’attuale tendenza delle emissioni di gas serra causerebbe un aumento di 2,1-3,9°C entro il 2100. Ma se gli impegni di azione esistenti venissero pienamente attuati, l’intervallo sarebbe di 1,9-3C. Il raggiungimento di tutti gli obiettivi a lungo termine fissati finora comporterebbe un riscaldamento di 1,7-2,6 C.

Anche queste ipotesi ottimistiche portano a traiettorie pericolose per il sistema Terra. Le temperature superiori di oltre 2°C rispetto ai livelli preindustriali non si sono mantenute sulla Terra per più di 2,6 milioni di anni, molto prima dell’ascesa della civiltà umana, che si è sviluppata in un “involucro climatico ristretto” negli ultimi 10.000 anni.

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