È Reggio Emilia la città più green d’Italia, seguita da Trento, che si era aggiudicata il titolo l’anno scorso, e da Parma. Lo attesta la classifica 2024 di Ecosistema Urbano, che valuta le performance ecologiche di 106 capoluoghi suddivisi in cinque macro categorie (aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente). Resta invariato il divario “geografico”, con le prime 12 città tutte situate al Nord e una netta predominanza di quelle meridionali nelle posizioni più basse; le due maggiori città del Sud, Napoli e Palermo, occupano rispettivamente il quart’ultimo e il quint’ultimo posto, mentre Catania è ultima.
La classifica
La media del punteggio dei capoluoghi scende nuovamente, attestandosi al 55,80%, rispetto al 56,41% della scorsa edizione (due edizioni fa era al 53,41% e 53,05% tre anni fa). Nessuna città raggiunge quota 100, e a differenza dell’anno precedente, quando tre città superarono l’80%, quest’anno solo Reggio Emilia riesce a farlo, con un punteggio di 80,66%.
I primi dieci posti sono occupati esclusivamente da capoluoghi del Nord, principalmente centri di medie dimensioni come le già citate Reggio Emilia, Trento e Parma, ma anche Forlì, Treviso e Bolzano, insieme a qualche piccola città come Pordenone, Mantova e Cremona. Sorprendentemente, Bologna fa la sua prima apparizione tra le primissime.
- Reggio Emilia: 80,66%
- Trento: 78,70%
- Parma: 76,64%
- Pordenone: 75,55%
- Forlì: 72,84%
- Treviso: 72,63%
- Mantova: 71,86%
- Bologna: 71,42%
- Bolzano: 71,40%
- Cremona: 71,16%
Al contrario, la parte bassa della classifica è dominata dal Sud, con 8 capoluoghi del Sud Italia tra le ultime dieci posizioni. Cinque capoluoghi non raggiungono il 35% del punteggio totale (erano tre lo scorso anno). “Questi dati sono segnali inequivocabili della persistente cronicità delle emergenze urbane e dei cambiamenti nel nostro report, evidenziando che la contrazione delle performance complessive continua a progredire, come già sottolineato nella scorsa edizione, con una tendenza generale verso il basso”, spiega Legambiente.
- Catania: 15,79%
- Reggio Calabria: 26,41%
- Crotone: 30,60%
- Napoli: 33,23%
- Palermo: 34,63%
- Vibo Valentia: 36,84%
- Fermo: 39,68%
- Catanzaro: 39,68%
- Caserta: 39,80%
- Imperia: 40,38%
Qualità dell’aria, ci sono miglioramenti ma resta l’emergenza
Lo smog continua a rappresentare un’emergenza urbana. Per quanto riguarda le concentrazioni di PM10, tra le 98 città analizzate, nessuna ha superato il limite normativo di 40 µg/mc, con il 2023 che è stata un’anomalia per le polveri sottili, con medie più basse di qualche punto percentuale registrate in tutta Italia, ma ciò non indica una riduzione consolidata dell’inquinamento.
Per il biossido di azoto (NO2), pur rispettando tutte le città il valore normativo di 40 µg/mc, le situazioni più critiche si sono registrate a Napoli, Milano, Torino, Palermo, Catania, Roma, Bergamo e Como.
Rispetto agli ultimi cinque anni, il biossido di azoto è l’unico parametro in calo, con alcune eccezioni come Napoli. Tra le 80 città dotate di centraline per la rilevazione dell’ozono, 19, tutte nel Centro-Nord Italia, hanno almeno una centralina che supera i livelli normativi per oltre 50 giorni all’anno. Solo 7 città, invece, non hanno mai superato il livello di 120 µg/mc durante l’anno.
Reggio Emilia, la regina delle bici
Il servizio di trasporto pubblico conferma la lenta ma costante ripresa già evidenziata negli anni precedenti. Tra le grandi città turistiche, Milano continua a mostrare un notevole aumento nel numero di viaggi per abitante, raggiungendo 415 passeggeri nel 2023, rispetto ai 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Venezia e Firenze seguono una crescita costante, mentre Genova segna un incremento più lieve e anche Napoli evidenzia un buon aumento.
Per quanto riguarda la rete di piste ciclabili, quella di Reggio Emilia si conferma la più ampia, con 48,14 metri equivalenti per 100 abitanti di infrastrutture ciclabili. Le città che superano i 10 metri equivalenti per 100 abitanti aumentano da 41 a 44, mentre scendono da sedici a dodici quelle con una disponibilità di rete ciclabile inferiore a 1 metro equivalente per 100 abitanti. La media complessiva dei capoluoghi esaminati continua a salire, raggiungendo 11,02 metri equivalenti per 100 abitanti, rispetto ai 10,69 della scorsa edizione.
Anche l’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo cresce, attestandosi a 50,7 metri quadrati ogni 100 abitanti, rispetto ai 48 della passata edizione. Sono 15 le città con meno di 10 metri quadrati per 100 abitanti (erano 16 nella precedente edizione).
In crescita i dati su raccolta differenziata e rinnovabili
I segnali più incoraggianti provengono dall’aumento consolidato della percentuale media di raccolta differenziata dei rifiuti, raggiungendo un valore medio del 64,2%, con un aumento di un punto e mezzo rispetto all’anno scorso e quasi tre rispetto al 2021. L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 62 città, 12 in più rispetto allo scorso anno. Tuttavia, quattro città non hanno ancora raggiunto la soglia del 35% prevista per il 2006 (erano cinque lo scorso anno, sette nell’edizione 2022 del report e dieci nel 2020). Sedici comuni, cinque in più rispetto all’anno precedente, superano la soglia dell’80%.
Nel 2023, i capoluoghi con perdite di rete idrica superiori o uguali al 50% tornano a essere 24, come nel 2021 (erano 27 nel 2022). Il valore medio dell’acqua dispersa si attesta al 36,3%, con una leggera diminuzione rispetto al 2022 (36,6%). Scendono a 7 le città virtuose che riescono a contenere le perdite entro il 15% (Alessandria, Lecce, Livorno, Macerata, Milano, Monza, Pavia e Pordenone), rispetto alle 9 dell’anno scorso.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, nel 2023 si confermano Padova, Pesaro e Verona come le città con le maggiori disponibilità installate di solare termico e fotovoltaico su strutture pubbliche, con valori tra i 27 e i 31 kW ogni 1.000 abitanti. Il valore medio dell’indice migliora leggermente, raggiungendo 5,83 kW ogni 1.000 abitanti (erano 5,53 lo scorso anno e 5,41 due edizioni fa). I capoluoghi che possono contare su 10 o più kW per 1.000 abitanti scendono a 17 (erano 18 l’anno passato), mentre 12 città (erano 14 nella scorsa edizione) non raggiungono ancora 1 kW per 1.000 abitanti.