I disastri naturali sono costati all’Italia 30 miliardi, le regioni più colpite

La Banca d'Italia ha analizzato l'effetto delle catastrofi naturali sulle imprese italiane, rilevando che quelle colpite subiscono un calo dei guadagni anche dopo essersi riprese

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Un’analisi della Banca d’Italia ha studiato l’effetto dei disastri naturali che si sono abbattuti in Italia dal 2009 a oggi sulle imprese e sul tessuto produttivo delle regioni colpite. I risultati mostrano che, nonostante spesso il Sud sia stato colpito da eventi più distruttivi, è il Nord, per la densità del suo tessuto produttivo, a subire i danni maggiori e a essere maggiormente a rischio in futuro.

La ricerca mostra inoltre un dato allarmante. Anche dopo anni e dopo che un’impresa ha completamente assorbito il danno causato dall’evento, i suoi profitti risultano più bassi di quelli di un’azienda che non ha mai subito un evento naturale catastrofico.

Le regioni più danneggiate dai disastri naturali

Dal 2009 in Italia si sono susseguiti diversi eventi naturali straordinari che hanno causato seri danni al tessuto produttivo. La Banca d’Italia ha conteggiato quelli con danni superiori a 250 milioni di dollari (al valore che il dollaro aveva nel 2021) e li ha analizzati per trovare i più dannosi. I risultati sono stati i seguenti:

I danni maggiori sono stati causati dai terremoti, 29,6 miliardi di dollari, seguiti dalle alluvioni, 2,4 miliardi di euro, e dalle tempeste, 1,1 miliardi di euro. L’evento che sbilancia così tanto il calcolo in favore dei sismi è il terremoto dell’Emilia Romagna, che ha colpito una delle aree più produttive del Paese causando oltre 20 miliardi di dollari in danni.

L’effetto dei disastri sulle imprese

Una parte della ricerca è dedicata ad analizzare come le imprese si riprendano da questo tipo di fenomeni. Al di là delle molte costrette a chiudere, la Banca d’Italia ha rilevato una tendenza preoccupante anche in quelle che rimangono aperte e riescono a superare i danni e a riprendere le attività.

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Inondazioni in Emilia-Romagna nel 2024

In tutte le aziende colpite, si verifica un calo dei mark-up, i margini di profitto, soprattutto per quanto riguarda le imprese manifatturiere. Anche dopo quattro anni dagli eventi catastrofici, il profitto delle aziende colpite è ancora circa l’1% inferiore rispetto a quello di imprese simili che non hanno subito danni. Più un’impresa è produttiva inoltre, più questo effetto è amplificato. Il calo dei mark-up arriva anche all’1,5% per le aziende più virtuose.

La ricerca individua inoltre proprio la valle del Po come la zona più a rischio nei prossimi anni. Le alluvioni, molto frequenti a causa del cambiamento climatico e dei numerosissimi corsi d’acqua che scorrono in una zona altamente urbanizzata, sono la minaccia più grave in un territorio tra i pochi in Italia ad avere un rischio sismico relativamente basso.

La legge sulle polizze catastrofali

Proprio per questa ragione, prima il Governo Draghi e poi l’attuale Governo Meloni hanno spinto per una legge che obbligasse le imprese a stipulare polizze assicurative contro le catastrofi naturali. La cosiddetta norma sulle polizze catastrofali, dopo anni di rinvii, sta lentamente entrando in vigore e all’inizio di ottobre le medie imprese hanno dovuto adattarsi.

Entro la fine dell’anno arriverà però il passo più importante, quello che coinvolge le imprese più piccole. Il tessuto produttivo italiano è ancora largamente composto da aziende con pochi dipendenti, che sono anche quelle che hanno maggiori difficoltà a riprendersi da questo tipo di catastrofi.

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