Desalinizzazione acqua marina: cos’è e come funziona in Italia

Come funziona il processo della desalinizzazione dell’acqua marina in Italia, cos’è e come esso potrebbe aiutare a risolvere il grave problema della siccità

Pubblicato: 16 Luglio 2024 08:07

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

La siccità è un problema che incombe sempre più non solo in Italia ma anche nel resto del mondo, soprattutto nelle aree che fino a poco tempo fa non erano caratterizzate da questo fenomeno. Si cercano quindi soluzioni per risolvere tale questione e una di queste è la desalinizzazione dell’acqua marina.

La diminuzione delle riserve idriche sta causando seri problemi e il più preoccupante è sicuramente la mancanza di acqua potabile. Tale situazione non solo può causare problemi di salute per gli esseri umani, ma provocare anche tensioni sociali e conflitti per l’accesso alle risorse idriche. In più, impatta negativamente sui raccolti e sul bestiame, riducendo la produzione alimentare e causando la morte degli animali per la mancanza di pascoli.

Il problema, come ha sottolineato già nel passato José Luis Sampedro è che: “spendiamo milioni e milioni per cercare acqua su Marte e non facciamo niente per conservarla qui e per cercarne di più per quelli che hanno sete”.

Ci si chiede, quindi, se la desalinizzazione dell’acqua marina potrebbe essere la soluzione per risolvere il grande problema della siccità. Ecco cos’è, come funziona e quali sono gli impianti in Italia.

Cos’è la desalinizzazione dell’acqua marina e come funziona

La desalinizzazione è la rimozione del sale (cloruro di sodio) dall’acqua di mare o da quelle salmastre per renderle potabili. Essa non è l’unica soluzione per contrastare la siccità. Sempre più regioni italiane, infatti, quando necessario, impongono limiti di utilizzo di acqua.

Tornando alla desalinizzazione, esistono vari metodi per ottenere acqua dolce da quella di mare:

Impianti di desalinizzazione di acqua marina in Italia

Nel mondo i dissalatori attivi sono circa 20 mila mentre in Italia se ne contano molti di meno, alcuni di dimensioni anche estremamente ridotte. Essi producono nel complesso, secondo un report di Utilitalia, circa 650 milioni di metri cubi di acqua al giorno contro i circa 108 milioni a livello globale. Si tratta di numeri davvero bassi se si considera che il nostro paese vanta tecnologie molto avanzate ed ha oltre 8300 chilometri di coste.

Nel mondo, i paesi che maggiormente si avvalgono del processo di desalinizzazione sono le Bahamas, le Maldive e Malta. Anche in Arabia Saudita, però, la metà dell’acqua potabile proviene dalla desalinizzazione così come in Israele dove c’è uno dei più importanti impianti al mondo. Parliamo del Sorek che riesce a produrre 627.000 metri cubi di acqua desalinizzata al giorno. Grazie alla desalinizzazione, infatti, ora Tel Aviv non ha più grandi problemi di scarsità d’acqua a differenza di altri paesi del Medio Oriente che si trovano alla stessa latitudine come la Giordania, il Libano e la Siria. Damasco, ad esempio, ha problemi ciclici di carenza di acqua e, secondo alcuni studi, ciò sarebbe stata una delle cause dei disordini che hanno portato alla guerra civile iniziata nel lontano 2011.

La gestione intelligente dell’acqua è fondamentale per evitare che vi siano impatti negativi dal punto di vista economico e produttivo. I paesi con scarse risorse idriche, infatti, hanno difficoltà economiche e devono affrontare spesso disturbi sociali mentre quelli con sistemi di distruzione efficace dell’acqua, generalmente hanno una stabilità interna ed economie in crescita. Non bisogna dimenticare mai che l’oro blu è fondamentale per ogni processo produttivo: dall’industria all’agricoltura passando per la sanità e la produzione di energia.

Tornando all’Italia, il più grande impianto si trova in provincia di Cagliari, esattamente a Sarroch. Esso viene però usato soprattutto per produrre energia anche se potrebbe fornire molta acqua potabile. Esso utilizza il processo di osmosi inversa che, come detto, separa l’acqua dal sale mediante una membrana semimpermeabile. In Toscana, invece, sono in funzione 4 impianti di desalinizzazione dell’acqua marina, concentrati soprattutto nelle isole dell’arcipelago. L’isola del Giglio ha fatto da apripista in quanto da circa 20 anni utilizza un dissalatore che è un ottimo esempio di sviluppo sostenibile.

Benefici dell’acqua desalinizzata?

Nell’ultima Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, il ministro Picchetto Fratin ha sottolineato l’urgenza di contrastare l’inquinamento marino e di utilizzare in modo appropriato quest’oro blu. Ha spiegato che si dovrebbero implementare gli impianti di desalinizzazione d’acqua marina simili a quelli utilizzati in Israele che consentono di ottenere acqua potabile sfruttando quella del mare.

Detto ciò, quali sono i benefici principali dell’acqua desalinizzata?
Innanzitutto, la possibilità di avere una fonte continua e affidabile di acqua potabile. Ricordiamo che le risorse idriche tradizionali che si utilizzano, come fiumi e falde acquifere, si possono esaurire. Inoltre, l’accesso continuo  all’acqua potabile è importante per lo sviluppo socio-economico: solo con essa, infatti, possono prosperare agricoltura e allevamento.

Proprio per tali benefici, i governi di tutto il mondo potrebbero decidere di implementare tale tecnologia anche perché il costo  è diminuito nel tempo. Intanto, guardando al futuro, si è certi che i desalinizzatori avranno un ruolo sempre più importante e il crescente numero di impianti in tutto il mondo lo conferma.

È necessario proteggere il pianeta adesso, prima che sia troppo tardi, e per farlo occorre non solo dotarsi di tecnologie avanzate e green ma ridurre l’inquinamento e l’utilizzo dei combustibili fossili.

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