Mutuo e agevolazioni prima casa ai giovani: dalle imposte al notaio, cosa cambia con la garanzia dello Stato

Nel decreto Sostegni bis il premier Draghi ha inserito importanti aiuti per i giovani che vogliono comprare casa. Ecco tutte le agevolazioni

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il settore immobiliare in Italia incide sul Pil nazionale per ben il 20% sul totale. Una cifra imponente, che dà la misura di quanto la casa sia ancora, e da sempre, considerata un bene imprescindibile e rifugio per gli italiani. Ora, il premier Mario Draghi ha messo sul tavolo due nuove importantissime misure che troveranno spazio nel Pnrr (si attende conferma ma lo stesso Draghi le ha presentate in conferenza stampa e si trovano nella bozza del decreto Sostegni bis di prossima emanazione).

Giovani e mercato immobiliare

Si tratta di un aiuto sia all’economia reale che soprattutto alle giovani coppie. In arrivo ci sono in particolare mutui al 100% per i giovani garantiti dallo Stato. Una misura cucita ad hoc per i ragazzi, troppo spesso tagliati fuori dal mercato dei mutui perché non in grado di soddisfare i requisiti di garanzia richiesti dalle banche, se non altro perché non hanno (ancora) un posto di lavoro fisso o un contratto dipendente. Per le partita Iva l’accesso al mutuo resta più complicato.

I tassi, vicino allo zero da diversi anni, hanno contribuito alla ripresa del mercato immobiliare già prima della pandemia: nel 2020 infatti il mercato residenziale ha registrato un calo di appena il 7,7%. Ma le banche hanno iniziato a frenare sui mutui, spaventate dall’estrema aleatorietà del contesto a causa dell’emergenza sanitaria.

Il Fondo di Garanzia per i mutui prima casa creato nel 2013 ha raccolto in questi anni quasi 210mila domande, di cui il 60% da parte di giovani under 35. I mutui richiesti da giovani tra i 24 e i 35 anni sono cresciuti del 2,4%, portando la percentuale al 26,8% sul totale delle richieste. Nel 2020 in questa fascia le domande sono cresciute dell’1,7%.

Le misure inserite nella bozza del dl Sostegni bis potrebbero quindi concretamente dare respiro ai giovani che cercano casa e a chi ha già stipulato un mutuo. Da un lato viene infatti prorogato e rinforzato ancora una volta il Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui relativi all’acquisto della prima casa, il cosiddetto Fondo Gasparrini (qui l’approfondimento di QuiFinanza). Dall’altro si interviene a favore dei giovani che devono accendere il mutuo per la prima casa.

I giovani potranno quindi comprare casa con la garanzia al 100% dello Stato, in pratica cioè senza liquidità, se non quella necessaria per il rogito dal notaio, ridotta, ed eventualmente le spese di intermediazione nel caso di acquisto tramite agenzia immobiliare.

Nello specifico, per favorire l’autonomia abitativa dei giovani, la norma prevede agevolazioni in materia di imposte indirette per l’acquisto della prima casa da parte di acquirenti che non hanno ancora compiuto 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è stipulato.

Mutuo prima casa giovani, cosa cambia con il dl Sostegni bis

Come si legge nella bozza del decreto Sostegni bis, ecco cosa dovrebbe cambiare:

>>> Scarica qui la bozza del decreto Sostegni bis in pdf <<<

Mediante l’elaborazione degli atti contenuti nell’archivio del Registro 2020 sono stati individuati circa 193mila negozi che beneficiano dell’agevolazione per la prima casa, stipulati da acquirenti interessati dalla misura. L’esenzione dall’imposta di registro comporta una perdita di gettito pari a circa 218 milioni di euro su base annua mentre l’esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale genera una perdita di circa 26 milioni di euro su base annua.

In relazione alle transazioni assoggettate ad IVA, sono stati individuati circa 20mila negozi riferibili a soggetti interessati dalla misura. La perdita di gettito in termini di imposte di registro, ipotecaria e catastale è stimata pari a circa 11,5 milioni di euro su base annua, mentre il ristoro IV A è valutato in circa 181 milioni di euro su base annua.

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