Avvisi bonari, dal 2025 ci sarà tempo 60 giorni per effettuare il pagamento

A partire dal 2025 i contribuenti avranno il doppio del tempo per rispondere o pagare gli avvisi bonari. Nel 2024 tutto, però, rimane uguale

Pubblicato: 8 Agosto 2024 06:00

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il decreto correttivo attraverso il quale sono state introdotte delle modifiche al concordato preventivo biennale è intervenuto anche sugli avvisi bonari. Almeno su quelli che scaturiscono da dei controlli automatici e formali che l’Agenzia delle Entrate effettua sulle dichiarazioni dei redditi.

Le novità, che saranno operative esclusivamente dal 2025, riguardano alcune scadenze che, al momento, sono fissate a 30 giorni dalla ricezione. Dal prossimo anno i contribuenti avranno 60 giorni: in altre parole avranno il doppio del tempo per effettuare i pagamenti. O per mettersi in regola in qualsiasi altro modo. Alcune novità, invece, vanno ad impattare anche sulle norme che regolamentano il pagamento a rate.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quali sono i cambiamenti più importanti che impattano direttamente sugli avvisi bonari.

Avvisi bonari, per effettuare i pagamenti ci sarà tempo fino a 60 giorni

Il Dlgs n. 108/2024 – stiamo parlando, in altre parole, del decreto correttivo relativo al concordato preventivo biennale e all’adempimento collaborativo – che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 agosto 2024 – ha introdotto alcune novità che andranno ad impattare direttamente sugli avvisi bonari. Ci stiamo riferendo, in altre parole, alle comunicazioni che l’Agenzia delle Entrate invia direttamente ai contribuenti e che partono a seguito dei controlli automatizzati e formali effettuati sulla dichiarazione dei redditi.

A partire dal mese di gennaio 2025, alcuni dei termini che al momento sono stati fissati a 30 giorni avranno una scadenza leggermente più ampia: 60 giorni.

Ad apportare questa importante modifica è l’articolo 3 del citato decreto legislativo n. 108/2024, che è andato a modificare il Dlgs n. 463/1997. Entrando un po’ più nel dettaglio, ad essere interessati dall’ampliamento del termine a 60 giorni sono le seguenti scadenze:

A partire dal 1° gennaio 2025, in altre parole, per qualsiasi comunicazione che sia stata elaborata dall’AdE i contribuenti avranno il doppio del tempo per effettuare il pagamento delle somme dovute. E che sono indicate all’interno dei vari avvisi bonari. O per inoltrare eventuali richieste di chiarimento o delle segnalazioni all’amministrazione finanziaria.

Estesi i termini per effettuare il pagamento a rate

Il decreto correttivo non si limita ad apportare delle modifiche agli avvisi bonari. Ma impatta direttamente anche sui pagamenti a rate. Entrando un po’ più nello specifico, solo e soltanto per quanto riguarda la prima rata:

Altra importante novità introdotta dal decreto correttivo è il termine ultimo per effettuare i versamenti relativi agli avvisi bonari relativi al controllo automatizzato delle dichiarazioni dei redditi: 90 giorni. Il termine così lungo, però, vale esclusivamente quando la trasmissione telematica dell’invito è stata effettuata agli intermediari.

Cosa sono gli avvisi bonari

Fino a questo momento ci siamo soffermati sui cambiamenti introdotti alle tempistiche connesse agli avvisi bonari. Ma adesso è bene soffermarsi un attimo su cosa siano questi particolari documenti. Volendo sintetizzare al massimo si tratta di una comunicazione di irregolarità che viene riscontrata dall’Agenzia delle Entrate nel momento in cui effettua dei controlli automatici.

Nel momento in cui il contribuente riceve la comunicazione ha la possibilità di decidere se pagare la somma richiesta con una sanzione ridotta di un terzo rispetto a quella ordinaria o se contestare la documentazione ricevuta. In questo caso, però, deve fornire le prove necessarie per sostenere la sua tesi.

Le dichiarazioni dei redditi e quelle Iva sono sottoposte a dei controlli in relazione alla liquidazione delle imposte dovute. O per i rimborsi che spetterebbero. A seguito delle attività di liquidazione e in relazione alle imposte sui redditi, le dichiarazioni vengono sottoposte a delle verifiche – ossia ai cosiddetti controlli formali – che presuppongono un’attività valutativa. Volendo sintetizzare al massimo, il procedimento può essere schematizzato come segue:

In altre parole quando dai controlli automatici emerge un risultato diverso rispetto a quello che è stato indicato nella dichiarazione dei redditi, viene inviata una comunicazione al contribuente.

La modalità attraverso la quale viene inviato l’avviso bonario dipende dal fatto che il contribuente si sia appoggiato ad un intermediario abilitato o meno per inoltrare la dichiarazione dei redditi.

Come contestare l’avviso bonario

Nel caso in cui il contribuente dovesse ritenere l’avviso bonario irregolare ha 30 giorni (da gennaio 2025, a questo punto, nel ha 60) per aprire un confronto con l’Agenzia delle Entrate. L’operazione può essere effettuata attraverso i canali informatici come il Civis o la Pec. È necessario, però, fornire tutti i chiarimenti e i documenti necessari per sostenere il proprio operato.

Una volta ricevuta la documentazione, gli uffici preposti potranno valutare se rettificare in tutto o in parte la comunicazione, tramite autotutela. Nel caso in cui le doglianze del contribuente dovessero essere ritenute corrette, gli importi possono essere annullati o ridotti.

In sintesi

Dal 2025 i contribuenti avranno più tempo per gestire gli avvisi bonari. Sia per pagare eventuali somme richieste dall’Agenzia delle Entrate, ma anche per predisporre la documentazione necessaria per chiedere l’annullamento della comunicazione (nel caso in cui la si dovesse ritenere sbagliata).

Fino al 31 dicembre 2024 i contribuenti hanno 30 giorni per effettuare queste operazioni. Dal 1° gennaio 2025 avranno a disposizione 60 giorni.

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