Oggi è entrata in vigore la Carbon Tax dell’Unione Europea alle frontiere. Inizialmente, questa tassa sarà in fase di sperimentazione e quindi non verrà applicata la tariffa sulla CO2 mirante ad equiparare il costo del carbonio nei prodotti europei con quelli importati. Fino al 2026, gli operatori dovranno semplicemente dichiarare le emissioni dei prodotti importati nei settori del cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. Saranno previste sanzioni comprese tra 10 e 50 euro per tonnellata per coloro che non rispettano questa normativa.
Cos’è il CBAM
Il Meccanismo di Adeguamento del Prezzo della CO2 alle Frontiere, detto in inglese Carbon Border Adjustment Mechanism o CBAM, è unico nel mondo. Esso implica che l’Unione Europea applichi il prezzo del carbonio del suo mercato interno (l’Ets, Emission Trade System) a determinate categorie di prodotti. Questo meccanismo è stato introdotto dall’UE per proteggere le imprese europee che devono conformarsi alle regolamentazioni del Green Deal rispetto alla concorrenza di industrie di paesi terzi che non seguono gli stessi rigidi standard di emissioni, al fine di scoraggiare pratiche commerciali sleali. È stato anche concepito per dissuadere le delocalizzazioni industriali.
Valdis Dombrovskis, il vicepresidente esecutivo della Commissione dell’Unione Europea per un’economia al servizio delle persone, sottolinea l’importanza del CBAM per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni e la neutralità climatica entro il 2050. Il CBAM affronta il rischio di spostamento delle emissioni di carbonio in modo equo e in conformità con le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). L’Unione Europea cerca di fungere da esempio e incoraggia l’industria globale ad adottare tecnologie più ecologiche e sostenibili. In pratica, il CBAM stimolerà una discussione più ampia sull’uso globale della fissazione del prezzo del carbonio, un ulteriore strumento per combattere i cambiamenti climatici.
La Commissione dell’Unione Europea spiega in una nota che nella fase transitoria il CBAM si applicherà solo alle importazioni di cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. Gli importatori dell’UE di tali beni dovranno solo comunicare il volume delle loro importazioni e le emissioni di gas serra associate alla loro produzione, senza dover pagare alcun adattamento finanziario in questa fase. Anche se gli importatori sono incoraggiati a raccogliere dati dal quarto trimestre del 2023, la prima relazione dovrà essere presentata entro il 31 gennaio 2024. Il CBAM prevede inoltre molte opzioni flessibili per il primo anno di applicazione, tra cui l’uso di valori predefiniti per la comunicazione delle emissioni e la possibilità di adottare le norme di monitoraggio, comunicazione e verifica del paese di produzione.
Come funzionerà
La fase transitoria servirà come periodo di apprendimento per tutte le parti coinvolte, inclusi importatori, produttori e autorità. Ciò consentirà alla Commissione europea di acquisire informazioni preziose sulle emissioni incorporate per migliorare la metodologia che sarà implementata nel periodo definitivo, previsto per il 2026. Durante il periodo definitivo, gli importatori dovranno acquistare e restituire un numero specifico di “certificati CBAM” in base alle emissioni di gas serra incorporate nei prodotti importati soggetti al CBAM.
Per agevolare gli importatori dell’UE e gli impianti situati in Paesi terzi nell’implementazione pratica delle nuove normative, a partire dal primo ottobre sarà disponibile un nuovo registro transitorio CBAM. Questo registro aiuterà gli importatori a effettuare e comunicare i calcoli necessari. Inoltre, la Commissione europea metterà progressivamente a disposizione risorse come orientamenti scritti dettagliati, materiali di formazione, webinar online, schede informative specifiche per settore e una lista di controllo passo dopo passo per sostenere le imprese nell’avvio del meccanismo transitorio.
Sarà anche effettuata una revisione del funzionamento e della portata di applicazione del CBAM durante la fase transitoria, che verrà completata prima dell’inizio del periodo definitivo. Questa revisione potrebbe includere la valutazione della possibilità di estendere l’ambito di applicazione del CBAM ad altre categorie di merci prodotte nei settori soggetti al sistema ETS (Emission Trade System).
CBAM, le parole di Paolo Gentiloni
Paolo Gentiloni, Commissario dell’Unione Europea per l’economia, sottolinea l’importanza del nuovo e rivoluzionario strumento, il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), che inizia ad essere implementato questa domenica. Questo strumento rappresenta un passo avanti significativo, estendendo a lungo termine i principi di fissazione del prezzo del carbonio del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE a tutti i prodotti ad alta intensità di carbonio importati nell’UE.
Per Gentiloni, il CBAM ha l’obiettivo di incoraggiare l’industria a livello mondiale ad adottare tecnologie più sostenibili e a prevenire la cosiddetta “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”, ovvero il trasferimento della produzione in paesi con normative ambientali meno rigide al di fuori dei confini dell’UE. Importante sottolineare che il CBAM è pienamente conforme alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e non si tratta di una misura di protezione commerciale, ma piuttosto di una misura per proteggere le ambizioni climatiche dell’UE.
Gentiloni si impegna a collaborare strettamente con le imprese dell’UE, le imprese globali e i governi di tutto il mondo per garantire il successo di questa iniziativa, che mira a promuovere uno sviluppo economico più sostenibile e a contrastare i cambiamenti climatici.
Le critiche ai dazi alle frontiere
Assofermet, l’Associazione di Categoria delle Aziende distributrici e commercianti di Acciaio e Metalli non ferrosi, critica però il nuovo meccanismo: l’associazione stima che l’applicazione definitiva del CBAM potrebbe comportare un aumento dei prezzi delle importazioni di acciaio di circa il 15%. Paolo Sangoi, Presidente di Assofermet Acciai, sostiene che, sebbene siano favorevoli all’impegno collettivo per promuovere un’economia sostenibile e ridurre l’impatto ambientale, è necessario prestare maggiore attenzione alle conseguenze economiche della norma. Se il CBAM non verrà radicalmente rivisto, potrebbe minare la competitività di una parte significativa del settore manifatturiero europeo.
Il costo dell’acciaio proveniente da paesi al di fuori dell’UE potrebbe aumentare fino al 15%, con importanti ripercussioni sull’industria italiana ed europea. Una situazione simile si verifica anche nel mercato dell’alluminio. Giulio Vignoni, membro del Comitato Tecnico di Assofermet Metalli, osserva che alcune aziende al di fuori dell’UE già praticano prezzi elevati per l’alluminio, e l’aumento dei costi dovuto al CBAM potrebbe rendere impossibile l’importazione di determinati beni in Italia.
Oltre alla preoccupazione per l’incremento dei costi, Assofermet evidenzia la complessità della normativa e la mancanza di chiarezza nelle procedure operative necessarie per conformarsi al CBAM. Un punto critico rilevato riguarda l’applicazione esclusiva del CBAM ad alcuni prodotti in acciaio e alluminio, il che potrebbe creare disuguaglianze e sfide per l’industria manifatturiera.