L’obiettivo è quello di controllare la spesa pubblica: anche per i crediti di imposta nell’ambito del piano nazionale Transizione 4.0 viene fatto obbligo di effettuare una comunicazione preventiva. La stretta viene introdotta dal decreto legge 39, il cosiddetto “salva-conti”, approvato il 26 marzo dal Consiglio dei ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo.
Cos’è il piano Transizione 4.0
Il piano messo a disposizione del ministero delle Imprese e del Made in Italy prevede crediti d’imposta per stimolare le aziende. Sono tre le direttrici lungo le quali si sviluppa il programma:
- investimenti in beni strumentali;
- ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica;
- formazione.
Transizione 4.0, credito d’imposta da comunicare ex ante
Il nuovo obbligo riguarda sia i crediti d’imposta per investimenti in beni materiali e immateriali che gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design e ideazione estetica. In caso di investimenti non ancora avviati alla data di entrata in vigore della normativa, le imprese dovranno comunicare in via preventiva l’ammontare complessivo degli investimenti previsti, la ripartizione anche presunta negli anni del credito di imposta e la relativa fruizione. La comunicazione dovrà successivamente essere aggiornata dopo gli investimenti.
La stretta del governo sui crediti d’imposta ha visto come suo principale obiettivo il Superbonus. Ma riguarda anche tutti gli altri crediti d’imposta, fra i quali appunto, anche il piano Transizione 4.0.
Una nota di Palazzo Chigi specifica che l’articolo 6 del decreto legge 39 contenente “misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali” prevede “l’introduzione di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili” con lo scopo di “garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto”.
Fino ad oggi gli imprenditori che intendessero accedere al credito d’imposta nell’ambito del piano nazionale Transizione 4.0 andavano incontro a un automatismo. Accertato il possesso dei requisiti di legge, scattava la compensazione del credito d’imposta in F24. All’azienda rimaneva come unico onere una comunicazione annuale ex post. Onere, tuttavia, in mancanza del quale non erano previste sanzioni.
Dopo l’introduzione del decreto legge “salva-conti”, chi intenda usufruire del credito di imposta, per evitare di perdere il beneficio, dovrà comunicare preventivamente gli importi del caso. Le imprese, in sintesi, devono comunicare preventivamente in via telematica “l’ammontare complessivo degli investimenti, la presunta ripartizione negli anni del credito e la relativa fruizione che si intendono effettuare a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge”.
Cambia anche la comunicazione ex post
Ma non è tutto: oltre all’introduzione dell’obbligo della comunicazione ex ante, cambia anche l’obbligo per la comunicazione ex post. Tale comunicazione ha lo scopo di confermare e aggiustare il tiro rispetto all’informativa preventiva. La comunicazione ex post, come la sua gemella, è condizione obbligatoria per poter usufruire del credito di imposta.
Modalità, tempistiche e fattispecie verranno chiarite da un successivo decreto di prossima emanazione.
Stop alla remissione in bonis
E sempre nell’ambito del controllo della spesa, il governo ha introdotto anche un’altra novità: lo stop alla remissione in bonis. In sintesi, non sarà più possibile apportare correzioni o integrazioni alle comunicazioni di cessione del credito.